Udg dia una ripassata
perchè non conosce nè storia nè geografia
Testata:
Data: 02/01/2004
Pagina: 8
Autore: Umberto De Giovannageli
Titolo: «Israele pronto a raddoppiare le colonie nel Golan»
Pare che l’anno nuovo non abbia portato consiglio. De Giovannangeli scrive infatti




"E’ bene sapere per tutti che Israele non ha intenzione di perdere il controllo del Golan ma esattamente il contrario". Quello lanciato da Yisrael Katz , ministro dell’agricoltura israeliano, più che un avvertimento appare una consacrazione politica di un piano già definito nei dettagli; un piano destinato a consolizzare la colonizzazione ebraica del Golan, le alture che Israele ha conquistato con la Guerra dei Sei Giorni (1967), sbaragliando l’esercito siriano, che ha deciso di annettersi unilateralmente nel 1981.

L’obiettivo del piano, messo a punto nei giorni scorsi da una commissione interministeriale, è di raddoppiare nei prossimi tre anni il numero dei coloni sulle alture.

Il progetto di espansione- il più ambizioso dopo la conquista della Alture e la loro annessione da parte israeliana- prevede la costruzione di 900 unità abitative ed altri investimenti strutturali.

Secca è la replica delle autorità di Damasco "I conflitti non dovrebbero essere risolti con la forza, ma tramite la legge internazionale. Quella legge che Israele continua a calpestare" denuncia il vice-ministro degli esteri Isa Daweesh.

Resta il fatto che per Israele il Golan è di importanza strategica sia perchè dalle alture si domina la Galilea nord-orientale ed il lago di Tiberiade, sia per le sue fonti di acqua dolce. Inoltre dalle posizioni più avanzate è in grado di minacciare militarmente la capitale siriana, distante poche decine di silometri.

Un potere di deterrenza a cui Israele non intende rinunciare.


Israele detiene un "potere di deterrenza" al quale non intende rinunciare.

Chissà quanto era utile il suo "potere di deterrenza" quando, negli anni '50 (e quindi prima dell’okkupazione israeliana secondo il maccheronico resoconto storico di Udg) i siriani, penetrando in zone ufficialmente smilitarizzate, cercarono invano di impadronirsi di tutte le sorgenti idriche vitali per la sopravvivenza di Israele (ricordiamo en passant che la zona garantisce ad Israele il 30% delle sue riserve idriche).

O forse lo Stato Ebraico esercitava questo "potere di deterrenza" nel 1964 quando i siriani concepirono l'idea di deviare il corso dei torrenti sotto il loro controllo allo scopo di bloccare gran parte del flusso d'acqua verso Israele?

Poiché furono queste minacce (insieme a tanti altri attacchi, del resto) e non un vago "progetto di espansione" a generare una serie di scontri di confine finchè, nella primavera del 1965, il piano siriano venne definitivamente bloccato da un intervento militare israeliano.

Dopo l'armistizio in seguito alla guerra del 1948, la Siria, cui era rimasto il controllo di tutte le alture che dominano la valle di Hula e il Kinneret, costruì imponenti fortificazioni e le utilizzò sistematicamente per colpire obiettivi civili israeliani, con l'intento di rendere impossibili l'insediamento e lo sfruttamento in tutta l'estremità' settentrionale di Israele (altro che il "muro" di Sharon!). Nel periodo che va dal 1948 al 1967, 140 israeliani furono uccisi da cecchini o attacchi terroristici provenienti dal territorio siriano (quando si dice potere di "deterrenza" israeliano...).

Ciononostante gli israeliani non rinunciarono ad abitare e sviluppare questa porzione del loro territorio (poiché c’è da dire che in realtà le Alture del Golan sono costituite da due parti morfologicamente ben distinte ma non pretendiamo certo che Udg adesso studi anche la Geografia giacché è già così carente con la Storia).

A quegli anni risalgono i grandi lavori di bonifica e messa a frutto della valle, la costruzione dell'acquedotto nazionale, la nascita e la crescita di diversi kibbutz.

Con lo scoppio della guerra dei sei giorni (5-10 giugno 1967), le forze israeliane si lanciarono all'assalto delle alture del Golan e nel giro di 24 ore di durissimi combattimenti (9-10 giugno) riuscirono a strapparle all'esercito siriano.

Nel 1970 si contavano gia' 12 comunita' ebraiche.

Il 6 ottobre 1973, giorno di Kippur, le forze siriane attraversarono le linee del "cessate-il-fuoco" in molti punti e avanzarono sulle alture, soprattutto nella parte centrale, riuscendo quasi a raggiungere il ciglio della scarpata orientale che avrebbe aperto loro la strada a tutto il nord di Israele.

Dopo la prima disperata resistenza, il contrattacco israeliano riuscì tuttavia a respingere i siriani fin oltre le linee del '67.

Dopo la fine dei combattimenti e una lunga opera di mediazione del segretario di stato americano Henry Kissinger, fu raggiunto un accordo per la separazione delle forze grazie al quale i siriani recuperarono un po' di terreno (compresa la citta' di Quneitra) e venne creata una zona cuscinetto dell'Onu. Quell'accordo, firmato da Israele e Siria il 31 maggio del1974, e' tuttora in vigore e regola la situazione al confine fra i due paesi.

Le condizioni di vita sul Golan sono oggi molto diverse rispetto al periodo 1948-67, durante il quale i vari governi siriani si erano completamente disinteressati dello sviluppo di infrastrutture civili in una regione che consideravano un mero avamposto militare (potere di deterrenza?)

Israele ha investito cifre sostanziose per allacciare e rimodernare le reti di fornitura idrica ed elettrica (proprio sulla cresta di confine e' sorta una centrale per la produzione di energia eolica). Sono state introdotte moderne tecniche agricole e servizi sanitari, del tutto inesistenti prima del 1967.

Grazie alla decisione di allargare alla regione del Golan la legislazione israeliana (1981), tutti gli abitanti hanno potuto usufruire dei servizi assistenziali e del sistema di garanzie sociali in vigore nel resto del paese.

Basta una seppur superficiale panoramica storica (che non sia ovviamente quella intrisa di falsificazioni e propaganda di Udg) per guardare alla questione Golan con occhi completamenti diversi. Gli occhi dei Fatti Concreti e della Storia, non gli occhi dell’odio.

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
lettere@unita.it