Testata: Data: 26/12/2003 Pagina: 1 Autore: Federico Steinhaus Titolo: Pessimo Natale in Palestina. Di chi la colpa ?
In questi giorni di solenni meditazioni e di recupero della spiritualità, molti giornalisti si sono esercitati nel consueto gioco a risposta obbligata: le cose vanno male in Palestina, di chi è la colpa? Di Israele! Vediamo, utilizzando esempi che provengono dall' estero, quali sono le analogie con alcuni dei nostri media. Il "Toronto Star" ed il "Baltimore Sun" hanno pubblicato vignette eloquenti, nelle quali si vede il "Muro di Sharon" che impedisce ai Re Magi di arrivare alla culla di Gesù.In realtà questo collegamento con "quegli" eventi miracolosi costituisce una deformazione della realtà di oggi, perché a nessun fedele viene impedito di arrivare a Betlemme per le solennità natalizie. Un altro messaggio fortemente negativo viene trasmesso dal martellare di notizie sui cristiani che abbandonano Betlemme, di cui la responsabilità viene implicitamente o esplicitamente addossata ad Israele.Il settimanale "Scotland on Sunday" arriva a scrivere che "l' esodo dei cristiani è iniziato con la costituzione dello Stato d' Israele nel 1948". Nel 1995 il 62% degli abitanti di Betlemme erano cristiani, oggi lo sono solo il 20%. Quando Arafat prese in consegna Betlemme, sostituì un consiglio comunale a maggioranza cristiana con uno a maggioranza musulmana.Il 6 febbraio 2002 il "Boston Globe" riferì di un raid mafioso di musulmani contro i negozianti cristiani di Ramallah, sotto lo sguardo distratto e compiacente della polizia palestinese. E due anni prima, il 13 ottobre 2000, la televisione palestinese aveva trasmesso in diretta il sermone del venerdì di Ahmad Abu Halabiya, che da Betlemme sottolineava che Allah non consente di amare e rispettare ebrei e cristiani. Il "Los Angeles Times" ha riferito un colloquio tra un suo inviato ed il capo delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, avvenuto nel centro di Betlemme nell' antivigilia di Natale: il terrorista era nella sua macchina su un lato della Piazza della Mangiatoia, e la macchina era stracarica di M16; Abu Hussein, questo il suo nome, sottolineò che "io me ne sto seduto qui a parlare con te, e la gente mi può vedere, questo non sarebbe stato possibile prima quando qui c'erano gli israeliani". I contorsionismi ideologizzati e nutriti di pregiudizi o di ignoranza non fanno bene alla verità, e meno ancora ne fanno quando coincidono con un evento solenne come il Natale, che viene giustamente percepito come un invito pressante a considerare la pace fra gli uomini un bene prezioso: utilizzare questo messaggio per spargere menzogne comporta l' assunzione di una grave responsabilità di ordine morale.