Fra tante anime belle ne spunta una pulita
A Milano un bell'esempio di portavoce (c'è già la clonazione?)
Testata:
Data: 08/01/2004
Pagina: 62
Autore: Claudio Sabelli Fioretti
Titolo: Radicale, ebreo, interista. E se la prende con destra e sinistra
Pubblichiamo l'intervista a Yasha Reibman uscita su SETTE, supplemento del Corriere della Sera. Notevole la capacità dell'intervistato a parlare chiaro. Reibman è portavoce della Comunità ebraica di Milano.
Ha fatto domande imbarazzanti a Prodi sui finanziamenti europei al terrorismo palestinese, ha accusato Asor Rosa di antisemitismo, ha fatto le pulci a Sabina Guzzanti che aveva osato nominare la «razza ebraica». Yasha Reibman, 29 anni, portavoce della Comunità ebraica milanese, medico, ex consigliere regionale radicale, non ne lascia passare una.

Yasha, è permesso parlare male di Sharon?
«Tranquillamente».

Tu ne parli male?
« No. Non è il mio compito. Ho un legame molto forte con Israele».

Gli israeliani partivano con un pregiudizio positivo, dovuto all’olocausto. Adesso per molti sono «cattivi». Dove ha sbagliato Israele?
«L’errore è stato difendersi e sopravvivere».

Troppo facile.
«Se gli israeliani nel 1948 fossero stati ributtati a mare, oggi diremmo tutti: "Quanto era bello Israele". L’errore è stato vincere cinque guerre e non farsi sterminare».

Questa spiegazione ti accontenta?
«La prima intifada ha creato l’immagine del carro armato contro il ragazzino con le pietre. Un’immagine che resiste nei mass media nonostante il terrorismo».

Però i ragazzini da una parte e i carri armati dall’altra c’erano.
«C’erano la piccola democrazia israeliana con oltre un milione di cittadini arabi da una parte, e le dittature arabe con duecento milioni di sudditi dall’altra. In televisione passano solo carri armati e ragazzini».

Possiamo almeno dire che gli ebrei sono cattivi comunicatori?
«Anche. Ma chi ascolta sente soltanto una campana».

Che cosa saprebbero se ascoltassero anche l’altra?
«Che i palestinesi vivono sotto una dittatura, quella di Arafat, che li condanna a morte quotidianamente dopo processi ridicoli. L’altro giorno un ragazzo palestinese che aveva una storia d’amore con un israeliano è stato condannato a morte. Fossi stato nella sinistra filopalestinese sarei insorto. Hai letto qualcosa?».

Tu sei andato con le bandiere di Israele ad una manifestazione di gay.
«E gli autonomi hanno sfasciato la mia bandiera».

E poi?
«Gli organizzatori hanno condannato l’aggressione. Oggi nei gay pride si ricorda che Israele è l’unico posto dove gli arabi gay non rischiano niente».

Tu sei un non violento?
«Sono non violento ma non pacifista. Certe volte dire "Pace, pace" non serve».

E Israele?
«Israele ha un esercito e tutti gli eserciti usano la violenza. Però è un esercito con regole. Gli israeliani non possono sparare sui palestinesi quando gira loro il piffero».

Succede.
«E i responsabili vanno in galera».

In Europa c’è antisemitismo?
«È come un fiume carsico che ogni tanto torna su».

Di destra o di sinistra?
«Non dico mai destra o sinistra, ma una certa destra e una certa sinistra. Anche se D’Alema dichiarazioni brutte su Israele le ha fatte».

Tipo?
«Israele Stato terrorista. Davvero eccessivo. Anche Dini l’ha detto».

Allora, la risposta?
«Che ci siano gruppi nazisti antisemiti è ovvio. Ma è evidente che una destra politica come Alleanza Nazionale ha intrapreso un percorso lungo e sofferto. Un cammino lento».

Non si può pretendere tutto e subito.
«C’è chi ha preteso di farlo. Giorgio Bocca scriveva cose antisemite. Poi improvvisamente è diventato paladino dall’altra parte. Senza travaglio storico».

Il sospetto è che ci sia una dose da cavallo di opportunismo nelle recenti dichiarazioni di Fini.
«L’opportunismo è una categoria morale, non politica. Non spetta agli ebrei sdoganare o dare medaglie».

