Intervista a un armiere del terrorismo
piena di comprensione per le difficoltà del suo mestiere
Testata:
Data: 08/06/2004
Pagina: 5
Autore: la redazione
Titolo: Tre articoli su City
Oggi City a pag. 5 ci riserva in esclusiva un'intervista di uno dei terroristi contrabbandieri che usano quei famosi tunnel scoperti a Rafah dall'esercito israeliano. Non solo il nostro giornale è completamente acritico nei confronti di questi delinquenti e di quello che fanno, come se fosse un'attività normale sia legalmente che moralmente, ma rincara la dose chiamando in causa i soliti ONU e associazioni umanitarie (che si sa non è che siano proprio superpartes)
Gli abitanti di Rafah sono stanchi dei tunnel "Attirano l'esercito che distrugge le case"
RAFAH (Striscia di Gaza, Territori Palestinesi) - L'esercito israeliano non è più l'unico pericolo dal quale si devono guardare i palestinesi che scavano tunnel sotterranei per importare armi ed esplosivi dall'Egitto. Nel campo profugih di Rafah sono sempre più numerosi i loro vicini di casa che si schierano, fino a denunciarli, contro i traffici che attirano i raid israeliani. Tremila case sono state distrutte in quattro anni.
Poverini questi palestinesi (guai a chiamarli, non dico terroristi, ma almeno trafficanti, contrabbandieri, ecc. Niente, sono semplici cittadini) che fanno il loro mestiere "tra mille pericoli". E che cattivi questi israeliani e i vicini di casa che vogliono impedirglielo.
Novanta i tunnel scoperti secondo l'esercito israeliano, 13mila i palestinesi senza casa. "Molta gente ora si oppone al nostro lavoro. Alcuni miei compagni, scoperti a scavare, sono stati attacccati dagli abitanti di Rafah", dice Mustafa, trafficante di professione. Non ci sono state proteste ufficiali tra gli 80mila abitanti di Rafah, anche per il timore di ritorsioni delle fazioni estremiste che controllano il campo, ma dopo l'ultima settimana di raid dell'esercito - 42 persone uccise, molti i civili -
Si, la replica di Jenin 2 anni fa...
sono aumentate le segnalazioni anonime e gli interventi diretti degli abitanti per bloccare gli scavi. Avere una casa in prossimità di un tunnel significa rischiarne la demolizione (spesso ingiustificata, come denunciano l'Onu e le associazioni umanitarie internazionali).

Le stesse che non denunciano invece i traffici illeciti, gli attentati terroristici, l'uso criminale di civili come scudi umani, delle ambulanze, ecc. ecc.

Gli scavi avvengono di notte al costo di 20mila dollari e alcuni mesi di durissimo lavoro segreto e col costante rischio di crolli. Gli scavatori stanno anche 12 ore di fila sottoterra, grazie alle riserve di ossigeno. Alcuni riescono anche a mangiare e fumare: "Portiamo con noi kalashnikov ed esplosivi, che offriamo a chi è interessato a comprarli",

Chissà chi eh?

dice Mustafa. La costruzione di tunnel, anche per le difficoltà di smaltire le macerie senza dare nell'occhio, è sempre più difficile. I prezzi delle merci sono così raddoppiati, ma dai canali ora passano anche cibo e sigarette: "Se i tunnel fossero solo un aiuto alla resistenza, li appoggeremmo anche a costo delle nostre case - dice Nasr Al Abded, abitante di Rafah - ma ora vengono affittati a chiunque per i propri interessi" (Reuters)
Sopra quest'articolo nella rubrica "Fatti" il seguente trafiletto dal titolo: "Cinque ergastoli a Marwan Barghouti"


Un tribunale israeliano ha condannato il leader palestinese Marwan Barghouti (foto Reuters), 45 anni, considerato il possibile successore di Yasser Arafat, a cinque ergastoli per altrettanti omicidi ad opera dei militanti delle Brigate martiri di Al Aqsa, vicine ad Al Fatah, tra il 2001 e il 2002. (Reuters)

A fianco l'articolo dal titolo: "Sì del governo al piano di Sharon sul ritiro da Gaza"


GERUSALEMME - Il governo israeliano ha approvato il progetto per il ritiro da Gaza proposto dal premier Ariel Sharon: 14 ministri (nove dei quali del Likud) hanno detto sì, sette i voti contrari. Entro il 2005 dovrebbero essere abbandonate 21 colonie a Gaza e quattro in Cisgiordania. "Un passo decisivo per il futuro", ha commentato Sharon, "e una scelta giusta per Israele". Intanto, in Cisgiordania si continua a sparare: ieri a Ramallah è stato ucciso dal fuoco israeliano un palestinese paraplegico (perché colpito alla schiena da un proiettile israeliano nel 1987): Arafat Ibrahim Yacub, 31 anni, è stato colpito alla testa mentre si trovava sulla sedia a rotelle, durante uno scontro tra militari e giovani palestinesi. (Reuters)
Cosa facesse il giovane tetraplegico nel bel mezzo degli scontri a noi lettori non è dato sapere (come al solito del resto)...

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di City. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
cityroma@rcs.it