Unione Europea bravissima
nel nascondere le prove. Come i ladri di verità.
Testata: Corriere della Sera
Data: 02/12/2003
Pagina: 14
Autore: Marco Del Corona
Titolo: Ecco il rapporto sull’antisemitismo congelato dall’Ue
Il Corriere della Sera dedica un'intera pagina alla vicenda dell'insabbiamento dell'inchiesta sull'antisemitismo in Europa dell'Università di Berlino. Indagine occultata dalla UE. Antisemitismo, dice niente la parola? Inoltre la notizia finora è apparsa su pochi giornali.


Il rapporto sulle « Manifestazioni di antisemitismo nell’Unione Europea » era stato archiviato, ma probabilmente la sua sparizione ha provocato lo stesso imbarazzo ( o forse maggiore) che se fosse stato pubblicato. Si tratta del dossier compilato dal Centro di ricerca sull’antisemitismo della Technische Universität di Berlino per l’Osservatorio europeo sul razzismo e la xenofobia ( Eumc), un organismo che ha sede a Vienna e fa capo alle istituzioni dell’Unione. Il Financial Times e altri media hanno accusato l’Eumc di aver insabbiato la ricerca. La motivazione fornita dopo alcuni giorni di ritardo era che gli standard scientifici del centro universitario berlinese non erano all’altezza della delicatezza e complessità del tema. La lettura dei critici, invece, è stata che alcuni dei temi della ricerca potevano imbarazzare il committente. Il dossier, infatti, sottolinea in più punti che, nel primo semestre dell’anno scorso gli episodi di antisemitismo in Europa sono cresciuti in modo significativo. Secondo la lettura dei coordinatori — il sociologo Werner Bergmann e la storica Juliane Wetzel — la responsabilità maggiore non è dei gruppi dell’estrema destra neofascista e neonazista, pur presenti e attivi in Europa. L’origine del pesante rigurgito antisemita è soprattutto nella mobilitazione seguita al deteriorarsi della situazione in Medio Oriente e alla convergenza di posizioni « di sinistra » con quelle dell’estremismo filo- palestinese e islamico. In un'intervista al quotidiano il Foglio la Wetzel ha ribadito la validità scientifica delle metodologie seguite sostenendo che « siamo convinti che alla base dell’insabbiamento ci siano motivazioni esclusivamente politiche » . Il documento — di cui pubblichiamo gli estratti — è corredato da una precisazione secondo la quale il lavoro è appunto « condotto a nome dell’Eumc » e « le opinioni espresse dagli autori non riflettono necessariamente la posizione dell’Eumc » . Il rapporto dovrebbe uscire nei primi mesi del 2004, a un anno dalla sua redazione, ha fatto sapere uno dei responsabili dell’Eumc, Bub Purkiss. Lo stesso che ha co- firmato la prefazione dove si legge: « Il rapporto mostra chiaramente un incremento di attività antisemite dall’escalation del conflitto mediorientale nel 2000 » .

L'ONDATA DI INCIDENTI INIZIA CON L'INTIFADA
Agli inizi del 2002 l'Osservatorio europeo sul razzismo e la xenofobia, « messo in allarme » dalle « preoccupanti notizie di atti antisemiti » in alcuni Paesi dell’Unione ha commissionato un rapporto sul tema. Arco di tempo dell'osservazione: « La prima metà del 2002 » , soprattutto « tra il 15 maggio e il 15 giugno » . Oggetto del monitoraggio, affidato a 15 gruppi di lavoro, uno per Paese: « atti di violenza fisica » , manifestazioni di « odio verbale » , pubblicazioni, sondaggi ma anche iniziative positive, mobilitazioni, prese di posizione da parte di politici od opinion leader.
La genesi e i termini del rapporto sono indicati in apertura. L’ « ondata di incidenti antisemiti » è cominciata « con l’Intifada di Al Aqsa ( o seconda Intifada, ndr) nell’ottobre 2000 ed è stata alimentata dal conflitto nel Medio Oriente e dagli attacchi dell’ 11 settembre 2001, che hanno scatenato un acceso dibattito sulle cause del terrorismo islamico » . E « l'aumento dell'antisemitismo ha raggiunto il culmine... in parallelo con l'escalation del conflitto mediorientale, mentre i fattori che di solito determinano la frequenza di atti antisemiti, come la forza e il grado di mobilitazione che partiti di estrema destra possono generare, non ha giocato un ruolo decisivo »

DEFINIRE IL CONFINE FRA CRITICHE E OSTILITA'
Il confine fra le « legittime critiche alla politica del governo israeliano » e l’antisemitismo è il nodo sensibilissimo intorno al quale il rapporto torna più volte. La demarcazione è « un tema controverso » . Per fissare questo punto metodologico, i ricercatori « raccomandano » la definizione data nel 1987 da Helen Fein, studiosa dell’Olocausto: l’antisemitismo è una « struttura persistente, latente, di credenze ostili verso gli ebrei nel loro insieme, che si manifestano nei singoli come atteggiamenti; nella cultura come mito, ideologia, folklore e immagini; nelle azioni come discriminazione sociale o legale, mobilitazione politica e violenza collettiva o di Stato. Una struttura che produce ( e/ o è finalizzata ad) allontanare, disperdere o distruggere gli ebrei in quanto ebrei » . Quanto all’ostilità verso gli ebrei, lo studio poggia su una sintesi di Dietz Bering: « Gli ebrei sono del tutto malvagi per natura, irrimediabilmente. Per la loro natura malvagia, gli ebrei non vanno visti come individui ma come collettività; rimangono estranei alla società; portano al disastro le società che li ' ospitano' o il mondo intero, e lo fanno di nascosto » . Secondo il rapporto, « con l’aiuto di questa definizione » è « più facile » distinguere tra antisemitismo e critica a Israele.

