Testata: Data: 21/12/2003 Pagina: 1 Autore: Federico Steinhaus Titolo: Guardiamo in casa altrui pensando alla nostra
Gli addetti ai lavori sanno che il capostipite di siti web come il nostro è l' americano www.HonestReporting.com, che segue con grande professionalità e competenza il fenomeno della disinformazione e della manipolazione delle notizie che riguardano Israele.
Forte di un esteso consenso e di una diffusa ed assidua partecipazione attiva dei suoi utenti, che scrivono lettere di protesta ai media, ma ancor più certamente confidando nel costume americano di considerare l' onestà intellettuale come un prezioso patrimonio comune, HonestReporting ha da qualche anno istituito un singolare riconoscimento.
Si tratta del "Dishonest Reporting Award", un premio che in base alle opinioni espresse dal pubblico attribuisce ogni anno ad un organo di informazione la definizione poco ambita di peggior manipolatore dell' informazione su Israele. Nel 2003 il premio è stato assegnato all' agenzia Reuters. Crediamo di fare cosa utile riportando alcune delle motivazioni meticolosamente elencate per avvalorare questo giudizio negativo.
In gennaio, Reuters scrisse che " l' Iraq ha pagato milioni di dollari alle famiglie dei palestinesi, incluse quelle degli attentatori suicidi uccisi dagli israeliani", in tal modo accusando Israele di uccidere i terroristi suicidi;
quando Israele predispose la costruzione di un muro per proteggere gli ebrei che si recavano a pregare alla tomba di Rachele, a Betlemme, dove venivano costantemente bersagliati da pietre e colpi di arma da fuoco, Reuters scrisse che "Israele vuole dividere il luogo natale di Cristo con una barriera", e per aggiungere forza al concetto replicò con frequenza "Cristo" e "cristiani" in ognuna delle prime quattro frasi dell' articolo;
il 18 novembre soldati israeliani furono uccisi a Betlemme ed alcuni palestinesi furono feriti a Gaza: la Reuters disponeva di fotografie di entrambi gli avvenimenti, ma inviò ai suoi clienti (giornali e giornalisti) una lettera di accompagnamento in cui diceva: "vi inviamo una singola fotografia in cui si vedono due palestinesi che portano un palestinese ferito all' ospedale...";
quando lo shuttle con a bordo l' astronauta israeliano Ilan Ramon si disintegrò, la Reuters descrisse l' angosciata tristezza degli israeliani come segue: "Il lancio della missione spaziale di Ramon aveva virtualmente cancellato ogni notizia sui problemi del paese, e spargendo la febbre spaziale fra gli israeliani amareggiati da una sollevazione palestinese che chiede uno stato nazionale...", come se tre anni di stragi di civili fossero classificabili come una dimostrazione politica, e come se la creazione di uno stato nazionale non fosse stata rifiutata da Arafat in persona;
per quanto riguarda i titoli, nel solo mese di luglio quando si verificarono azioni violente da parte israeliana "Israele" fu nominato nel 100% dei titoli ed il verbo era sempre usato all' attivo (soldati israeliani uccidono ecc.); quando la violenza proveniva da parte palestinese, i palestinesi erano nominati nel solo 33% dei titoli, ed il verbo era quasi sempre al passivo ( un autobus esplode nel centro di Gerusalemme);
in novembre, la Reuters pubblicò un elenco dei "peggiori attacchi terroristici nel mondo dall' 11 settembre", ed evitò accuratamente di inserire Israele in una qualunque parte di questo elenco.
Altre citazioni più estese dimostrano che, costantemente, la Reuters ha distorto le informazioni di cui disponeva, presentando sempre una versione anti-israeliana.
Oltre al primo premio, Honest Reporting assegna anche alcune "menzioni speciali di disonore".
Una di queste è andata all' Associated Press, che ha metodicamente esaltato il lato umano di alcuni terroristi suicidi e dei loro mandanti, ed ha minimizzato il significato devastante dell' uccisione di civili israeliani. Un attentato suicida commesso a Tel Aviv nel giorno in cui Mahmoud Abbas fu confermato primo ministro, in aprile, era stato segnalato con il titolo "Una bomba guasta la giornata ai palestinesi"; di Abdel Rantisi, il dirigente di Hamas che ha sulla coscienza decine di spaventose stragi, hanno pubblicato un ritratto sdolcinato di padre di 6 figli e nonno di 10 nipoti, per i quali scrive poesie che venivano ampiamente citate.
Sono esemplari, da questo punto di vista, anche molte delle cronache e delle analisi fornite dall' Associated Press: "In 93 attacchi suicidi da quando la violenza è esplosa nel settembre del 2000, sono stati uccisi 357 passanti (18 maggio): in tal modo, l' agenzia presentava come casuali passanti quelli che in realtà costituivano l' obiettivo accuratamente scelto dai terroristi, i civili. In altre occasioni, AP descrisse il terrorismo di Hamas come " ritorsioni" (ad esempio, riferendo dell' autobus fatto saltare a Gerusalemme il 13 giugno, che causò la morte di 17 persone).
La BBC, che vinse il trofeo nel 2001, viene citata ancora con una menzione disonorevole a causa di menzogne e deformazioni spesso inserite nei suoi notiziari; una per tutte: quando in settembre un terrorista uccise nella loro casa due israeliani che stavano consumando un pasto in occasione di una festività ebraica, e poi fu a sua volta ucciso da un soldato israeliano, la BBC titolò "Tre morti in un attacco in Cisgiordania".
Questa lunga serie di citazioni non aveva lo scopo di dimostrare che anche altrove, e non solamente nei media italiani, la faziosità e la manipolazione tradiscono la professionalità e la serietà che i lettori hanno il diritto di pretendere dai giornalisti.
Riportando alcune tra le più significative di queste citazioni abbiamo voluto sensibilizzare i nostri lettori, consentendo loro di riconoscere con maggiore immediatezza la metodologia della disinformazione, che evidentemente presenta fortissime analogie fra come se ne abusa nei nostri media e come ciò avviene all' estero.
Reuters ed Associated Press sono tra le agenzie più qualificate e prestigiose nel mondo dell' informazione, ma come possiamo constatare le informazioni che loro trasmettono godono di una credibilità che - per quanto riguarda lo specifico segmento di cui ci stiamo occupando - è palesemente mal riposta. Ma anche altri organi di informazione che non abbiamo citati, dalla CNN a quotidiani di grande diffusione e collaudata affidabilità (se non altro perché vengono pubblicati in quella che ritenevamo fosse la patria dell' informazione seria e neutrale) , cedono alla facile tentazione di criticare ed accusare il solo Israele in qualunque circostanza e per qualunque motivo.
Non vogliamo fare del vittimismo, ma certamente esiste un evidentissimo filo rosso che lega queste manipolazioni, che pertanto devono essere non solo analizzate e sezionate per capirne "scientificamente" il perché ed il percome, ma devono anche essere pubblicamente denunciate come tali.