Ben fatto signor ambasciatore
quando l'arte è al servizio del terrorismo
Testata: Corriere della Sera
Data: 18/01/2004
Pagina: 13
Autore: Davide Frattini
Titolo: L'Ambasciatore israeliano danneggia opera d'arte dedicata a una kamikaze
L'ambasciatore israeliano in Svezia Zvi Mazel ha interrotto la tradizione che vuole le proteste diplomatiche solo per via scritta o orale. Maze ha usato le mani e ha mandato all'aria una "opera d'arte" che raffigurava la terrorista palestinese che aveva sterminato 21 israeliani in un ristorante di Haifa. La sua foto galleggiava in una vasca colma di liquido rosso sangue. Titolo dell'opera: "Biancaneve e la follia dlla verità".
Tralasciamo il fatto che l'autore sia un israeliano che vive con la moglie svedese a Stoccolma. Anche Israele ha suoi Agnoletto, Casarini & C., non saremo certo noi a stupircene, volendo la lista è interminabile. Diciamo complimenti all'ambasciatore Mazel. In una mostra che aveva rifiutato un'opera d'arte israeliana perchè non piaceva alla Siria, bene ha fatto a mandare all'aria Biancaneve. Povero Walt Disney, se vedesse mai che sembianze ha preso la sua creatura !
Ancora una volta, bravo ambasciatore.
Ne scrivono molti giornali. Scegliamo il pezzo di Frattini sul Corriere perchè è il primo ad essere uscito su internet. Oltre ad essere preciso e accurato.
Eccolo:Incidente diplomatico in Svezia
L’ambasciatore israeliano danneggia opera d’arte dedicata a una kamikaze
DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME — La foto di una kamikaze sorridente veleggia sopra una piccola barca bianca in una vasca piena di liquido rosso sangue. « Biancan eve e la follia della verità » per i curatori svedesi della mostra è un’opera d’arte. Ma quando l’ambasciatore israeliano a Stoccolma se la trova davanti, non si trattiene: stacca tutti i fili delle lampade che illuminano la struttura e getta un faro nell’acqua. La protesta fa intervenire il direttore del museo, che gli chiede di andarsene.
L’incidente all’inaugurazione di venerdì sera ha aperto uno scontro diplomatico tra Israele e la Svezia. Il ministero degli Esteri svedese ha giudicato « totalmente inaccettabile » il gesto dell’ambasciatore Zvi Mazel e lo ha convocato per domani. Lo Stato ebraico accusa Stoccolma di non aver rispettato gli accordi presi: « La mostra è legata a una conferenza sul genocidio che si apre alla fine del mese. Il governo di Stoccolma si era impegnato a non fare riferimenti al conflitto in Medio O r i e n t e . Se l’opera non verrà ritirata, non parteciperemo alla conferenza » . L’ambasciatore ha raccontato di essere rimasto scioccato da quella che ha definito una « mostruosità intollerabile che glorifica gli attentati suicidi » .
« Sapevo dai giornali che sarebbe stata esposta ed ero deciso a protestare. Quando io e mia moglie ci siamo fermati davanti alla vasca, abbiamo cominciato a tremare » . La foto è quella di Hanadi Jaradat, che il 4 ottobre si è fatta saltare in un ristorante di Haifa uccidendo 21 persone, uno degli attentati più sanguinosi della seconda intifada. « Sulla parete c’era un testo che giustificava la sua azione — continua Zvi Mazel — e non potevo sopportare di vedere una terrorista ben truccata che galleggia serenamente tra i fiumi di sangue dei mie fratelli. Così ho solo staccato tutte le spine » .
L’opera è stata realizzata da Dror Feiler, un israeliano che vive in Svezia, e dalla moglie Gunilla Skold. L’artista è un attivista del gruppo di Stoccolma Jews for Israeli- Palestinian Peace che ha iniziato una campagna contro il governo di Ariel Sharon e sostiene il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza e dalla Cisgiordania. « L’installazione — spiega Feiler — vuole far capire come le persone deboli se vengono lasciate sole possano essere capaci di atti orribili » . E aggiunge: « Quello dell’ambasciatore è stato un gesto vandalico per impedire la libertà d’espressione » .
Secondo Israel Radio, un’opera che presentava il conflitto da un punto di vista israeliano è stata esclusa dalla mostra dopo pressioni della Siria.
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