Gheddafi invoca la protezione Usa
C'entrerà la caduta di Saddam? Noooooooooooooo
Testata: Corriere della Sera
Data: 23/01/2004
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Soldati Usa in Libia e Bush verrà in visita»
Magdi Allam,sul Corriere della Sera, fa un resoconto sull'evoluzione dei rapporti tra Stati Uniti e Libia, in particolare sul piano strategico militare. Un cambiamento a 360 gradi. Da verificare.
La Libia del colonnello Gheddafi si preparerebbe a ospitare basi e militari americani e a ricevere il presidente Bush.
Lo ha anticipato Mohammad al Zanati, presidente del Parlamento libico, in un’intervista a un settimanale arabo.

Chi avrebbe mai immaginato che 35 anni dopo aver cacciato gli americani dal suolo libico all'indomani del colpo di Stato repubblicano del primo settembre 1969, dopo essere stato a lungo lo sponsor del terrorismo internazionale di ogni colore impegnato nella crociata contro l'Occidente, dopo essere stato il bersaglio della rappresaglia militare, politica ed economica statunitense in quanto esponente di spicco dell'Asse del Male, l'eccentrico e imprevedibile colonnello Gheddafi potesse riaprire le porte a quelle stesse forze che lo bombardarono nel 1986, ospitare basi e militari americani, stipulare un trattato di reciproca difesa con gli Stati Uniti e accogliere a braccia aperte il presidente Bush? Ebbene, non si tratta di fantapolitica. Gheddafi ci ha abituato a tutto. Ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto. Anche se, questa volta, è proprio il caso di dirlo, la realtà va al di là della più fervida immaginazione.
Ad anticipare la svolta storica è il presidente del Parlamento libico Mohammad al Zanati.
In seno al regime della Jamahiriya, letteralmente il « governo delle masse » , Zanati almeno in teoria dovrebbe sedere al vertice del potere. Di fatto in Libia non c'è foglia che si muova se non l'ordina Gheddafi. La sua testimonianza non può quindi che essere stata autorizzata dal « fratello leader » , come ama farsi chiamare Gheddafi che disdegna il titolo ufficiale di « capo dello Stato » perchè formalmente la Libia sarebbe una entità diversa da tutti gli altri Paesi del mondo.
Sentiamo dunque che cosa ha rivelato Zanati nel corso di una intervista concessa all'autorevole settimanale arabo
Al Majalla: « Gli Stati Uniti si sono impegnati a proteggere la Libia da qualsiasi aggressione esterna. Ed è ciò che ci ha incoraggiato a svelare i nostri piani relativi alla produzione delle armi di distruzione di massa » .
Già l'annuncio dell'impegno militare americano è una novità di rilievo. Zanati fa riferimento al recente impegno a distruggere i propri arsenali nucleari, chimici e batteriologici a seguito della scoperta di una nave diretta in Libia con a bordo migliaia di componenti destinati alla fabbricazione di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio. Il sequestro del carico avvenne lo scorso ottobre nel porto di Taranto, grazie a una operazione congiunta dei servizi segreti italiani, tedeschi e americani.
Proprio in questi giorni sono al lavoro in Libia degli ispettori americani, britannici e dell' Aiea ( Agenzia internazionale per l'energia atomica) per individuare ed eliminare le armi proibite. Zanati si spinge oltre nelle sue rivelazioni: « Sono in corso delle trattative per stipulare un Trattato di reciproca difesa che consentirà lo stazionamento di soldati americani in territorio libico con il compito di proteggerci » . Mai nessuno statista arabo, neppure i più conservatori sceicchi del Golfo si erano lasciati andare a tale livello di compiaciuta ammissione del legame strategico con la superpotenza mondiale: « Ci sono già state delle consultazioni per firmare accordi di sicurezza e militari che daranno vita a delle manovre militari congiunte » .
Sugli impegni già presi chiarisce: « Il mese prossimo giungerà in Libia una delegazione militare americana per vagliare le nostre necessità in materia di armamenti » . E, quasi a voler confermare che non si tratta affatto di chiacchiere, bensì di intese definite al massimo livello, Zanati afferma: « Tutto ciò e altro ancora saranno al centro dei colloqui che il presidente americano terrà in Libia. Credo che la sua visita avverrà prima della fine dell'anno » .
L'artefice della svolta è stato Seif al Islam Gheddafi, il figlio del leader libico, indicato come suo probabile successore. E' lui che presiede la fondazione che, per salvare la faccia allo Stato libico, ha pagato gli ingenti risarcimenti alle vittime dell'attentato al Jumbo della Pan Am sui cieli di Lockerbie il 21 dicembre 1988 ( 270 morti, 2,7 miliardi di dollari di indennizzo) e dell'attentato al Dc- 10 francese dell'Uta sui cieli del Niger il 19 settembre 1989 ( 170 morti, tra cui 10 italiani, 170 milioni di dollari di indennizzo). E' stato lui l'uomo delle trattative segrete con gli americani svoltesi a Washington e Londra. Da parte americana si sottolinea invece il peso delle multinazionali petrolifere: « I responsabili delle compagnie petrolifere hanno avuto un ruolo enorme nel favorire il miglioramento dei rapporti con la Libia. Noi abbiamo offerto loro delle concessioni speciali in campo petrolifero.
Attualmente la nostra produzione è di 1,5 milioni di barili al giorno e salirà a 3 milioni entro il 2020 » . Insomma « business is business » . Addio rivoluzione terzomondista.
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