Un nuovo stereotipo anti-ebraico e anti-Israele
l'ebreo del Mossad assetato di sangue. Sul giornale di Furio Colombo, ovviamente
Testata:
Data: 08/01/2004
Pagina: 12
Autore: Stefano Ferrio
Titolo: Polizia urbana alla trevigiana: i vigili addestrati da un agente del Mossad
Un articolo, quello di Stefano Ferrio, dalla scoppiettante ironia: si prende in giro, senza esclusione di colpi, l'amministrazione di centro-destra trevigiana per la decisione di chiedere ad un ex-agente del Mossad una consulenza in merito all'addestramento della polizia urbana locale.
Soprassedendo sulle beghe politiche interne italiane, ci colpisce però il modo con cui il giornalista dell'unità descrive l'ex agente del Mossad(...) L'identikit del Rambo dei Pizzardoni si precisa apprendendo che arriva addirittura dal Mossad, la celebre polizia segreta israeliana, con tanto di generalità in incognito, non divulgabili come si conviene a uno che sembra catapultato direttamente da un romanzo di John Le Carrè alla dura realtà delle strade di Treviso.
(...) ad esempio a Bassano del grappa-racconta lo stesso Dalmaso- ha già avuto modo di saggiare le competenze e le virtù del suo collaboratore israeliano, cresciuto alla dura legge del deserto, delle guerre-lampo e delle operazioni anti-intifada.
(...) Allo scopo di non fossilizzare sugli aspetti più muscolari ed inquietanti della vicenda-Mossad. (...)
Dopo il gobbo e barbuto ebreo deicida, dopo l'avido ebreo capitalista e strozzino, dopo l'ambiguo ebreo sovietico ed anarchico ecco a voi servito il nuovo stereotipo riguardo agli ebrei: l'israeliano bassetto ma muscoloso assetato di sangue.
Verrebbe quasi da sorridere se non si pensasse che certi stereotipi, nati e proliferati nella grassa ignoranza di cui Stefano Ferrio ci fornisce ogni un esempio agghiacciante, hanno condannato alla morte milioni e milioni di ebrei, negli ultimi duemila anni.
Caro Stefano Ferrio, il Mossad non è una squadraccia neonazista, come lei suggerisce seppur nascondendosi dietro la maschera dell'ironia: il Mossad è un corpo di polizia che grazie alla sua competenza protegge il popolo israeliano dalla forma più vigliacca di odio che al giorno d'oggi esista: il terrorismo.
"La dura legge del deserto" per sua fortuna, caro Stefano Ferrio, Lei non la proverà mai sulla sua pelle. La dura legge del deserto significa vivere a casa propria ma circondati da stati e popoli che non perdono occasione per ricordarti che ti vogliono morto e il prima possibile; la dura legge del deserto significa che la tua patria non ha mai conosciuto la pace e la serenità perchè seduta su una polveriera; la dura legge del deserto significa che in un attimo un tuo caro può morire perchè sale sull'autobus sbagliato.
La dura legge del deserto è un'esistenza nella precarietà ma almeno con un pugno di terra sotto i piedi, terra che è della tua patria: ci pensi il nostro giornalista seduto alla sua scrivania.
Gli venga lo scrupolo che lo stereotipo anti-ebraico, che ha contribuito a nutrire oggi, un giorno potrebbe causare la morte di qualche essere umano.Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
lettere@unita.it