Armi di distruzione di massa. Saddam le aveva
parola di esperto israeliano
Testata: Corriere della Sera
Data: 04/02/2004
Pagina: 8
Autore: Davide Frattini
Titolo: mailto:lettere@corriere.it
A proposito delle armi di distruzione di massa irachene, il Corriere della Sera pubblica l'opinione di alcuni esperti israeliani i quali sostengono che la minaccia era reale.
Ecco l'articolo di Davide Frattini.

GERUSALEMME — Gli esperti del Centro di studi strategici Jaffee a Tel Aviv hanno esaminato le valutazioni presentate dall’intelligence israeliana prima della guerra contro l’Iraq. Shlomo Brom, uno degli analisti, spiega in un rapporto che i servizi segreti non sono stati sottoposti a un’inchiesta perché i vantaggi ottenuti con il conflitto sono stati più grandi del prezzo pagato per eventuali errori.
Il dibattito su quanto fosse reale la minaccia irachena si è aperto anche qui. Secondo Yossi Sarid, deputato dell’opposizione, gli 007 dello Stato ebraico erano consapevoli che il pericolo fosse limitato. Per Ehud Yatom del Likud il messaggio degli israeliani a Washington fu: « Siamo convinti che il regime possegga armi di distruzione di massa, ma non le abbiamo viste con i nostri occhi » .
Ephraim Kam, vicedirettore del centro Jaffee, sostiene che uno degli scenari previsti dall’esercito — Saddam Hussein con le spalle al muro decide di colpire Israele — fosse plausibile e l’allarme andasse lanciato. « Le informazioni raccolte — commenta Kam — non permettevano di escludere gesti suicidi da parte del raìs » .

Ma su quali dati si basavano le analisi israeliane?
« Il materiale non era diverso da quello in possesso di americani e britannici. Non credo che da Israele siano arrivate informazioni specifiche. Prima della guerra del 1991, nessuno aveva dubbi che il regime possedesse missili a lungo raggio, armi chimiche e stesse tentando di arrivare all’atomica. Le domande chiave erano due: 1) che cosa di tutto questo era rimasto dopo il conflitto 2) se Saddam avesse proseguito negli anni Novanta i suoi programmi segreti » .

E come ha risposto l’intelligence israeliana?
« Ha sostenuto che l’Iraq possedesse ancora armi chimiche e batteriologiche, ma anche che il regime non era stato in grado di produrre nuovi missili e neppure di condurre esercitazioni. Tutto il sistema era antiquato e non testato. La tesi dei nostri servizi è stata: l’Iraq potrebbe lanciare un numero ridotto di missili ed esiste una remota possibilità che trasportino testate chimiche o biologiche » .

Gli 007 hanno utilizzato le informazioni in modo equilibrato, senza pressioni o sbilanciamenti?
« Le conclusioni sono state corrette » .

Ma le fonti utilizzate da americani e britannici erano attendibili?
« Nei loro rapporti Washington e Londra hanno evidenziato i tentativi segreti iracheni di ottenere componenti per missili o materiali con un doppio uso, civile e militare. Queste informazioni possono giungere da fonti affidabili ( le foto via satellite), ma possono essere interpretate in modi differenti e non permettono di arrivare a conclusioni definitive. In altri casi le notizie raccolte si sono rivelate poco fondate, come le rivelazioni dei disertori » .

E’ ancora possibile trovare la « pistola fumante » ?
« Più passa il tempo più sembra difficile. Con tutti i generali che sono stati catturati le prove sarebbero già emerse. L’intelligence israeliana sostiene che il materiale sia stato nascosto in Siria. In ogni caso, prima della guerra nessuno poteva essere certo neppure del contrario, cioè che Saddam non avesse armi di distruzione di massa » .
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