Terrorismo: una parola ancora bandita
dal settimanale di Giovanni De Mauro
Testata: Internazionale
Data: 24/05/2004
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Varie da Israele - 21/05/04
A pag.4 è pubblicata, su due pagine, una foto che ritrae i corpi senza vita di alcuni palestinesi, avvolti, alcuni, in lenzuoli di Hamas.
Ecco la didascalia:

I corpi di 12 palestinesi uccisi dall'esercito israeliano nella città di Rafah. Alcuni sono avvolti nella bandiera verde del movimento islamico Hamas.
Il 18 maggio Israele ha lanciato l'operazione Arcobaleno per distruggere i tunnel tra il sud della Striscia di Gaza e l'Egitto, usati per il traffico d'armi, e creare una zona di sicurezza lungo la frontiera, distruggendo decine di case palestinesi.
L'incursione è continuata anche il giorno dopo. Il bilancio è pesante: in 2 giorni sono morti 48 palestinesi.
Prima considerazione: Internazionale pubblica immagini forti solo, evidentemente, quando è la parte a loro vicina, quella araba in genere, ad essere toccata; l'abbiamo visto anche ultimamente, quando la redazione ha omesso la pubblicazione delle foto, almeno parziali, della decapitazione di N. Berg.
Oppure quando, dopo attentati kamikaze effettuati dai palestinesi, si preferisce evitare la pubblicazione dello scempio di vite umane israeliane innocenti.
Tutte le barriere morali, il pudore, il buon gusto, vengono propagandisticamente a mancare quando si tratta della parte cara alla redazione di De Mauro.
Seconda considerazione: per Internazionale, Hamas, è un semplice movimento e non una organizzazione terroristica che ha, nelle proprie carte costitutive, il fine della distruzione dello stato d'Israele, alla faccia di ogni possibile trattativa di pace.
D'altronde, dalle pagine del settimanale di De Mauro, è bandita la parola terrorismo, forse perchè secondo la redazione con la kefiah di Internazionale, non esiste.
Terza e ultima considerazione: non si fa riferimento al fatto che le case dei civili palestinesi vengano distrutte per il semplice motivo che risultino essere il terminale di quei tunnel usati per il contrabbando, vengano usate per deposito di armi e covo, nascondiglio per i terroristi.
Anche la corte suprema israeliana, che ha più volte dimostrato la propria neutralità, ha dato luce verde alla demolizione, ritenendo necessario farlo, alla luce del pericolo esistente in caso contrario.

Violenze - Rafah: 48 morti in due giorni
Il 19 maggio dieci palestinesi sono stati uccisi e altri 50 sono rimasti feriti in un raid aereo dell'esercito israeliano a Rafah. Elicotteri israeliani hanno sparato missili sulla folla che manifestava contro un'operazione militare in corso nella zona. Quasi tutte le vittime dell'attacco sono minorenni. Il 18 maggio le truppe israeliane hanno avviato nel quartiere Tal al Sultan del campo profughi di Rafah un'operazione denominata Arcobaleno, con l'obiettivo di abbattere alcune abitazioni e distruggere eventuali tunnel che collegano i Territori all'Egitto, utilizzati dai palestinesi per il contrabbando di armi. In due giorni di violenze a Rafah sono morti 48 palestinesi. Più di un migliaio di persone hanno dovuto abbandonare le loro case, che sono poi state distrutte.
L'operazione Arcobaleno è una rappresaglia contro l'uccisione di sei soldati
israeliani avvenuta il 12 maggio.

Cronaca - Accordo sui soldati morti
La Jihad islamica ha restituito a Israele i resti di sei soldati uccisi in un attacco a Gaza. L'accordo per la restituzione è stato mediato da diplomatici egiziani.

L'appello - Amnesty contro Israele
L'organizzazione umanitaria Amnesty international ha lanciato un appello a
Israele perché sospenda la sua politica di demolizione delle abitazioni
palestinesi. Dall'inizio dell'intifada, sono tremila le case palestinesi
abbattute nei Territori. Il 17 maggio la corte suprema ha autorizzato la
demolizione di altre centinaia di abitazioni a Rafah.
Interessante: ogni qual volta c'è da attaccare Israele, saltano fuori come funghi risoluzioni notturne dell'Onu, Amnesy..oh..pardon, Amnesty International, Croce Rossa, Unione Europea, e chi più ne ha più ne metta.
Cala invece un assordante silenzio quando sono gli autobus, i ristoranti o i locali israeliani a scoppiare per colpa dei terroristi palestinesi sotto forma di bombe umane.
Veramente tutto molto interessante.

Da segnalare, a pag.25, un articolo di Noam Chomsky riguardante la crisi israelo-palestinese, intitolato "Due popoli, due stati", stranamente più moderato del solito, rispetto almeno a quello a cui ci aveva abituati il professore del Mit di Boston.

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