Questo testo è arrivato a Informazione Corretta da un suo lettore che studia arabo in una università italiana. Sotto forma di diario racconta una esperienza che va oltre la didattica. E' la dimostrazione di quanto la "militanza" integralista e fondamentalista abbia messo radici solide. Non bastava la propaganda quotidiana nelle scuole. Adesso ci si mettono anche i docenti universitari. Nel nostro caso, egiziano, non palestinese.
Il diario verrà pubblicato settimanalmente. Ecco la prima puntata (in due parti):Ho iniziato a frequentare un corso di arabo con l'inteno di conoscere maggiormente la cultura araba, oltrechè la lingua (che vorrei veramente poter
parlare). Il motivo è semplice: non ho mai trovato nulla di più interessante che stare a parlare per ore con persone che hanno idee diverse dalle mie, con
l'unico intento di confrontarsi. Questo, che doveva essere un corso di arabo, si è con il tempo rivelato però una vetrina di propaganda, in cui molto spesso
venivano diffuse notizie false con il solo scopo di discreditare alcuni e di dar fondamenta alle proprie tesi. Ho mandato molte mail al Docente, contestandogli tutti gli errori (perché di questi si tratta), ma in cambio ho solo ricevuto dei "Lei non sta attento", lei dovrebbe fare più attenzione", etc. fino ad arrivare ad una lettera aperta a tutti gli iscritti, in cui si
pregava di "non bombardare di mail il docente con intenti provocatori". Sono andato a parlare personalmente al docente, per cercare di evitare inutili incomprensioni. Questa possibilità mi è stata negata. Ma evidentemente questi non era dell'idea che ci sia spazio per confrontarci. Informazione Corretta,
a cui va tutta la mia gratitudine per lo spazio datomi, evidentemente, la pensa in modo diverso.
*Appunti della prima lezione*
E' la prima lezione. Sono un po' emozionato. L'aula è fredda, anzi gelata. Eccolo, arriva, passo veloce, vestito elegantemente "Buona Sera a tutti, io sono il Docente",...."il corso andrà avanti fino a giugno, a meno che qualcuno non mi uccida prima", pausa televesiva, "che ne so, George Bush". E siamo solo
all'inizio. Da subito mi sorge il dubbio di essermi iscritto ad un corso in cui di fatti se ne parlerà poco, mentre si darà largo spazio alle opinioni. Quelle, però, del docente, non di altri. Poco dopo viene distribuito un foglio in cui vi è scritto che "il Docente ha la potestà di allontanare dalle lezioni chiunque possa recare fastidio." Il corso è gratuito, è frequentato da persone per lo più di mezza età, mi chiedo "perchè mai qualcuno dovebbe venire qui a fare casino?". Presto avrò una risposta, nel frattempo inizio a temere di essermi iscritto ad una serie di comizi chiamati lezioni. Per fugare ogni sorta di dubbio sulla sua parzialità, il Docente tiene a chiarire qualche punto in
particolare: "Guardate che la cultura araba è vastissima. Gli arabi hanno inventato i numeri. Li hanno presi dall'India e poi li hanno utilizzati". Ma
come, li hanno inventati o li hanno presi da un'altra cultura? Da cosa ci è dato sapere li hanno presi dagli indiani e poi li hanno utilizzati. Non c'è nulla di cui vergognarsi: la rivoluzione inglese si ebbe grazie a scopiazzamenti, furti e miglioramenti di invenzioni altrui. Dunque,...Dunque gli arabi hanno inventato i numeri anche se li hanno presi dall'India. Ovvio, no? La prima lezione si conclude così, il meglio dovrà però ancora arrivare.
*Appunti della seconda lezione*
La seconda volta è sempre più bella della prima. Ti ricordi le emozioni di quella prima volta, ma le vuoi vivere davvero, più intensamente: sarò accontentato. Inizia la seconda lezione: ci dedichiamo per un'oretta e mezza sulla grammatica. Finita questa inizia la parte del corso dedicata alla cultura. Questa volta, la storia dell'Iraq.
A grandi linee il docente ci parla della composizione etnica dell'Iraq, della sua geografia, e poi sella sua storia nel XX secolo. In modo abbastanza obiettivo sale ogni gradino della storia dell'Iraq, fino ad un anno cruciale: il 1979. In quell'anno "l'URSS invade l'Afghanistan, in Iran si ha la rivoluzione komeinista e in Iraq sale al potere Saddam Hussein, il quale lo
stesso anno, sotto pressione degli Stati Uniti, attacca l'Iran". E' così? No. Saddam attacca l'Iraq l'anno dopo, nel 1980. E gli Stati Uniti allacciano delle relazioni con l'Iraq solo nel 1983. Ma andiamo avanti: "sotto Saddam l'Iraq viene completamente modernizzato, e il sistema sanitario e quello scolastico si elevano fino a diventare tra i migliori del medio oriente". Vero, peccato che comunque fosse una delle più brutali dittature del tempo. Anche noi abbiamo uno che ha fatto delle cose buone, quello che ha bonificato l'Agro Pontino. Ma va avanti: "l'Iraq era un paese ricco fino al 1991. Da allora, non più. L'embargo imposto con la fine della guerra aveva l'obiettivo di far regredire la popolazione e la società irachena". Prove di tale tesi, neanche una. Per quale motivo gli Stati Uniti dovrebbero far regredire un popolo? Non ce lo dice, ma è così. Allora siamo soddisfatti. Mi chiedo perché si sia sbagliato sull'anno
dell'inizio della guerra. Il tempo è tiranno, ma è questo il motivo?Probabilmente no. In questo modo ha reso più incisiva la sua tesi per cui gli Stati Uniti si sarebbero subito alleati all'Iraq di Saddam perchè questo facesse una guerra al loro ex migliore alleato nella zona, l'Iran. Su una sola cosa ha ragione: sotto Saddam l'Iraq migliorò veramente. Per questo gli Stati
Uniti gli si avvicinarono. Era "una speranza" come ha scritto John Keegan. Purtroppo poi da speranza si è trasformato in incubo. Inshall'allah.