Vale solo la versione palestinese
è lo stile del giornale diretto da Furio Colombo
Testata:
Data: 22/12/2003
Pagina: 7
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Altro che pompiere, Sharon è un piromane
"Altro che pompiere, Sharon è un piromane" non sono parole di De Giovannangeli ma dell’intervistato Yossi Beilin, uno dei promotori del cosiddetto "patto di Ginevra".

La demonizzazione di Israele regna sovrana oggi nella pagina numero 7 de L’Unità: vi sono infatti tre articoli diversi, anche se il loro obiettivo è il medesimo.

Vi è la solita denuncia della supposta crudeltà dell’esercito israeliano in un articolo che si intitola "Violenza nei Territori"

Un bambino di cinque anni è stato colpito a morte da proiettili sparati da militari israeliani durante un’incursione nei campi profughi di Balata, in Cisgiordania, alle porte di Nablus.
Da giovedì unità israeliane sono impegnate in rastrellamenti che hanno portato ieri alla cattura di Adnan Asfour, importante portavoce di Hamas.
Il bambino stava giocando vicino a casa quando si è trovato nella traiettoria di tiro dei soldati israeliani che avevano aperto il fuoco contro giovani militanti palestinesi che li avevano attaccati a sassate.
All’alba era deceduto in ospedale un tredicenne palestinese rimasto gravemente ferito alla testa dai militari israeliani in circostanze analoghe il 16 dicembre sempre nel campo di Balata.
Riguardo alla tragica morte del bambino, il solerte Udg fornisce al suo lettore esclusivamente la versione palestinese: non permettendo così una reale comprensione della tragedia, non permettendo un’esatta distribuzione delle responsabilità per questa orrenda morte.

L’accaduto del resto evoca scenari già tristemente noti: soldati che, a loro rischio e pericolo, si introducono in campi profughi che in realtà sono covi di terroristi armati (poiché i terroristi si fanno scudo umano dei loro congiunti) per catturare questo o quel criminale trovandosi poi a dover fronteggiare anche la minaccia di ragazzini che gli tirano addosso non sassetti ma pesanti sassi, di fatto armi. Ci si domanda poi come mai bambini di 5 o 13 anni si ritrovino casualmente "a giocare" vicino o nel bel mezzo di questi scontri: senza poter fare accuse precise (poiché la caccia alle streghe a tutti i costi la lasciamo come stile di vita all’Unità), ci permettiamo di ricordare che spesso i bambini palestinesi sono stati sacrificati poiché gettati nella mischia di uno scontro a fuoco oppure direttamente uccisi da fratelli e parenti per poi far ricadere l’orrenda onta sull’esercito israeliano.

Anche se è una riflessione assai amara e ci vergogniamo quasi a farla, tanto è tragica, ci chiediamo: ogni volta che un bambino palestinese muore drammaticamente in simili scenari chi ne trae veramente vantaggio in termini di "ritorno di immagine": i soldati israeliani, crudeli oppressori o i terroristi palestinesi, disperati difensori dei loro figli morti ammazzati?

Basti riflettere sul fatto che ogni volta che l’esercito israeliano, ad esempio, assedia un edificio o una postazione pullulante di criminali, è una e una soltanto la prima operazione che fa: fa uscire donne e bambini. Questo sia perchè non è nel dna dell’esercito di uno stato democratico sterminare civili inermi, sia perchè i soldati israeliani già lo sanno a priori: sanno che se c’è un terrorista, lì vicino ci saranno anche i suoi scudi umani. Chi protegge allora veramente i poveri bambini palestinesi, la cui triste sorte ci riempie comunque di amarezza?

Quando dunque Udg parla di "violenza nei Territori" ci viene veramente da dire che questo giornalista non sa di cosa parla. Fa esclusivamente propaganda.

Negli altri due articoli prende spazio la demonizzazione a livello politico di Israele e della politica di Sharon.
Oltre alla già citata intervista a Beilin vi è un articolo dal titolo: "Dall’accordo una speranza di Pace"

Da Fassino a Bertinotti, il centrosinistra in piazza a Roma per sostenere l’intesa firmata nella città elvetica


Infine una bella foto in cui i nostri politici di centrosinistra occhieggiano beati alla telecamera tra una bandiera israeliane e una palestinese. E questo basti.


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