Soldi alla Palestina
chi informa e chi disinforma
Testata:
Data: 11/12/2003
Pagina: 19
Autore: Giampaolo Cadalanu - Graziano Motta
Titolo: Conferenza dei donatori a Roma
Si è aperta a Roma la conferenza per i donatori della Palestina, presieduta dal ministro Frattini. Riportiamo qui due articoli che raccontano lo svolgimento dei lavori.
Nel primo (dalla Repubblica, a pag.19) Giampaolo Cadalanu sostiene che la colpa della disastrata situazione dell'economia palestinese è da imputare principalmente alla costruzione del "muro", non dando alcun rilievo alla posizione israeliana. Un pezzo dunque superficiale, tendenzioso e falso.

"I palestinesi cercano aiuti. 'Il muro strangola l´economia'" di G. Cadalanu

ROMA - La pace in Medio Oriente è legata alla road map, per questo è necessario l´impegno di israeliani e palestinesi ad applicarla. E a fermare le violenze, in fretta: i paesi donatori, che sostengono l´economia dei Territori occupati, hanno fatto trapelare ieri nella Conferenza di Roma una certa insofferenza per le lentezze e i ritardi. «Se questa situazione non migliora, i governi potrebbero riconsiderare i loro impegni», ha detto Jan Petersen, ministro degli Esteri norvegese e co-presidente della riunione.
Ma se le "tirate d´orecchio" dei donatori non possono essere trascurate dall´autorità palestinese, che fonda il 60 per cento del suo bilancio su aiuti esterni, da Roma sono arrivate richiami anche a Israele, per la politica degli insediamenti e per il muro voluto da Sharon, uno dei maggiori ostacoli alla pace: «Deviando dalla linea verde può compromettere ogni possibilità di raggiungere una soluzione politica del conflitto», ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, «e sta provocando nuove sofferenze alla popolazione».
Proprio il muro, dice Salam Fayyad, ministro delle Finanze palestinese, e la politica israeliana di restrizioni al movimento e ai commerci dei palestinesi, hanno messo in crisi l´economia dei Territori occupati. Fayyad ha chiesto ai donatori un miliardo e 200 milioni di euro per il bilancio 2004 dell´Anp. Trecento milioni di dollari sono già stati stanziati, e di essi 94 (77 milioni di euro) verranno dall´Italia. I donatori hanno chiesto «più trasparenza» all´Anp, e la Banca Mondiale ha proposti la creazione di un «fondo fiduciario» per la gestione degli aiuti.
La riunione dei donatori per la Palestina era un appuntamento "operativo", ma sono filtrati anche segnali positivi: i due responsabili degli Esteri, l´israeliano Sylvan Shalom e il palestinese Nabil Shaat, si sono incontrati direttamente, in uno spirito da entrambi valutato molto positivamente. E´ il primo colloquio fra un ministro del governo Sharon e uno del gabinetto di Abu Ala. I capi delle due diplomazie stanno anche preparando un incontro diretto fra i capi dei governi, anche se, ha detto Nabil Shaat, sulla strada resta sempre un ostacolo: il muro.
Nel secondo (da Avvenire, a pag.17) Graziano Motta dà un esempio di giornalismo serio ed equilibrato riportando tutte le posizioni in modo approfondito.

"Muro più basso in Medioriente"

I ministri degli Esteri israeliano Silvan Shalom e palestinese Nabil Shaat si sono incontrati a Roma, alla Farnesina, a margine della conferenza dei Paesi donatori all’Autorità nazionale palestinese. Un incontro nel quale oltre ad esprimere segnali di ottimismo per la ripresa dei colloqui bilaterali, i due hanno evocato la possibilità di un «vertice» tra i primi ministri Sharon e Abu Ala, senza tuttavia abbozzare nessuna data. «Non vogliamo più incontri fatti solo da strette di mano ad uso dei fotografi», ha detto Shaat.
«Sono venuto a Roma con l’obiettivo di guardare al futuro e di non recriminare sul passato», gli ha fatto eco Shalom. Sul vertice grava però, almeno da parte palestinese, la questione del Muro. Da parte sua invece Shalom ha detto che il vertice non deve avere precondizioini di sorta ed essere rispettoso della Road map. Condizioni che oggi mancano; se il Muro, criticato da Ue e Usa, allontana gli arabi dal summit, il mancato smantellamento delle infrastrutture terroristiche, l’arresto dei capi e il disarmo dei membri dei gruppi della rivolta, restano condizioni fondamentali per gli israeliani per rimettere in marcia il tracciato di pace del Quartetto. Ma sulla barriera i due si sono confrontati con puntiglio senza ovviamente approdare a nessuna intesa e anzi discussioni che hanno sottolineato tutta una serie di recriminazioni ed evidenziato soprattutto punti di vista distanti che rendono davvero difficile la tenuta del «vertice» Abu Ala-Sharon. Ed è quanto Shalom aveva detto in mattinata al presidente egiziano Hosni Mubarak incontrandolo a Ginevra; un colloquio di ringraziamento per quanto ha fatto nel tentativo, vano purtroppo, di portare i capi della rivolta palestinese alla proclamazione di una tregua e di valutazione delle possibilità di un suo incontro con Sharon. La Conferenza dei paesi donatori è stata aperta in mattinata dal padrone di casa, il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. Forte il suo appello per l’attuazione della Road map come forte è stato il richiamo ai palestinesi perché pongano fine al terrorismo e l’invito agil israeliani a smantellare gli insediamenti illegali di coloni e a rettificare il tracciato della barriera di separazione che «deviando dalla linea verde (cioè dalla linea di armistizio della guerra del 1967, ndr) può compromettere ogni possibilità di raggiungere una soluzione pllitica del conflitto e sta provocando nuove sofferenze alla popolazione». Alla Conferenza partecipano un centinaio di delegati di 14 tra Paesi e organizzazioni internazionali, come la Banca mondiale. La delegazione palestinese presentando il bilancio dell’Anp per il 2004 di un miliardo e 700 milioni di dollari ha chiesto aiuto per un miliardo e 200 milioni, nonché la fine delle restrizioni israeliane alle attività delle organizzazioni umanitarie.
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