L'attentato di Gerusalemme
analisi di alcuni quotidiani
Testata:
Data: 30/01/2004
Pagina: 1
Autore: le redazioni
Titolo: L'attentato di Gerusalemme
Sui quotidiani di oggi molte pagine dedicate alla cronaca dell'attentato che ieri mattina ha ucciso 11 persone e ferite gravemente altre decine a Gerusalemme. La maggior parte dei giornalisti si astiene dal fare dietrologie e riporta la vicenda in maniera corretta, tuttavia non mancano pezzi nei quali le responsabilità dell'attentato vengono attribuite alla politica del governo israeliano e a Sharon in primis. Passiamo in rassegna alcuni di questi giornali.

IL RIFORMISTA - "Un poliziotto di Arafat fa lo stragista. Israele preferisce trattare con hezbollah"
Paola Caridi, nel suo articolo, cerca di invertire il ciclo causa-effetto. Il ragionamento a prima vista sembra filare, il terrorista suicida infatti scrive una lettera nella quale dice di vendicare i compagni di Zeitun, ma come è possibile che abbia potuto preparare un attentato in un giorno, ci chiediamo noi? La giornalista in questo caso induce a fare parallelismi tra le azioni antiterrorismo preventive ed il terrorismo vero e proprio, non corretto e tendenzioso.

IL MESSAGGERO - "Poliziotto-kamikaze, strage a Gerusalemme"
Un seguace di questa superficiale teoria è Eric Salerno il quale sul Messaggero sostiene che, alla stessa maniera, gli attentati palestinesi ed il "muro" di Sharon sono ostacoli alla pace e conclude " se è morta la road map , se il negoziato è bloccato, la responsabilità va divisa tra Sharon ed Arafat", insomma l'uno uguale all'altro.

IL MATTINO - "Poliziotto-kamikaze, strage a Gerusalemme"
L'articolo inizia con questa frase: "La spirale di violenza innestata dalla strage di palestinesi durante l’incursione militare israeliana a Gaza". Naturalmente per il quotidiano napoletano l'attentato di ieri era giustificato.

CORRIERE DELLA SERA - "Poliziotto si fa esplodere, strage sull'autobus"
Pubblichiamo il pezzo di Davide Frattini per fornire ai nostri lettori un'informazione corretta, sintetica ed esauriente.

GERUSALEMME — Svetlana ha sentito la morte passarle a fianco. Urtandola, come può succedere nella calca di un bus troppo affollato. Svetlana non ha guardato il kamikaze passarle oltre, andare in fondo dove c’era più gente.
Svetlana ha creduto che il telefonino le fosse esploso in mano, quando l’attentatore ha azionato la carica di sette chili nascosta nello zaino. Svetlana ha capito di essere ancora viva, quando ha rivisto il cielo azzurro dove prima stava il tetto del pullman.
Ali Mounir Jaara, un palestinese di 24 anni, ha scelto come bersaglio la linea 19, che attraversa il centro di Gerusalemme per raggiungere l’ospedale e l’università sul Monte Scopus. Si è fatto saltare alle 9 di mattina, mentre il bus si affannava in mezzo al traffico e ai viali alberati di via Azza, nel quartiere residenziale di Rehavia: ha ucciso dieci passeggeri e ne ha feriti cinquanta. « Dopo l’esplosione — racconta Moshe, 17 anni, stava andando a scuola — ho visto solo sangue e corpi sul pavimento. In mezzo all’orrore, un uomo provava a coprire i cadaveri con una giacca » .
Le lamiere del pullman sono state scagliate sul tetto di una villetta a due piani, l’impatto è stato ancora più violento perché lo scoppio è avvenuto in una via stretta, circondata da case e negozi. Poco lontano da qui c’è la residenza ufficiale del primo ministro Ariel Sharon ( che si trovava nella sua fattoria nel deserto del Negev), poco lontano da qui — il 9 marzo del 2002 — undici persone morirono nella strage al bar Moment. Era dal 9 settembre che un kamikaze non colpiva Gerusalemme.
L’attentatore è un poliziotto dell’Autorità palestinese. Viveva in un campo profughi alla periferia di Betlemme, a casa il padre mostra le foto di lui in divisa con il kalashnikov a tracolla. Prova a spiegare che il figlio era contrario agli attacchi suicidi. Ali Jaara ha lasciato un biglietto: voleva « vend icare i morti di Zeitun » , gli otto palestinesi uccisi mercoledì durante gli scontri con l’esercito israeliano nel quartiere di Gaza City. Mercoledì i poliziotti con l’uniforme dell’Autorità erano tornati per le strade delle principali città palestinesi ( per la prima volta dopo oltre due anni) e l’esercito israeliano stava valutando se permettere agli agenti di portare anche armi. Ma ieri la polizia ha evacuato le sedi di Betlemme temendo un raid di Tsahal.
La strage è stata rivendicata dalle Brigate Al Aqsa, la fazione vicina al Fatah di Yasser Arafat, ed è coincisa come una bomba a orologeria con le operazioni per lo scambio di prigionieri tra lo Stato Ebraico e l’Hezbollah libanese. « Il messaggio dei terroristi è chiaro — spiega Yoram Schweitzer, del Centro Jaffee per gli studi strategici — . Gli estremisti palestinesi non accettano che gli Hezbollah abbiano guidato le trattative, attirando tutta l’attenzione internazionale su di loro.
La liberazione di oltre 430 prigionieri arabi è un successo del Partito di Dio e le fazioni a Gaza e in Cisgiordania temono di venire danneggiate » .
I vertici dell’Autorità palestinese sono stati lasciati fuori dai negoziati e non hanno potuto influire sui nomi da inserire nella lista dei detenuti da scarcerare.
« Nessuno di loro ha saputo chi c’era nell’elenco — ha commentato Danny Rubinstein sul quotidiano israeliano Haaretz
— fino a quando non è stato reso pubblico. Gli sforzi dell’Anp sono sfociati in risultati patetici » .
Il premier Abu Ala, che ha condannato l’attentato ricordando anche i morti di Gaza, mercoledì aveva incontrato l’inviato di Bush per il Medio Oriente. A John Wolf aveva promesso di essere pronto a riprendere le trattative per arrivare a un incontro con il primo ministro israeliano. Ieri la Casa Bianca ha chiesto che l’Anp agisca contro il terrorismo.
Dopo l’attacco, Sharon ha cancellato un vertice che avrebbe dovuto affrontare assieme ad americani, palestinesi e donatori internazionali la crisi umanitaria nei Territori. « E’ il ventinovesimo attentato suicida a Gerusalemme — ha commentato un portavoce del governo — . La carcassa di quel bus è la prova che Israele deve garantire protezione ai suoi cittadini con la barriera di sicurezza » .
AVVENIRE - "Strage kamikaze sul bus: 11 morti a Gerusalemme"
Due articoli di Graziano Motta, corretti ed esaurienti come sempre, ma il titolo del secondo articolo, sulle reazioni all'attentato, è fuorviante: "Sharon convoca i generali: Pronti alla rappresaglia". Chissà perchè quando Israele si difende è una "rappresaglia".

LA STAMPA - "Poliziotto-kamikaze a Gerusalemme, 10 uccisi"
Corretto il pezzo di Aldo Baquis.
L'articolo a commento di Fiamma Nirenstein viene pubblicato a parte su IC, si veda la voce "La Stampa".

LA REPUBBLICA - "Tornano i kamikaze, strage sul bus"
Corretto anche il pezzo di Daniele Mastrogiacomo.
L'articolo di Sandro Viola viene analizzato separatamente su IC. Si veda la voce "Repubblica" di oggi.

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