E la sinistra? È contro Sharon o contro Israele?
«Durante il processo di pace, con Rabin, quando si stringeva la mano ad Arafat, non ricordo sui muri del Leoncavallo bandiere di Israele. Non ho visto manifestazioni no global con bandiere palestinesi e israeliane insieme per dire: "Viva la pace"».

Te la sei presa con Prodi.
«Gli ho chiesto: "L’Europa controlla che fine fanno i soldi dati ai palestinesi?». Sembra che finanzino i gruppi terroristici e i libri di testo dell’odio, dove c’è scritto che gli ebrei sono infidi e traditori. E fanno l’esaltazione del martirio attraverso l’analisi logica: io sono martire, tu sei martire, egli è martire».

Hai anche attaccato il professor Asor Rosa. E Sabina Guzzanti.
«Asor Rosa nel suo libro ha scritto: "La razza ebraica da perseguitata a persecutrice"».

Si dice razza ebraica in senso traslato. Come quando si dice «razza padrona».
«A me disse durante un dibattito a Fahrenheit: "Mi sono espresso male". La sera stessa, al "Franco Parenti", gli ho detto: "Se si è espresso male potrebbe modificare la prossima edizione". E lui: "Non potete chiedermi delle abiure". Io non ce l’ho con Asor Rosa. Ma ha scritto delle cose che poi danno giustificazioni a chi voglia mettere le bombe».

E la Guzzanti?
«Un professore di storia poteva sicuramente capire che stava facendo un collegamento tra leggi razziali e razza ebraica. Ma gli altri 5 milioni di telespettatori hanno sentito soltanto "razza ebraica". E già usare questa espressione è un problema».

Anche tu, in questo momento, hai usato l’espressione «razza ebraica».
«Perché stiamo spiegando di che cosa si sta parlando».

Vale per te e non per la Guzzanti?
«In televisione, di corsa, bisogna usare una sensibilità speciale. Ma con la Guzzanti ci incontreremo, spero, e chiariremo tutto».

Sei riuscito a parlarle?
«Dopo una settimana di inseguimento. Ieri».

Che cosa ti ha detto?
«Non riusciva ad articolare bene. Ho l’impressione che non riesca a dire la cosa più semplice: "Vabbè, ho sbagliato, non lo faccio più, ho capito il problema". È veramente così difficile?».

Ha detto che con te discute purché possa parlar male di Sharon.
«Satira unilaterale…».

La par condicio della satira? Ti ha già sgridato Lerner per questo. Mica è obbligatorio fare satira su Arafat.
«Sbaglia Lerner. È un grande amico e un grande giornalista ma sbaglia a coprire la Guzzanti».

Parlavamo della par condicio.
«Arafat con i soldi destinati ai palestinesi mantiene la moglie a Parigi a fare shopping e non le viene in mente nulla da ridere in due ore di spettacolo? Le viene in mente solo che in Israele usano le armi chimiche contro i palestinesi? Ma dove l’ha letta una stupidaggine del genere?»

Fammi qualche esempio di antisemitismo in Italia.
«Dicono che nella redazione della Padania ci siano svastiche e foto di SS appese dietro le scrivanie di qualcuno. Difficile crederci, ma se fosse vero sarebbe preoccupante».

I tifosi usano spesso slogan antisemiti.
«Io sono interista, e molto. A un Inter-Napoli di anni fa c’era lo striscione "Hitler: con gli ebrei anche i napoletani". Al derby, il canto della curva interista era "Rossoneri ebrei"».

Solo gli interisti?
«I laziali avevano lo striscione "Curva Sud piena, sinagoga vuota"».

Non è molto divertente.
«Prima era peggio. Un giorno, avevo quattordici anni, mi ero talmente rotto che andai allo stadio con la bandiera di Israele».

Andavi a cercartele.
«Sempre nascosti dobbiamo stare? Poi ho imparato che i gesti simbolici vanno bene ma solo se vengono fatti in modo organizzato».

Come è finita allo stadio?
«Ero al terzo anello rettilineo. Dalla curva si sono messi tutti a fischiarmi. E poi mi hanno urlato: "Comunista!"».

