Un lapsus che apre gli occhi
su chi sminuisce l'antisemitismo
Testata: Corriere della Sera
Data: 16/02/2004
Pagina: 20
Autore: la redazione
Titolo: The Passion di Mel Gibson
Sul Corriere di sabato 14 febbraio, la pagina degli spettacoli era dedicata al film di Mel Gibson "The Passion", ed in particolare alle polemiche connesse alle accuse di antisemitismo sollevate da più parti nei confronti di alcuni aspetti essenziali di questo film. Queste accuse provengono da autorevoli analisti per conto di organizzazioni ebraiche qualificate e serie, e non possono essere banalizzate o respinte solamente in base a giudizi superficiali.
Nel contesto della pagina citata spicca una intervista fatta da G.Gs.(Giovanna Grassi?) ad una delle attrici, che è corredata da un titolo particolarmente sgradevole: "Io, ebrea, vi dico: il film non è antisemita".
Si tratta con tutta evidenza di una forzatura che denota quasi un atteggiamento antisemita essa stessa: si cerca un ebreo che dica quel che vogliamo sentir dire contro altri ebrei, e lo si trasforma in "ebreo buono" da contrapporre agli "ebrei cattivi".
Oltre tutto, G.Gs. incorre in un lapsus illuminante, quando sottolinea che
l'"ebrea buona" Maya Morgenstern "porta al collo UNA CROCE DI DAVIDE".
Questo evidente non-senso racchiude in sé l' essenza della critica che abbiamo
esposto riguardo alla deformazione sulla quale l'articolo si è basato.

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