Israele-Libia
un'attenta analisi
Testata:
Data: 10/01/2004
Pagina: 3
Autore: Aldo Torchiaro
Titolo: Si ferma a metà strada la maratona diplomatica di Gheddafi
Sul RIFORMISTA un interessante articolo di Aldo Torchiaro sui rapporti Israele-Libia.
« Abbiamo voltato pagina », dichiara soddisfatto
a Parigi il direttore della Fondazione
Gheddafi, Saleh Abdu Salam. Una pagina da
girare, quella apertasi con l’ammissione di responsabilità
per l’attentato al Dc-10 Uta, costata
ieri alla Libia centosettanta
milioni di dollari: uno per ciascuna
delle vittime. Il ministero degli
esteri francese non ha fatto in tempo
ad accompagnare a Sharm El-
Sheik i parenti dei passeggeri caduti
in mare con il volo Flash Air,
quando si ritrova a celebrare, in
tutt’altro clima, la conclusione di
un’altra tragedia dell’aria.
L’accordo tra Francia e Libia
prevede tempi stretti per la liquidazione della
somma pattuita. Ma se un primo assegno da
42,5 milioni di dollari è stato già versato tra
strette di mano ed una pioggia di flash dei fotografi,
tutt’altra aria ha visto dissolversi, nei
giorni scorsi, un altro tentativo di pacificazione,
assai più clamoroso: quello tra Libia e
Israele. Incontri segreti si sono tenuti intorno
alla fine del mese di dicembre 2003, proprio a
Parigi, tra ufficiali libici e una delegazione
israeliana, alla cui guida era il diplomatico Ron
Prosor. Ma tra Libia e Israele la pagina da girare
si è fatta improvvisamente pesante. Non
che si trattasse di un vero e proprio negoziato
bilaterale, ma il solo fatto che un
avvicinamento preliminare - ancorché
sotterraneo - fosse in atto è
una novità sostanziale. Bruciata
però sulle prime pagine della stampa
di tutto il mondo, quando Gerusalemme
ha ritenuto di dover rendere
di pubblico dominio l’apertura
di un canale diplomatico al quale
evidentemente ha da subito creduto
poco: al premier Sharon, infatti,
il 6 gennaio veniva riportato con scetticismo
che «l’iniziativa libica non appare seria». Il
quotidiano kuwaitiano Al-Siyasa riferisce tuttavia
che un primo incontro si sarebbe tenuto
Vienna in agosto, nell’ambasciata americana.
libici erano decisi a normalizzare le relazioni
scrollarsi il peso delle sanzioni, e avrebbero
espresso il desiderio di normalizzare i rapporti
tra i due paesi. Gli israeliani avrebbero replicato
che, per farlo, doveva essere consentito ad
un gruppo di osservatori di Gerusalemme di
recarsi in Libia per monitorare il loro apparato
di difesa, sulla scorta delle ispezioni Onu.A
Tripoli è calato il gelo. Gheddafi stava già presagendo
di dover ingoiare altri bocconi
amari, lungo il cammino della
sua catarsi, per vedersi circondare
da agenti del Mossad. E a Parigi è
giunto un nuovo no a questa ipotesi,
in nome del fatto che El Baradei
avrebbe già visto tutto.
Così a Ron Prosor, tornato in
patria, non rimaneva che far saltare
ogni illusione di dialogo. Un ottimo
mezzo per chiudere la "partita a
tre" che il leader libico aveva innescato con
Israele e Stati Uniti, in cui la pace con i primi
veniva scambiata con la fine delle sanzioni
commerciali dei secondi. "Peccato", avranno
sospirato i deputati israeliani Ilan Shalgi (dello
Shinui) e Ephraim Sneh (del Labour). I due si
erano intrattenuti a loro volta, questa estate a
Londra, con Muhammar Gheddafi junior, che
nella capitale britannica sta completando gli
studi. Il più giovane dei figli di Gheddafi aveva
rivelato i risvolti di un piano di pace in Medio
Oriente messo a punto dal padre. Israele e Palestina,
fusi in un unico soggetto, chiamato
Isratina, avrebbero dovuto dare vita ad uno
stato binazionale, laico e perfettamente
bilingue. Disegno cui fa riferimento
da qualche giorno anche il
leader palestinese Abu Ala, che da
alcuni giorni ne parla come la logica
conseguenza dell’erezione del
Muro di difesa da parte israeliana.
L’ipotesi però non piace affatto ai
suoi collaboratori: l’editorialista
Hassan Khadhr scriveva ieri sul
quotidiano ufficiale dell’Autorità
Palestinese, Al-Ayyam: «Una volta Gheddafi
era il leader del panarabismo, adesso lascia la
Lega Araba. Una volta Gheddafi era il più
strenuo difensore della Palestina, adesso inventa
l’Isratina… Cosa passa per la sua testa?
». Con la velocità con cui volta le pagine
della storia ha fatto girare la testa a molti.
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