Processare Saddam Hussein, come, quando e dove. Ecco il tormentone che ci attende nei prossimi mesi. Sembra quasi che l'attenzione dei media si stia spostando dai crimini commessi dal dittatore alla salvaguardia delle sue condizioni fisiche e legali. Non che non ne abbia diritto, siamo i primi a credere che i diritti umani anche della peggior canaglia debbano essere garantiti. Ma qui si sta andando oltre. Gli americani, se volevano eliminare un "testimome scomodo", come Saddam è stato definito dalle sinistre no-global pacifiste in tutto il mondo, scomodo perchè ne saprebbe troppe sui legami con un Occidente fin troppo compromesso, avrebbero potuto eliminarlo appena preso. Non l'hanno fatto. L'hanno messo invece in una prigione sicura, a salvaguardia della sua stessa vita, e lo interrogano. Non ne hanno il diritto ? Certo, agli occhi di molti, esportare democrazia è un crimine intollerabile, soprattutto se a commetterlo è Bush. Ma non ci sono le sinistre e le estreme destre a soffrire per la vittoria del presidente americano. Anche autorevoli voci vaticane, pensiamo al cardinale Martino, hanno paragonato Saddam Hussein, a causa delle prime immagini televisive che lo mostravano per quello che era, un tiranno giunto al capolinea dei suoi crimini, ad una vacca. Ha detto proprio così, il cardinal Martino. Non sappiamo se assomigliasse ad una vacca, ma la reazione di molti nostri editorialisti, di quelli per intenderci che sono sempre in prima linea a "capire le ragioni del mondo arabo" sono state quelle di sempre, anche in questo caso, dove l'arabo da capire è uno dei peggiori criminali della storia. Sì, perchè Saddam, esposto in quelle condizioni è "stato umiliato". E qui veniamo al nocciolo della questione. Tutte le volte che si raccontano delitti e misfatti, la terribile condizione della donna, l'oppressione sessuale, la mancanza di giustizia sostituita da quella sommaria, ecco che si alzano i lai dei nostri "esperti" arabisti che gridano: attenzione, state umiliando il mondo arabo ! Come se ricordare le medievali condizioni di vita di quelle società non sia una critica più che legittima ma un'offesa. Umiliate il mondo arabo ! Lo ripetono fino alla nausea anche quando si mettono a nudo le responsabilità di Arafat nei confronti degli stessi palestinesi. Sono quarant'anni che li deruba, che li fa vivere in condizioni oppressive, senza libertà e giustizia e la colpa è sempre di Israele. Se si punta il dito contro i movimenti terroristi, contro la Siria che ospita ogni genere di organizzazioni criminali, contro gli Hezbollah che dal Libano bombardano Israele, contro l'Iran che prepara la sua brava bomba atomica, se anche a casa nostra si scrive a chiare lettere che le moschee non sono il luogo di culto che dovrebbero essere ma centri al servizio di Bin Laden, ecco che l'anima bella di turno lamenta l'umiliazione del popolo arabo. Ma dove sarebbe, di grazia, l'umiliazione ? Il mondo arabo dovrebbe sentirsi non solo umiliato, ma pieno di vergogna, di fronte ai milioni di arabi e non che Saddam ha sterminato, alla minaccia che ha finora rappresentato per il mondo libero. Sono i dittatori come lui, o come Assad o Arafat, che dovrebbero riempire di umiliazione il mondo arabo. Ma lo capiranno mai i nostri "esperti", l'elenco è così lungo che manca lo spazio per citarli tutti, sempre pronti a mobilitarsi in favore dei criminali e nello stesso schierati a vivisezionare maniacalmente America e Israele ?