ESTREMISTI DI DESTRA E GIOVANI MUSULMANI
Il rapporto segnala che « molti incidenti antisemiti » restano anonimi, ma nel periodo monitorato « sono stati commessi soprattutto o da estremisti di destra o da islamici radicali o giovani musulmani di famiglia araba, che a loro volta sono spesso potenziali vittime di esclusione e razzismo » . E se la profanazione di sinagoghe, cimiteri, lettere anonime, proclami negazionisti sull’Olocausto « vanno in primo luogo attribuiti all’estrema destra » , gli « attacchi fisici ad ebrei e danneggiamenti e distruzioni di sinagoghe sono spesso stati commessi da giovani musulmani » e « molti di questi attacchi sono stati commessi durante o dopo manifestazioni a sostegno dei palestinesi » . Esiste anche un « antisemitismo di strada » espresso da « giovani senza specifici pregiudizi antisemiti » : fatti compiuti « per divertimento » . Inoltre, « all’estrema sinistra posizioni antisemite si possono riscontrare soprattutto nel contesto di manifestazioni pro- Palestina e anti- globalizzazione e in articoli che nelle loro critiche a Israele usano stereotipi antisemiti... Spesso questo ha prodotto una combinazione di prospettive antisioniste e antiamericane che formano un importante elemento nell’emergere di un sentimento ( mood) antisemita in Europa » .

LE TESI NEGAZIONISTE E LO STATO D'ISRAELE
Il rapporto sottolinea che « nei Paesi dell’Ue gli ebrei sono ben integrati socialmente, economicamente e culturalmente » . Tuttavia, continuano a venir considerati « un gruppo influente su scala nazionale e internazionale, in grado di controllare la politica e l’economia » . Tra i pregiudizi prevalenti, « la cospirazione mondiale ebraica » , cioè il « controllo di quanto accade nel mondo » ; la negazione dell’Olocausto con la conseguente denuncia del fatto che gli ebrei « sfruttano lo status di vittime » ; il disconoscimento, proprio sulla base delle tesi negazioniste, del diritto a esistere dello Stato di Israele. « A questo punto — nota il rapporto — la propaganda dell’estrema destra diventa ideologicamente funzionale ai gruppi islamici radicali nella loro lotta contro Israele » : il « pensiero revisionista è stato adottato da alcuni nel mondo arabo » . Che gli attacchi dell’ 11 settembre siano stati compiuti dagli ebrei è un’altra posizione inquadrata tra i « pregiudizi » , così come quando Israele e gli ebrei sono accusati « di ripetere i crimini più terrificanti dei nazisti come l’Olocausto » nei confronti dei palestinesi. Infine, il fatto che il conflitto in Medio Oriente coinvolga la Terra Santa, rilancia « motivi antigiudaici da parte di leader religiosi » cristiani e di « giornali confessionali e persino liberali » .

LE MANIFESTAZIONI PRO-PALESTINESI
Diversi passaggi del rapporto sottolineano la convergenza di posizioni « tra estrema sinistra e gruppi arabo- islamici uniti » nel sostegno alla Palestina: sì, « il diritto di manifestare è ovviamente un diritto civile, e queste dimostrazioni non sono intrinsecamente antisemite, tuttavia in alcune di queste si possono segnalare slogan e cartelli antisemiti; certe manifestazioni sono degenerate in attacchi ad ebrei o istituzioni ebraiche » .
Non ovunque, perché già in apertura è scritto che in Finlandia dimostrazioni per la Palestina non hanno fatto registrare « alcun elemento antisemita » . Il rapporto segnala poi un evento paradossale: la Conferenza mondiale sul razzismo e la xenofobia svoltasi a Durban, in Sudafrica, tra l’agosto e il settembre del 2001 « ha incoraggiato l’antisemitismo in un modo senza precedenti » . Accanto al documento approvato dall’Onu, descritto come equilibrato, « durante la Conferenza hanno avuto luogo violente esplosioni d’antisemitismo, in particolare da alcuni incontri fra membri di Ong » , attacchi dialettici « diretti contro rappresentati di gruppi ebraici » .
Non viene attribuito a una parte politica, infine, l’ « antisemitismo da salotto » , che si manifesta « sui media, negli spazi comuni delle università e alle cene » .

AGGRESSIONI VERBALI DAI VIDEO ALLE VIGNETTE
Il focus sull’Italia comincia con la constatazione che « il pregiudizio antisemita ha preso di rado forme aggressive » e « rari sono stati gli attacchi violenti » , ma con « l’aumento dei gruppi di estrema destra dall’inizio degli anni Novanta il quadro è cambiato » . Crescono gli episodi di antisemitismo, « in primo luogo per il conflitto mediorientale » : la seconda Intifada ha scatenato un « meccan ismo inaspettato » dove « pregiudizi antiebraici si mescolano con stereotipi politici » . Si fa cenno all’ « antisemitismo spirituale » di Julius Evola e si nota che gli attacchi « sono limitati all’offesa verbale, graffiti e affini » fatti da italiani, « praticamente mai da immigrati musulmani » , a differenza di Francia, Belgio e Olanda. Tra le forme di « aggressione verbale » è citato un video con cui il 4 aprile Rifondazione comunista aprì il suo congresso: prima gli spari su un bimbo palestinese protetto invano dal padre, poi la Magnani falciata dai nazisti in Roma città aperta.
Citati, tra l’altro, i manifestanti in tenuta da kamikaze, slogan di « Sharon nazista » , la vignetta di Giorgio Forattini su Betlemme ( Gesù bambino che si chiede davanti a un tank israeliano se verrà ucciso una seconda volta), l’attivismo dei neofascisti di Forza Nuova e del Fronte sociale nazionale.
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