L' "antisemitismo progressista" che dilaga in Francia e in Europa
un 'intervista a Fiamma Nirenstein
Testata: L'Arena
Data: 24/08/2004
Pagina: 5
Autore: Renzo Oberti
Titolo: Si rinnova l’odio antico verso Israele
Su L'arena di oggi, 24-08-04, Renzo Oberti firma un'interessante intervista a Fiamma Nirenstein, che di seguito riproduciamo.
Di recente, dopo l'invito rivolto da Ariel Sharon agli ebrei francesi di lasciare la Francia, in considerazione del moltiplicarsi delle aggressioni antisemite, Chirac ha dichiarato di non essere disposto a incontrare il Primo ministro israeliano. Secondo la giornalista e scrittrice Fiamma Nirenstein, inviata della Stampa a Gerusalemme, questo atteggiamento conferma il contenuto del suo ultimo libro, Gli antisemiti progressisti (Rizzoli, 391 pagine, 18,50 euro), nel quale esamina proprio "la forma nuova" in cui si manifesta "un odio antico". "Il nuovo antisemitismo - spiega - è tornato travestito da terzomondismo e difesa dell'autodeterminazione dei popoli. In realtà l'unico popolo al quale è negata l'autodeterminazione è quello ebraico. Il nuovo antisemitismo dilaga in Europa e soprattutto in Francia. Sono centinaia le aggressioni perpetrate nel continente : sinagoghe bruciate, ebrei picchiati o addirittura ammazzati. In Francia ne hanno uccisi due ultimamente, e un adolescente è stato accoltellato. A questo antisemitismo galoppante si aggiunge l'aggressività internazionale fondata su menzogne e pregiudizi contro lo Stato di Israele. Basta pensare che la corte del Tribunale dell'Aia che ha emesso la sua sentenza contro quello che viene chiamato il 'muro' e che invece è un recinto di difesa (in realtà è un muro soltanto nel 3,8 per cento della sua estensione, ma questi dati nessuno li rivela), nelle settantacinque pagine della motivazione non ha scritto una sola volta la parola 'terrorismo'. Come se il muro fosse sorto per un ghiribizzo dello Stato ebraico, un rigurgito di apartheid, di colonialismo."
- Accusa la corte dell'Aia di essere prevenuta nei confronti di Israele ?
"Dico che la corte dell'Aia è un'emanazione delle Nazioni Unite, ed è così imbevuta di pregiudizio antiebraico e antisraeliano, da non riuscire a considerare un problema il fatto che in Israele in tre anni e mezzo ci siano stati più di mille morti sugli autobus, fra cui molti bambini che andavano a scuola, e una decina di migliaia di feriti, molti dei quali rimasti invalidi. Questo però sembra non avere peso : tutto il mondo è impegnato a denigrare lo Stato degli ebrei e gli ebrei nel loro complesso. E questo è ciò che io chiamo antisemitismo progressista."
- Lei scrive che il nuovo antisemitismo è parte del terrorismo internazionale.
"Non tutti gli attacchi terroristici sono antisemiti, anche se parecchi di essi si sono accaniti su bersagli ebraici. Ma è certo che tutti i terroristi sono antisemiti. La loro ideologia somiglia molto a quella che nutriva i nazisti che volevano conquistare il mondo e si facevano una bandiera del loro antisemitismo. E' un'ideologia carica di odio, come disse Bin Laden nel 1998, contro i crociati e gli ebrei. L'ideologia totalitaria islamista che si scaglia contro gli ebrei come se fossero il Male assoluto, riempiendo il mondo musulmano di vignette che mostrano personaggi col naso adunco e le unghie grondanti sangue, o Sharon nudo che mangia i bambini, è uno dei moventi più eccitanti per i terroristi. Dalle grandi comunità islamiche impiantate in Europa simili idee sono passate all'Europa medesima, la quale per paura di riconoscere che il suo magnifico sogno di integrazione e globalizzazione si sta scontrando col grande problema delle ideologie estremiste e terroriste, preferisce non vedere l'antisemitismo dilagante nel suo territorio. Movimenti no global, parapacifisti, estremisti di sinistra e di destra? C'è una congiunzione tra tutti questi movimenti europei, uniti dall'odio per l'Occidente, per l'America, per Israele."
- Che cosa apprezza lei di Israele ?
"Israele è un Paese povero rispetto all'Europa, ma vi sopravvivono quei valori che l'Europa non ha più e che rimpiange. E' un Paese che sente il valore della democrazia perché la deve proteggere, essendo l'unico piccolo Stato democratico in un'immensa zona piena di regimi autoritari. E' un Paese in cui esiste un esercito molto presente e robusto che richiede sacrifici a tutti sin dalla più tenera età. C'è il valore del patriottismo, e quello della libertà da difendere con le unghie e con i denti. C'è il senso della vita.
"Basta vedere quello che accade dopo un attentato. Per due ore la zona in cui è avvenuto è recintata, la gente scompare, e la notte per le strade non c'è nessuno. Ma il giorno dopo un altro autobus è nello stesso punto dell'attentato, la gente vi prende posto, i genitori hanno ancora il coraggio di farci salire i loro bambini, si va al lavoro regolarmente, la sera i negozi e i bar sono nuovamente affollati. Anche un gesto quotidiano insignificante come salire in autobus, in Israele, comporta il coraggio di continuare a vivere. Ed è il piacere della democrazia che dà un senso alla vita in Israele."
- Una democrazia che manca totalmente sull'altro fronte?
"Già, ed è per questo che sostenere la leadership palestinese attuale in realtà è un modo di rendere un pessimo servizio a quel popolo, nel quale ci sono tanti magnifici combattenti democratici, realtà nascoste e perseguitate. Tutto il mondo circostante ambisce alla democrazia e difendere Saddam Hussein e gli altri rais significa fare un terribile dispetto alle popolazioni che vivono sotto il tallone di simili despoti. Credo che l'unica posizione libera sia quella di chi difende le democrazie contro tutti i fascismi e totalitarismi che generano terrorismo. Poi la libertà di critica verso Israele è un'altra cosa."
- Cosa intende dire ?
"Che può piacere di più una politica anziché un'altra, ma bisogna riconoscere che Israele è pieno di valori e di buone intenzioni, e ha fatto di tutto per evitare gli spargimenti di sangue, adattandosi a vivere in una condizione che nessun Paese al mondo avrebbe tollerato. Invece un terzo delle risoluzioni di condanna della Commissione per i Diritti umani dell'ONU concernono Israele. E tre anni fa una conferenza contro il razzismo si risolse in una conferenza razzista contro Israele, e l'antisemitismo non fu citato nelle sue risoluzioni tra i mali da combattere."
- Arafat e altri negano la continuità della presenza ebraica in Palestina.
"C'è un ignobile tentativo di cancellare la storia ebraica in Palestina, una terra costellata di rovine di antiche sinagoghe, di testimonianze delle battaglie combattute dagli ebrei contro i vari invasori, della storia di un popolo che ha pregato ogni giorno, per secoli, per poter tornare a Gerusalemme, nella sua terra. Voler cancellare queste tracce non è un'offesa soltanto agli ebrei, ma alle tre religioni monoteiste che derivano dall'ebraismo, e quindi anche ai musulmani."
- Come vede il futuro del mondo ebraico ?
"Le cose al momento non sono facili, ma qualcosa sta cambiando. Mai in precedenza l'antisemitismo era stato una questione diplomatica affrontata nei forum internazionali. Oggi per la prima volta lo è."
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione dell'Arena. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

lettere@larena.it