Per chi è curioso di cucina ebraica
un articolo e qualche consiglio per saperne di più
Testata: Corriere della Sera
Data: 18/01/2004
Pagina: 23
Autore: Marco Gasperetti
Titolo: Il cibo « kosher » fa proseliti in Italia
Oggi è domenica. Informazione corretta offre ai suoi lettori un bell'articolo uscito stamane sul Corriere sulla cucina Kasher. Chi volesse un libro di ricette non deve far altro che andare in libreria e scegliere fra una buona produzione di volumi.
Dopo i primi assaggi
Il cibo « kosher » fa proseliti in Italia
Quella sulla produzione alimentare ebraica è la più antica certificazione di qualità

Carne, verdure, yogurt: i severi controlli convincono i consumatori


Solo negli Usa è un business da 150 miliardi di dollari con un trend in e l’apertura, ogni anno, di nuovi negozi specializzati. Ma anche in Europa, e in Italia, le vendite di cibo kosher ( o kasher) hanno registrato un boom, soprattutto dopo la psicosi di « mucca pazza » . Kosker è la prima certificazione di qualità del cibo della storia, nasce migliaia di anni fa con la religione ebraica e impone ai suoi praticanti di mangiare alimenti genuini. I prodotti kosher sono seguiti da commissioni di rabbini e il controllo è eseguito su tutta la filiera.
« Con una severità che spesso supera le norme sanitarie dei Paesi occidentali — spiega Gadi Polacco, della Comunità israelitica di Livorno, una delle più importanti d’Italia — . La carne kosher, per esempio, non deve contenere medicinali e l’animale deve essere sano. Stesso discorso vale per pesce, verdure, latticini, vini, frutta, dolci. Ecco perché anche in Italia ci sono molte persone non ebree che acquistano questi prodotti. La consapevolezza, poi, che a decidere la qualità siano regole religiose e non commerciali, dà alle persone una maggiore sicurezza » .
I cibi kosher hanno una certificazione. In Italia il marchio è concesso dalle varie ( circa una ventina) comunità israelitiche, mentre negli Stati Uniti esistono organizzazioni no profit come KosherOu ( ha sede a New York) che garantisce più di 250 mila prodotti in 5 mila stabilimenti alimentari sparsi in 60 Paesi. Non è indispensabile che gli alimenti siano prodotti da stabilimenti particolari, ma devono rispettare le norme di qualità specifiche: kosher, per esempio, sono lo yogurt Yomo, la cioccolata Lindt, gli olii extravergine Carapelli e Bertolli, il vino di Pitigliano ( qui è nata la prima vendemmia kosher italiana), la carne di tipo Chianina ed il pollame proveniente dal senese. « Anche in Italia stiamo pensando di avviare un censimento — dice il rabbino Pino Arbib, della Comunità israelitica di Roma — e a realizzare una struttura per coordinare gli accertamenti. Sono moltissimi i produttori italiani che chiedono la nostra certificazione e c’è bisogno di un organismo capace di far fronte alle richieste » .
Ci sono negozi specializzati, come il Kosher- Point di Roma, ( « lavoriamo molto anche per i non ebrei e abbiamo servizio catering per i grandi hotel, come lo Sheraton » , spiegano al negozio), ma pure ristoranti, trattorie, rosticcerie, con ricette tipiche ebree. Nella campagna toscana di Collesalvetti, tra Pisa e Livorno, stanno nascendo agriturismi kosher. « Abbiamo avviato i primi contatti con operatori italiani e israeliani — conferma il sindaco Nicola Nista — e potremmo partire già tra pochi mesi".
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