negli studi della televisone ufficiale palestinese.....
Testata: Data: 02/01/2004 Pagina: 11 Autore: Federico Steinhaus Titolo: Ecco come informa la TV palestinese
Siamo certi che i nostri lettori sappiano cosa sono i "Protocolli dei Savi Anziani di Sion": un falso confezionato nella Russia zarista un secolo fa, nel quale si "dimostrava" che gli ebrei da sempre complottano per impadronirsi del mondo e rendere loro schiavi i non ebrei. Questo pamphlet fu sottoposto a perizie giudiziarie che ne dimostrarono la falsità, ma continua a circolare più o meno indisturbato, bandiera sempre efficace dei nazisti dell' altro ieri e dei neo-nazisti di oggi, ma anche di certi ambienti cari alle nostalgie fasciste della nostra Italia contemporanea, e dell' antisemitismo arabo (l' Arabia Saudita lo fa stampare in un numero cospicuo di lingue e lo distribuisce attraverso le sue ambasciate, ed alcuni siti web arabi lo mettono a disposizione in versione integrale, insieme alle opere dei vari negazionisti alla Faurisson).
La nostra introduzione trova un motivo preciso nell' attualità.Leggendo le citazioni che seguono ne apparirà evidente il senso.
"...si sviluppò quel che è noto come il Rinascimento Sionista, ed i germi di quel programma che è noto come "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion" apparvero alla fine del 18. secolo...Esso fu presentato al Congresso (di fondazione del movimento sionista, nel 1897) di Basilea". (Dr. Riad Al-Astal, incaricato di Storia all' Università di Gaza). "Teodoro Herzl,il fondatore del sionismo politico, noncredeva nell' ebraismo...egli era convinto che gli ebrei di tutto il mondo fossero un solo popolo solo perché erano ebrei..." (Dr. Jarir Al-Kidwah, consigliere di Arafat per l' educazione e direttore della biblioteca pubblica dell' Autorità Palestinese). "Gli ebrei vivevano in aree isolate...erano quanto rimaneva dei Khazari...senza alcun legame con la nostra terra o la storia della nostra terra...Il nostro popolo...che proseguiva un percorso di 12.000 anni su questa terra...avvertì il pericolo..." (Dr. Isam Sisalem, storico ed educatore ce lavora per la televisione palestinese). "Vi sono due motivi principali che motivarono la Gran Bretagna e gli altri stati europei (nel decidere che in Palestina vi dovesse essere un focolare nazionale ebraico): il primo elemento era di liberarsi degli ebrei, che erano noti come quelli che provocano guerre civili, rivolte, e crisi finanziarie in Germania, in Francia ed in altri stati europei. Per quanto concerne il secondo punto, ... era di silurare qualunque speranza di unità araba" (Al- Astal). Questo istruttivo dibattito si è svolto il 28 dicembre negli studi della televisione ufficiale palestinese, all' interno di un programma della fascia educativa che aveva lo scopo di confermare l' autenticità dei "Protocolli" e di inserirli storicamente nel contesto del sionismo, per negare ogni legittimazione allo stato d' Israele. Educatori, insegnanti, storici e politici palestinesi (incluso l' attuale primo ministro) sostengono in ogni circostanza che gli ebrei non sono un popolo e pertanto non hanno alcun diritto ad uno stato. Questo è l' argomento ideologico fondante che sostiene l' impalcatura storico-politica delle attuali posizioni rappresentate nello scenario internazionale da parte dell' Autorità Palestinese, finalizzate allo svuotamento dello stato d' Israele quale patria storica culturale e religiosa del popolo ebraico; questa delegittimazione dovrebbe poter spalancare le porte al "diritto al ritorno" dei "profughi" del 1948: una pretesa che, malgrado quanto è stato sottoscritto nell' accordo di Ginevra, viene tuttora sostenuta come irrinunciabile da tutta la leadership palestinese. Seguire la televisione e gli altri media palestinesi, e monitorare insieme a questi anche i programmi scolastici e - perché no? per l' Islam non esiste distinzione fra stato e chiesa - il contenuto politico dei sermoni del venerdì costituisce un ottimo esercizio grazie al quale otteniamo un quadro complessivo, fin troppo omogeneo e coerente, dell atmosfera sciovinista, vittimista ed aggressiva che fornisce alla politica palestinese motivazioni ed argomenti che non lasciano presagire a breve termine una evoluzione positiva e pacificatrice del contenzioso.