C’era da giurarlo. Dove sei nato?
«In Israele, da padre israeliano e madre italiana. Entrambi di origine lituana. Mio nonno ha conosciuto sia le prigioni sovietiche che il campo di concentramento italiano».

Sei stato molto in Israele?
«Pochissimo. Subito dopo la mia nascita i miei si sono separati ed io sono tornato a Milano con la mamma».

Scuole?
«Asilo pubblico. Ma volevano che dicessi le preghiere al mattino. Allora andai alle scuole ebraiche».

Hai mai subito discriminazioni?
«Mai».

Nemmeno quelle striscianti? La ragazza che ti lascia perché sei ebreo?
«Le ragazze mi lasciano a prescindere».

La tua canzone dell’amore?
«Autogrill, di Guccini. Guccini era la mia passione. Poi in un concerto a Pavia, nel presentare Auschwitz, disse: "Le vittime che diventano carnefici».

Linea Asor Rosa.
«Gli scrissi una lettera. Non mi rispose».

Sei fidanzato?
«No. Magari qualche ragazza legge l’intervista e mi chiama».

Sei timido.
«Ho cominciato a frequentare l’"Hashomer Hatzair", il movimento giovanile sionista socialista, a 8 anni, perché mi piaceva una ragazza, Alessandra. Ma non ci provai mai».

Mai?
«Gliel’ho detto solo due anni fa».

Timido e lento.
«E imbranato. Lei andava in colonia in Friuli. Io chiesi a mia madre di mandarmi in colonia. Però non le dissi il motivo. E finii in Toscana».

Ogni tanto, sui muri della Rai, compaiono scritte antisemite. Contro Mimun per esempio.
«Ma anche contro Paolo Mieli».

Deve esserci un idiota recidivo in Rai.
«Per combinazione quel giorno il Tempo di Roma fece un editoriale in cui si sosteneva che "c’erano troppi ebrei nella comunicazione"».

Altri giornali in Italia si lasciano andare a commenti del genere?
«Contro Israele il Manifesto è pesante».

Opinioni politiche.
«I palestinesi vengono assassinati, gli israeliani muoiono. Il terrorista che fa saltare il ristorante è martire della resistenza palestinese».

Anche voi però: i palestinesi sono terroristi, gli israeliani soldati.
«Gli israeliani hanno un esercito che ha una divisa. Yasser Arafat in una lingua dice che vuole fare la pace e in un’altra incita al martirio. Un milione di martiri marceranno su Gerusalemme, ha detto. E hanno i civili come obiettivo».

Anche fra i palestinesi ci sono molti morti civili.
«Se i martiri avessero una divisa non ci sarebbe problema a distinguere. Gli israeliani tentano in tutti i modi di evitare morti civili. Ogni volta che abbattono un edificio dell’Anp, prima avvertono».

I bambini…
«I bambini, come dice la convenzione dell’Onu sui diritti dei bambini, non dovrebbero stare sul fronte di guerra».

A sinistra si dice: che cos’altro possono fare i palestinesi?
«Che i palestinesi siano vittime non c’è dubbio. Vittime della loro dirigenza, che poteva avere uno Stato nel ’48 e non lo ha voluto, nel ’67 e non lo ha voluto. Nel 2000 Arafat non solo ha detto no, ma è sceso dall’aereo facendo il segno della vittoria. Il giorno dopo ha liberato tutti i terroristi che aveva arrestato negli anni del processo di pace».

Chi sono per te i voltagabbana?
«È sbagliato metterli all’indice. Chi può distinguere in una persona quanto è convenienza e quanto convinzione?»

Pensa ai professori che ebbero il coraggio di non iscriversi al partito fascista, mentre tutti gli altri lo facevano.
«Penso anche al professore che rifiutò di prendere la cattedra lasciata vuota dall’epurazione degli ebrei del ’38. Massimo Bontempelli. Bisognerebbe dedicargli una strada».

Come hai scoperto la politica?
«Per ammirazione nei confronti di Marco Pannella ed Emma Bonino che sono sempre stati gli unici a difendere Israele. È grazie a loro che ho potuto andare in giro per strada con i miei amici non ebrei senza dovermi vergognare. Mentre molti ebrei stavano zitti o magari facevano gli anti-israeliani, bruciavano le bandiere per piacere agli amici non ebrei».

