Sharm el Sheik, incidente oppure qualcos'altro?
alcune coincidenze fanno riflettere
Testata:
Data: 08/01/2004
Pagina: 7
Autore: un giornalista
Titolo: Otto coincidenze e strani passeggeri sull'aereo caduto
Riportando le ipotesi del sito Debka.com, Il Riformista pubblica un interessante articolo sull'incidente aereo di Sharm el Sheik.
Quando il giorno dopo capodanno il gruppo yemenita Ansar Al Haq, «i supporter della giustizia islamica», rivendicò l'abbattimento del charter egiziano diretto a Parigi, quasi tutti smentirono che una siffatta paternità potesse essere attendibile. Anche perché i presuntissimi attentatori dissero di avere agito per vendicarsi della legge voluta da Chirac che proibisce di indossare il velo nelle scuole e negli uffici pubblici. Si abbozzò anzi un mezzo sorriso su chi metteva in giro simili voci. Da giorni, però, secondo il sito internet Debka file, che la tradizione vuole molto vicino alle attività degli 007 del controspionaggio israeliano, lo Shin Bet, proprio le intelligence israeliana ed egiziana stanno lavorando in gran segreto anche a questa ipotesi. Ci sono da risolvere sette piccole coincidenze e una più grande, la presenza di Blair a Sharm el Sheik, che renderebbero plausibile quanto meno l'ipotesi di un sabotaggio. Ci si chiede ad esempio, prima coincidenza, se sia solo un caso che questo disastro sia di fatto accaduto nel momento di massima allerta anti-terrorismo in tutti i cieli mondiali. Inoltre, seconda coincidenza, alcuni reports aggiornati di vari organismi di informazione e sicurezza segnalavano la presenza di terroristi di Al Qaeda riusciti a penetrare nell'area mediorientale. Per non parlare del fatto, di per sé stranissimo, e sono tre, che l'aereo sia scomparso dal radar senza un segnale di aiuto come se l'equipaggio a bordo fosse stato improvvisamente colto da un colpo di sonno. Qualcuno ha cominciato a parlare di testimoni che avrebbero riferito di un'esplosione in volo prima dell'ammaraggio. Viene anche ritenuto strano che non si sia salvato neppure un componente tra passeggeri ed equipaggio, come di solito avviene quando un aereo si inabissa in mare. Tra l'altro i frammenti ritrovati del velivolo sembrano troppo piccoli per essere compatibili con una semplice caduta in mare in fase di decollo. Anche l'ipotesi della scarsa manutenzione cozzerrebbe con le risultanze che indicano l'aereo come regolarmente controllato anche recentemente a Norway. Ci si chiede anche, sesta coincidenza molto sospetta, come mai con tutta quella folla di aerei e navi da guerra egiziani, israeliani e statunitensi presenti nell'area anche a scopo di deterrenza anti-terrorismo, nessuno abbia segnalato cosa fosse stato visto nei cieli di Sharm attraverso i potenti rispettivi radar.
C'è poi una coincidenza storica: nel 1999 si parlò subito di incidente quando ci fu l'ultima grande sciagura aerea della Egypt air (217 morti) nel Massachussets, pure quella volta poco dopo il decollo. In seguito venne svolta un'inchiesta interna da cui risultò che in realtà di atto di terrorismo si trattava, che a prendere i comandi era stato il secondo pilota Jamil Batouty, che non doveva essere in servizio quel giorno, e che questi portò l'aereo in stallo gridando «Allah è grande». Pare che a bordo ci fossero alcuni ufficiali delle forze armate aeree egiziane che avevano fatto un corso anti-terrorismo negli States e che questo Batouty era stato incaricato di farli fuori da un gruppo di Jihad islamica. Stavolta si parla di un gruppo di agenti egiziani che doveva andare in Francia per infiltrarsi in una cellula in sonno di Al Qaeda.
Ma la coincidenza più forte è quella che, superando le altre sette messe insieme, ha messo tutti in allarme e sta facendo riflettere anche le autorità egiziane se davvero archiviare l'incidente di Sharm El Skaik come tale: il primo ministro inglese Tony Blair insieme alla moglie e ai suoi quattro figli quel giorno stava finendo il proprio periodo di vacanza natalizia a Sharm el Sheik e forse quell'aereo doveva venir fatto cadere proprio sulla sua testa. Dal momento dell'incidente non si è più saputo niente sull'esatta «location» dei Blair, ma pare che si trovassero proprio su quella parte della costa del Sinai vicina alla quale l'aereo è caduto. Mistero per mistero, sempre Debka file ieri raccontava anche le rivelazioni di un giornalista siriano, Nizar Najoef, recentemente rifugiatosi in Europa. Questi avrebbe indicato almeno tre siti siriani che custodirebbero le armi chimiche e di distruzione di massa non rinvenute nell'Iraq di Saddam: si tratta di tunnel costruiti sotto Al Baida, del villaggio di Tal Snan e della città di Sjinsjar al confine con il Libano. Najoef dice di avere parlato perché sta morendo di cancro allo stomaco e ha anche ammesso le complicità del tiranno di Damasco, Bashar al Assad nell'occultamento.
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