Un altro nuovo portavoce (gratuito) dell'Anp
si tratta di City, quotidiano romano
Testata:
Data: 02/03/2004
Pagina: 4
Autore: la redazione
Titolo: Troppa violenza nelle strade. In Cisgiordania regna il caos - Palestinesi, bambini, pronti alla guerra La furia dei genitori contro chi li recluta
A pag. 4 di City ci sono due articoli.
Cominciamo con il primo: Nablus, il sindaco si dimette "Troppa violenza nelle strade In Cisgiordania regna il caos"
NABLUS (Cisgiordania) - Il sindaco di una delle piu' importanti città della Cisgiordania ha rassegnato sabato le dimissioni. Ghassan Shaka ha deciso di lasciare la guida di Nablus per le violenze e i continui disordini nelle strade delle città palestinesi, divenuti sempre più gravi e frequenti sotto il controllo militare di Israele: nella foto Ansa/Epa, ragazzi palestinesi cercano di ripararsi dagli spari durante uno scontro al campo profughi di Balata, vicino a Nablus
Le violenze e i disordini sono aumentati dopo che Nablus è passata sotto l'ANP. Che non solo non controlla, ma fomenta le guerre fratricide per trarne frustrazione e odio da usare poi contro Israele. E City ci "casca" in pieno, visto che dare la colpa ad Israele sempre e comunque fa parte della politica tipica di questo giornale. Nella foto accanto all'articolo ci sono molti ragazzi che sembra facciano di tutto (di quelli davanti uno sta saltando e due si stanno abbassando, dietro una gran quantità confusa di teste) fuorché ripararsi. Piuttosto quelli davanti sembrano all'attacco.In un attacco israeliano al campo, ieri sono stati uccisi due palestinesi e altri quattro sono rimasti feriti. Il gesto di Shaka mette in luce la crescente pressione sul presidente Yasser Arafat e sul partito Al Fatah perché ristabiliscano almeno una sembianza di ordine dopo oltre tre anni di conflitto con israele.
Israele si scrive con la lettera maiuscola. Speriamo che sia stata solo una svista di stampa e non un lapsus freudiano.
Il ragionamento di City poi non è molto lineare. Israele fa i danni e la popolazione chiede l'ordine ad Arafat. Secondo City la popolazione palestinese è matta? Oppure è l'ANP causa dei disordini (come sosteniamo anche nel precedente paragrafo) e City non lo vuole ammettere?"Quando il caos prevale e l'illegalità diventa un rituale quotidiano, preservare la dignità personale diventa la massima priorità", ha scritto Shaka in una lettera a tutta pagina sul quotidiano palestinese Al Ayyam. "Per questo ho deciso di dimettermi". I palestinesi sostengono che i raid israeliani hanno indebolito la polizia palestinese, cerando un vuoto di legge e oridine che ha lasciato le strade nel caos. Arafat non ha commentato le dimissioni di Shaka. (Reuters)
Il nostro ribadisce il concetto (una bugia ripetuta diventa una verità, vero Dr.Goebbles ?) della colpa israeliana come "sostengono i palestinesi". Ma quali palestinesi? Perché non citare anche altre fonti? City è il portavoce di questa tesi? E soprattutto, come mai altri mass media italiani insospettabili di simpatie verso Israele (per es. Radio 24) hanno dato la responsabilità ad Arafat e all'ANP?
Secondo articolo: "Palestinesi, bambini, pronti alla guerra La furia dei genitori contro chi li recluta"TEL AVIV - Nei giorni scorsi - ma si è saputo solo ieri - la polizia israeliana ha fermato al posto di blocco di salem, nella Cisgiordania settentrionale, un "commando" di tre ragazzi con un ordigno rudimentale che volevano aprire una breccia nella barriera che separa Jenin dal territorio israeliano. Hanno 12,13 e 15 anni e sono probabilmente i più giovani soldati della Jihad che abbiano tentato un attacco contro Israele.
Secondo un portavoce della polizia volevano raggiungere Afula per uccidere gli ebrei" con una pistola rudimentale che avevano con sé. I tre ragazzi hanno detto di essere stati reclutati" a Tubas, il villaggio cisgiordano in cui abitano, da un emissario della Jihad islamica. Hannoaggiunto di agire anche per conto delle "Brigate dei martiri di Al Aqsa", un gruppo radicale vicino ad Al Fatah.
terrorista!!! E non è vicino, è la stessa cosa. Ma questo non si può dire per non danneggiare l'immagine del "povero Arafat"...Un esponente di Al Aqsa ha smentito che sia stata l'organizzazione a ordinare la missione ai tre ragazzi. la cattura dei tre giovani combattenti ha subito destato allarme, sia nei Territori sia in Israele.
Più che giovani combattenti, si dovrebbero definire ragazzini strumentalizzati nella propaganda d'odio anti-israeliano. Possibile non si renda conto della gravità dell'istigazione all'odio che questo ennesimo fatto dimostra platealmente?
I loro genitori, secondo fonti giornalistiche, hanno reagito con sdegno e si sono rivolti alla leadership dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) affinché conduca un'indagine approfondita, identifichi i mandanti e li punisca. Non deve essere lecito - sostengono - mandare allo sbaraglio chi chiaramente manca di maturità. "Non avevano il diritto di mandare i nostri figli in una missione del genere", ha commentato il padre di uno dei tre ragazzi, che, ancora incredulo e sconvolto dall'arresto, non riesce a far conciliare l'immagine di suo figlio bambino con quella di soldato pronto a immolare la propria vita, anche se per una causa nobile come la libertà, su cui si innestano però i metodi terroristici della Jihad.
Che immagine poetica e romantica del bieco terrorismo senza scrupolo alcuno...
Le critiche agli attaccchi contro gli israeliani sono rare fra i palestinesi, ma negli ultimi mesi la gente ha cominciato a discuteere i metodi di reclutamento dei gruppi combattenti.
E' evidente che City non conosce proprio la parola "terrorista". Del resto cosa si può pretendere dal portavoce ufficiale dell'ANP come sta dimostrando di fare il nostro giornale?
In gennaio infatti, Hamas aveva mandato una donna, madre di due bambini piccoli, a compiere un attentato suicida a un posto di blocco fra Gaza e Israele. Anche in Israele l'episodio è visto con apprensione. I tre, seconodo la polizia, avevano scritto dettagliate lettere di addìo ai genitori. Chiedevano funerali di massa e la distribuzione di dolciumi. Negli archivi dell'intelligence militare sono accumulati libri e quaderni confiscati nelle scuole islamiche palestinesi che - secondo gli esperti israeliani -testimoniano un'opera capillare di indottrinamento politico.
Qui invece, dove la realtà è talmente palese che anche un bambino lo capirebbe, è bene precisare che sono solo gli israeliani a sostenere la tesi dell'indottrinamento. E poi non politico, ma criminale!
Eppure "non avrei mai immaginatoche mio figlio fosse interessato alla politica" ha dichiarato fra le lacrime Hussein Dababaat, padre di Jafar, 12 anni, aspirante kamikaze. (Ansa AP)
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