Europa, Europa!
Le sue istituzioni non dormono il "sonno dei giusti", bensì il "sonno dei vili".
Testata:
Data: 05/04/2004
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: Europa, Europa!
L'ufficio del deputato europeo Francois Zimeray ha diffuso un comunicato datato primo aprile che, se non fosse drammatico, potrebbe essere scambiato per un malriuscito pesce.
Un anno fa, lo stesso Zimeray (PSE) aveva raccolto con grande fatica l'adesione di un un tal numero di deputati attorno alla sua proposta di indagare su come l'Autorità Nazionale Palestinese spenda i sostanziosi aiuti dell'Unione Europea, da costringere la Conferenza dei presidenti a nominare un apposito gruppo di lavoro.
Drammatico è l'esito di questa indagine parlamentare: non una ma due sono
le relazioni conclusive, in contraddizione fra loro e dunque senza alcun
esito pratico.
La prima relazione, redatta dal tedesco Laschet, arriva alle seguenti
conclusioni:
- non si sono potute raccogliere prove formali che confermino il sospetto
che i fondi europei vengano usati in realtà per fini di corruzione personale
e per il finanziamento di attività terroristiche, perché il gruppo di lavoro
non disponeva dei poteri di una commissione d'inchiesta;
- tuttavia, si è accertato che in particolare l'ufficio del presidente Arafat si serve di criteri "arcaici" nella gestione del bilancio;
- dirottamenti dell'aiuto diretto proveniente dall'Unione Europea e destinato genericamente al bilancio dell'Autorità Palestinese sono possibili e verosimili, per il fatto che questi fondi non sono collegabili a programmi precisi;
- di conseguenza, queste modalità di aiuto diretto al bilancio palestinese
non costituiscono il migliore strumento finanziario in un contesto di
notoria corruzione e di cronicizzazione del terrorismo.
Il rapporto conclude con la richiesta della sospensione di queste forme di aiuto diretto, in assenza di rigorose misure di controllo complessive e
trasparenti, delle quali l'Unione Europea dovrebbe essere parte associata.
Tuttavia, entrambe le relazioni concordano sul fatto che si debbano evitare
i pagamenti in contanti al di fuori da ogni criterio di contabilità, e che
il budget personale di Arafat dovrebbe essere ridotto ad un livello
"appropriato".
Nel 2002 un tentativo di Zimeray di raccogliere le 170 firme necessarie per
la nomina di una commissione d'inchiesta formale era stata bloccata d'autorità. Tuttavia, è in corso una investigazione autonoma dell'Ufficio anti-frode; inoltre, la magistratura belga indaga sul finanziamento delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa da parte dell'Unione Europea, e quella francese indaga sui versamenti mensili di un milione di euro che Madame Arafat percepisce "in esilio".
Pur trattandosi di argomenti non direttamente associabili, è difficile non far correre il pensiero alle posizioni assunte dall'Unione Europea in materia di antisemitismo, o anche solo del pregiudizio antiebraico politicamente motivato. L'indagine mal fatta e peggio divulgata (Israele è la più grave minaccia alla pace nel mondo) fa il paio con l'altra condotta correttamente ma tenuta nascosta perché i risultati cui era pervenuta (in Europa molte manifestazioni anche violente di antisemitismo sono addebitabili a musulmani) non erano graditi da un punto di vista politico.
Terrorismo islamico, sia esso palestinese o riconducibile ad Al Quaeda, ed
antisemitismo non sono la stessa cosa, ma indubbiamente condividono determinate radici politiche e culturali e, sopra tutto, causano effetti assimilabili che, in termini generici, possiamo ricondurre alla definizione di antisemitismo.
E come l'Europa non manifesta il desiderio di occuparsene da vicino, altrettanto essa ignora ostentatamente l'altra faccia del problema, quella
dell'educazione dei giovani palestinesi alla violenza, alla morte mediante
il "martirio", ed all'odio, che viene praticata quotidianamente attraverso i testi scolastici, i programmi televisivi, e la costante glorificazione dei
terroristi con l'intestazione ad essi di campeggi scolastici e tornei sportivi.