Un ponte è meglio di un muro
Non è demenza senile, questo è certo
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Data: 17/11/2003
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Un ponte è meglio di un muro
Nel suo discorso domenicale il Papa ha dichiarato che per raggiungere la pace in Medio Oriente i ponti sono meglio di un muro. Anche per attraversare un fiume un ponte è meglio di un muro.
Ma visto che in Medio Oriente il problema è impedire l’attraversamento del fiume da parte dei terroristi palestinesi, quello che si deve evitare è proprio la costruzione di un ponte. Fino a che i palestinesi non avranno una leadership capace di volere veramente la pace, l’unica soluzione è il muro, come lo chiama anche il Papa.
Meglio sarebbe stato se Sua Santità lo avesse chiamato barriera di difesa. In Vaticano non saltano gli autobus, non esplodono bar e ristoranti, nessuno si fa saltare in aria su una macchina carica di esplosivo. Le Chiese non saltano in aria come le Sinagoghe. Fa una brutta impressione che Sua Santità non lo valuti. Sempre che non si debba dar credito alle indiscrezioni uscite sulla stampa israeliana dalle quali si apprende che la Santa Sede chiederebbe di includere istituzioni e conventi dentro il confine israeliano.
Ma allora, Santità, si è tanto preoccupato che le proprietà vaticane siano incluse nella parte israeliana invece che in quella palestinese, ci vuole cortesemente spiegare il motivo? Se il suo cuore batte in egual misura per entrambe le parti, perché questa preoccupazione? Distribuire a piene mani, come Lei fa la parola pace sa di ipocrisia, è una moneta troppo facile da spendere.
Chiedere che le proprietà ecclesiastiche restino invece sotto controllo israeliano, questo sì che ci sembra una proposta concreta.
Non capiamo però come possa andare d’accordo con la teoria del ponte.