Nelle pieghe di un articolo di Umberto De Giovannangeli (in viene registrata la ventilata ipotesi da parte israeliana della cattura dello sceicco Yassin, spietato foraggiatore materiale e spirituale di terroristi), troviamo qualcosa di assolutamente positiv.Udg descrive con un giusto tono una notizia quanto meno confortante, anche se circoscritta ed isolata, e cioè la presa di coscienza da parte di una famiglia palestinese.Esalta il martirio, Ahmed Yassin. Ma non tutti a Gaza sono disposti a seguirlo sul sanguinoso cammino della jihad.
A testimoniarlo è l’atteggiamento della famiglia al-Riashi.
Cioè la famiglia della giovane donna carnefice che ha fatto strage di israeliani al valico di Erez
Ostilità. Rifiuto di farsi parte collaudata messa in scena propagandistica, per la quale i familiari dell‘ "eroe" ringraziano Allah per aver scelto il proprio figlio, o figlia, per compiere una "operazione di martirio".
I parenti di Rim al-Riashi non ringraziano Allah e e tantomeno i reclutatori di Hamas che hanno scelto la ventunenne kamikaze per portare avanti la loro strategia terroristica.
I genitori non hanno voluto che i funerali di Rim fossero trasformati in una manifestazione politica in favore della guerra santa contro Israele.
"Hanno usato Rim per i loro giochi di potere" si lascia andare un cugino della madre-kamikaze.
Un pezzo, quello di Udg, privo della abituale faziosità-sbilanciamento. Ci auguriamo che sia solo l'inizio e che prosegua. Almeno lo speriamo. Vedremo.Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita. lettere@unita.it