Una settimana in Palestina
Avvocati e registi in Medio Oriente
Testata:
Data: 05/02/2004
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Una settimana in Palestina
Riportiamo da:
http://italy.peacelink.org/palestina/articles/art_2780.html
"Una settimana in Palestina"
Avvocati e registi in Medio Oriente

Per la serie "ogni commento è superfluo". Ecco il testo:

PENSIERI NOTTURNI
Quello che stupisce, nei nostri interlocutori, oltre la visione completamente pessimistica, ma ahime' realistica della loro situazione, e' il loro spirito combattivo, mai rassegnato, e soprattutto la liberta' e la sicurezza con cui ci parlano della loro situazione. La coscienza politica, e la lucidita' dei ragionamenti, mi sembra molto elevata in tutti gli interlocutori palestinesi con cui abbiamo avuto occasione di parlare. Diverso mi era sembrato il Kurdistan, ove si respirava chiaramente la paura anche di parlare e di muoversi. La paura piu' grossa in Palestina, e' invece quella di incontrare una pallottola che ti buca la fronte, ma piu' li pressano piu' si rafforza la loro coscienza politica, la loro voglia di urlare al mondo quello che stanno passando.


Dopo due giorni di permanenza in Palestina, dopo i racconti delle persone che abbiamo intervistato, dopo avere visto i riti che si celebrano al Muro del Pianto, mi chiedo se non ci sia qualche elemento nella religione ebraica che facilita il verificarsi di tutto cio'. Mi chiedo se non ci sia qualcosa che differenzia l'ebraismo dalle altre religioni, dal buddismo, dal cristianesimo, dalla religione musulmana. Se quell'invenzione della mente umana, che credo essere la religione, che ha lo scopo di appagare l'esigenza di spiritualita' dell'uomo, non abbia qualche difetto di fondo nell'ebraismo; un difetto che li porta prima ancora a soffrire loro, che vivono comunque male, per quanto siano armati. Non ne so abbastanza, cerchero' di documentarmi, ma il dubbio mi viene.


Penso alla difficolta' anche linguistica oltre che concettuale che ho trovato in questa settimana tutte le volte che dovevo affrontare discorsi che riguardassero i rapporti tra palestinesi, israeliani, arabi, ebrei, musulmani. Per esempio, se ti chiedi quanta della popolazione di Israele sia palestinese e quanta non lo sia, devi confrontare necessariamente un'entita' numerica caratterizzata da un territorio con una caratterizzata da un credo religioso, due entita' non omogenee che viene innaturale porre a confronto. I palestinesi possono essere musulmani, cristiani, armeni, cattolici, testimoni di geova; sono tutti coloro che sono legati per nascita, residenza, tradizioni etc., al territorio della Palestina storica su cui e' sorto Israele; gli altri quelli che non sono "palestinesi" sono ebrei, non li puoi chiamare israeliani perche' anche i palestinesi che vivono in Israele lo sono. E' come chiedersi quanti sono i marchigiani che ci sono nelle marche confrontandoli con quanti sono i testimoni di geova che vivono nelle marche, e che non puoi chiamare marchigiani, e' assurdo!
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