Ormai Filippo Landi, inviato Rai in Medio Oriente, sta diventando sempre più il nuovo Paolo Longo. A dimostrazione di ciò basta dire che è divenuto l'inviato di punta del Tg3, che si serve sempre meno dei servizi di Claudio Pagliara, titolare dell'ufficio di corrispondenza, per dare sempre più spazio a Filippo Landi: sono suoi quasi tutti i servizi che il Tg della terza rete pubblica manda in onda quotidianamente.Si vede che la permanenza al Cairo, fra un protocollo di Sion e l'altro, ha lasciato sui servizi una bava che sembra molto gustosa al Tg3.
Nel Tg delle ore 12.00 di oggi, venerdì 21 novembre, Filippo Landi si è distinto per la solita partigianeria pro-palestinese, infarcendo il suo servizio di qualsiasi cosa che potesse danneggiare la reputazione del governo israeliano. A tale scopo menziona il pressing esercitato dalla comunità internazionale (Onu, Stati Uniti, ecc.) sulla leadership israeliana (che è in affanno) affinchè contempli gli obblighi del nuovo tracciato di pace; parla poi dei dissensi interni allo stesso Israele ricordando le critiche avanzate da quattro ex capi del Mossad (come se il tutto fosse qualcosa di particolarmente strano e non frutto della semplice libertà d'espressione vigente nel democratico e liberale Stato ebraico). In ciò che dice Landi non c'è spazio per gli obblighi previsti per la controparte palestinese, nemmeno uno; Landi se ne dimentica totalmente, perchè il suo servizio è mirato unicamente a dare al telespettatore una visione distorta della situazione: la possibilità di pace passa unicamente dalle scelte (adempimenti) israeliane.
L'apice, però, viene raggiunto quando Landi parla di nuove insubordinazioni nell'esercito israeliano dopo quelle dei 27 piloti dell'aeronautica. L'inviato riferisce del rifiuto, stamane, da parte di un carrista di aprire il fuoco, col suo carro armato, su una folla di civili tra la quale si mischiava un uomo armato, senza peraltro spiegare quali erano le sue (del terrorista) intenzioni (entrare in un insediamento armato di kalashnikov e bombe a mano). Landi dice che dell'accaduto (il rifiuto) la Radio militare non ne fa un mistero e conclude il servizio ricordando che alla fine l'uomo armato è stato ucciso.
Sono ancora in corso le indagini per stabilire quale possa essere stato il motivo del rifiuto da parte del carrista, com'è stato riferito dal sito del quotidiano Ha'aretz:
http://www.haaretzdaily.com/hasen/spages/363383.htmlMeanwhile, the Israel Defense Forces is
conducting an investigation of an incident in
which a tank commander refused an order to fire
at a Palestinian who was in the process of
placing a bomb on a Gaza Strip road, Israel
Radio reported Friday.
A paratroop unit in the Gaza settlement of
Netzarim saw a Palestinian man placing a bomb
on the Karni-Netzarim road Thursday, and the
commander of the reservist unit ordered the
troops to fire.
But despite receiving several direct orders, the
tank commander refused to shoot, saying he was
unable to see the Palestinian man's entire
body, according to the radio. His comrades
repeatedly tried to direct his vision toward
the target, to no avail.
The Palestinian man finished placing the bomb on
the Karni-Netzarim road and escaped unharmed,
the radio reported; sappers then defused the
bomb.
Military sources told Israel Radio they didn't
understand why the tank gunner refused to fire,
and that the army was investigating the
incident.
Dal momento che non si parla di alcuna folla di civili, viene da chiedersi come mai Landi abbia riferito tutt'altra cosa, dando per certe e appurate le cause del diniego e sostendo, addirittura, che la stessa radio israeliana ne ha dato notizia.
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