Gli adulatori. Dove sono?
«A sinistra pochi. Non hanno tempo per adulare perché sono impegnati a litigare fra loro. A destra molti. E anche fra i radicali. Spesso diventano segretari del partito».

Ti piace l’attuale segretario, Capezzone?
«Sarebbe un ottimo giornalista. Venderebbe più copie di quanti voti possa prendere».

Tu hai fatto il consigliere regionale.
«Per due anni e mezzo. Mi sono dimesso quando sono stato nominato portavoce della Comunità».

Che bisogno c’è di un portavoce? C’è già il presidente.
«Il presidente delega».

Però tu dai un’intervista sul caso Guzzanti e gli altri dicono che parli a titolo personale.
Davide Bidussa, Roberto Jarach, Emanuele Fiano, Stefano Levi Della Torre…
«L’intervista era stata concordata insieme ai 19 consiglieri della Comunità, presidente per primo».

Fiano, ex presidente della Comunità ebraica di Milano e oggi capogruppo Ds in Comune, ha detto che la censura è peggio di una espressione sbagliata. Come dire che il tuo intervento è servito alla Rai per bloccare Raiot.
«È falso. Noi abbiamo sempre detto che il programma poteva continuare».

Voi avete dato l’arma e altri l’hanno usata.
«Il problema è che Fiano passa il tempo a giustificare. Giustifica anche D’Alema quando dice "Israele terrorista"? Ognuno ha un partito. Fiano i Ds, io Israele».

Se non ci fossero i radicali, per chi voteresti?
«Non voterei per Rifondazione. Ha aperto un congresso con le immagini dei palestinesi che morivano e, subito dopo, la Magnani che veniva uccisa da un nazista in Roma città aperta».

Tu dividi il mondo in filo-israeliani e anti-israeliani. Un po’ riduttivo.
«Non mi fido di chi, di fronte al conflitto arabo-israeliano, parla senza capire».

Voteresti Ds?
«Dipende. Fassino è equilibrato. D’Alema no».

Forza Italia?
«Berlusconi ha fatto alcune cose importanti».

I diritti civili dei ceceni? Il socialista tedesco kapò? Mussolini che manda le persone in vacanza al confino?
«Berlusconi improvvisa. Tante cose le fa bene. Su altre crolla».

Quando eri in consiglio regionale ti sei battuto contro l’aumento di stipendio.
«Guadagnavamo un sacco di soldi. Dodici milioni al mese. Ce lo siamo aumentato due volte. Ogni volta erano due milioni in più».

Ti piace Formigoni?
«Un po’ troppo amico di Saddam Hussein. Però la sua capacità di comunicazione è incredibile».

Esistono gli ebrei cattivi?
«Certo. E per fortuna anche gli ebrei stupidi».

Il nome di un ebreo cattivo.
«Tu me lo diresti il nome di un cattolico cattivo?»

Mille te ne direi, a cominciare dai vescovi. Il cardinale Florit che perseguitava don Lorenzo Milani era un cattolico cattivo.
«Baruch Goldstein era un ebreo cattivo. Andò a sparare col mitragliatore ai musulmani in preghiera. E anche Amir, quello che ha ammazzato Rabin».

Gioco della torre. Storace o Alemanno?
«Giù Storace. Sembra che al suo convegno girassero slogan tipo "Meglio uccisi che circoncisi"».

Borghezio o Boso?
«Butto Borghezio. Razzismo alla Bingo Bongo».

Panorama o L’espresso?
«Butto L’espresso. Su Panorama scrivono Sofri, un’autorità morale, e Farina, Ferrara. E Carlo Rossella è simpaticissimo».

Santoro o Socci?
«Butto Santoro. Faceva vedere i poveri palestinesi che soffrono e gli israeliani in discoteca a divertirsi e a fare l’amore. Sodoma e Gomorra. Intendiamoci. Lo butto, ma deve avere la sua trasmissione».

Ferrara o Polito?
«Chi è Polito?».

Non fare lo spiritoso.
«Ferrara ha fatto l’Israel Day».

Il Papa o il Dalai Lama?
«Salvo il Dalai Lama perché non chiede a nessuno di convertirsi».

La vita è bella o Train de vie?
«Butto La vita è bella. È un messaggio tremendo. Come fai a dire che la vita sia bella, nei campi di sterminio poi...».
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