Attentato antisemita a Parigi
cronache del nuovo antisemitismo
Testata: Corriere della Sera
Data: 23/08/2004
Pagina: 12
Autore: Giuliana Ferraino
Titolo: Parigi, a fuoco un centro sociale ebraico
Grave atto di antisemitismo in Francia, rivendicato da un gruppo islamista, nell'anniversario della liberazione di Parigi.
Riportiamo la cronaca di Giuliana Ferraino dal Corriere della Sera di oggi 23-08-04.

PARIGI — «Sans les juifs le monde serait hereux» resta scritto, in rosso, sul muro annerito del centro sociale ebraico devastato da un incendio doloso appicato nella notte tra sabato e domenica a Parigi. Una firma inequivocabile: «Senza gli ebrei il mondo sarebbe più felice». Restano svastiche rovesciate, disegnate su un frigorifero che i pompieri hanno salvato e appoggiato sul marciapiede, davanti al portone di legno decorato con due stelle di David, e completamente distrutto dalle fiamme. E poi altre scritte «fasciste e antisemite», alcune con errori d'ortografia. Sono frasi che indignano Jean-Pierre Raffarin, quando verso mezzogiorno si reca in rue Popincourt al numero 5, nell'11 arrondissement della capitale. «Questa non è la Francia. E' rivoltante e inaccettabile», ha affermato il premier, dichiarando che «la Francia sarà estremamente severa contro coloro che si consegnano all'antisemitismo». Sul posto ha promesso «fino a 20 anni di carcere agli autori di questo crimine». E ha aggiunto che «la procura richiederà la massima pena. Tutte le forze del Paese saranno mobilitate perché dei criminali che si dedicano a tali atti possano essere rapidamente arrestati e puniti severamente». Per il momento, l'unica pista è una rivendicazione comparsa su un sito arabo e firmata da un finora sconosciuto «Gruppo di partigiani della guerra santa islamica». Alla condanna di Raffarin contro questo nuovo atto di antisemitismo, che torna a scuotere il Paese, a destra e a sinistra, si unisce l'intero mondo politico. A cominciare dal presidente Jacques Chirac, che in un comunicato ha espresso la sua «profonda indignazione» e condannato «con forza questo atto inqualificabile». Per Parigi, che in questi giorni celebra la sua Liberazione, è una ferita grave. Il sindaco, Bertrand Dalanoë, il primo a recarsi al centro sociale, alle 9 del mattino, ha denunciato «un clima malsano e pericoloso», e ha messo in chiaro che non cederà «un solo centimetro ai barbari». Secondo il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) «non ci possono essere dubbi sulle motivazioni stupide e criminali di chi brucia un ristorante caritatevole lasciando graffiti antisemiti: sono animati dall'odio per gli ebrei». Ed «emozione e inquietudine» è stata espressa anche dall'Ufficio nazionale di vigilanza contro l'antisemitismo, che ora teme «la ripresa importante di questi atti durante le feste ebraiche di settembre». Anche per questo i socialisti ieri hanno chiesto «mezzi per combattere l'antisemitismo che non siano solo verbali». Le fiamme hanno distrutto un centinaio di metri quadrati sui circa 300 complessivi della sinagoga, al piano terra, aperta nel 1913 e poi trasformata in un centro sociale negli anni '60. Adesso veniva usata soprattutto come «mensa da un gruppo di pensionati indigenti», ha spiegato il rabbino Zaffran della vicina sinagoga situata in rue de la Roquette. Ma non c'è solo lo sfregio razzista. Poteva essere una strage, se i pompieri — una cinquantina — non fossero intervenuti immediatamente, intorno alle 4 del mattino, grazie a una telefonata di qualcuno che aveva notato il fumo e le fiamme al piano terra. L'incendio è stato domato in fretta e non è stato nemmeno necessario evacuare il palazzo di cinque piani, non lontano dalla piazza della Bastiglia. Quando hanno scoperto le scritte e i simboli antisemiti, i pompieri hanno avvertito la polizia giudiziaria. Il prefetto Jean-Paul Proust ha parlato di «atto criminale» e si è impegnato a «trovare gli autori e a consegnarli alla giustizia». E il ministro degli Interni Dominique de Villepin gli ha chiesto di «mobilitare tutti i mezzi necessari per identificare gli autori». Manifestazioni ed episodi antisemiti, con la profanazione di un cimitero ebraico a Lione avvenuta meno di due settimane fa, si sono moltiplicati in questi ultimi mesi in Francia, dove vive la più grande comunità ebraica d'Europa, circa 600 mila ebrei, cui si affiancano sei milioni di musulmani, cioè la più grande comunità islamica del continente. Fino a scatenare una guerra diplomatica tra Israele e Francia, quando il 18 luglio, a Gerusalemme, Ariel Sharon offrì solennemente a tutti gli «ebrei di Francia» di «venire in Israele» precisando di «muoversi immediatamente», perché in Francia si diffonde «un antisemitismo sfrenato». Chirac indignato face sapere al primo ministro israeliano che non era il benvenuto in Francia, salvo correggersi con una lettera inviata al presidente di Israele Moshe Katsav, che ha chiuso il caso.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
lettere@corriere.it