Recensione propagandistica di un libello anti-israeliano
su una rivista che dovrebbe fare divulgazione storica
Testata:
Data: 10/09/2004
Pagina: 1
Autore: un giornalista, remo appignanesi, tanya reinhart
Titolo: Recensione Distruggere la Palestina
Pubblichiamo una lettera inviata alla rivista Millenovecento, a proposito di una recensione del libro di Tanya Reinhart "Distruggere la Palestina".
Di seguito, il pezzo della rivista.

Egregio Direttore
la recensione è per definizione una lettura critica un'opera e per l'opera
"Distruggere la Palestina" il compito era quasi banale, tanto erano banali
le tesi contenute nello stesso (come puo' esservi una pulizia etnica che
comporta una crescita demografica della popolazione oggetto di tale azione?
Dov'e' la fuga dei palestinesi? Bestiali sono stati certamente i treni merci
usati contro gli ebrei, e' cosi' anche la presunta segregazione di
palestinesi che, se cittadini israeliani, votano ed eleggono deputati? Ah,
certo gli ebrei possono anche questo per ingannare il mondo tanto sono
perfidi).
Penso sia semplicemente vergognoso che la Sua rivista pubblichi una tale
recensione poichè vi si ribadisce il falso.
Cordiali saluti
Remo Appignanesi



Distruggere la Palestina la politica israeliana dopo il 1948
di Tanya Reinhart
Marco Tropea, Milano 2004
254 pagine, 17 euro

Questa opera è a dire poco impressionante. Frutto del paziente scavo di una
nota accademica israeliana (insegna linguistica in diversi atenei e
collabora da anni con alcuni dei maggiori quotidiani) nelle pagine della
stampa nazionale e internazionale, queste pagine si presentano come una
rassegna di interviste e dichiarazioni dei protagonisti del conflitto tra
Israele e la Palestina.
Insieme a una lunga sequela di avvenimenti e qualche nota ufficiale, questa
la base su cui poggia la teoria dell'autrice: l'attuale politica di Israele
nei confronti dei palestinesi è pulizia etnica. Ovvero, i governi che si
sono succeduti nel Paese, in particolare quelli Barak e Sharon, hanno
avviato un programma di eliminazione dei palestinesi dalle terre oggetto di
contesa. Ciò non accade tanto attraverso l'eliminazione fisica diretta
(anche se una media di cinque morti al giorno passa inosservata, è comunque
significativa), quanto attraverso una politica di segregazione così bestiale
da indurre anche il più fiero avversario a desistere da qualsiasi proposito
e fuggire. Anche se non ammazzati direttamente, c'è da tenere conto che da
molto tempo i palestinesi vengono regolarmente feriti a gambe e testa
(occhi, soprattutto) ogni qualvolta ne diano pretesto attraverso
manifestazioni o espressioni di scontento. Un documento atroce, che riflette
lo sdegno di una intellettuale, ma anche quello di un intero popolo
(Reinhart non è certo l'unica persona a pensare e a dire certe cose; c'è
anzi caso che esse siano condivise da una grande parte dell'opinione
pubblica israeliana).
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