Perchè continuare a chiamarlo "muro"?
sapendo che si tratta di una barriera di difesa temporanea
Testata:
Data: 11/11/2003
Pagina: 10
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Il Muro di Sharon fino alle porte di Gerico?
Il titolo appare un po´ sensazionalistico poiché nè si tratta di "Muro" nè tantomeno si tratta di "muro di Sharon". La si può definire "Barriera Difensiva" oppure si può utilizzare la definizione che nella stessa Israele si preferisce utilizzare: "envelope" parola inglese che suggerisce propriamente un´idea di provvisorietà, di misura estrema e disperata per assicurare una protezione, una difesa nel tempo presente ma che si spera diventi quanto prima superflua ed inutile, quindi rimuovibile.

L´articolo quotidiano di Udg è volto a dimostrare quanto la costruzione della Barriera Difensiva (la quale di solito viene definita dal nostro giornalista come espediente per annettere territori "palestinesi") vada a peggiorare la già drammatica e disperata esistenza delle masse palestinesi.

Il "muro" come sempre viene percepito come la causa e non come l´effetto della politica del terrore che è, e rimane, predominante nell´azione palestinese.
Come al solito si descrive con compassione la sofferenza palestinese ma non si vuole spiegare da che cosa Israele si debba difendere.

Il "Muro della Discordia" si incuneerà nel cuore della Cisgiordania, avvolgerà Gerusalemme, lambirà Gerico, includerà sul suo versante orientale il popoloso insediamento di Maaleh Adumim e si spingerà in Cisgiordania per una ventina di km.

Una volta completata la barriera attorno a Gerusalemme, circa 200mila palestinesi di Gerusalemme est si troveranno fisicamente separati dal resto della popolazione palestinese in Cisgiordania.

Il grido di allarme lanciato ieri da Peter Hansen, il direttore dell´Unrwa
Cioè l´Agenzia delle Nazioni Unite per l´assistenza e il lavoro ai rifugiati palestinesi, tristemente nota alle cronache poiché spesso in passato ha funto da spalla consapevole/inconsapevole a vere e proprie azioni terroristiche contro gli israeliani

Le condizioni dei palestinesi nei Territori "peggiorano ogni giorno", avverte Hansen

Palestinesi che si trovano sotto la giurisdizione palestinese, non israeliana.
Il direttore dell´Unrwa spiega che gli aiuti alimentari e di emergenza sono stati ridotti a causa della scarsità di donazioni internazionali malgrado sei palestinesi su dieci vivono al di sotto della soglia di povertà

Dei tre milioni di palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, quasi una persona su tre dipende per vivere dagli aiuti alimentari dell´Unrwa
E chi è la causa di questa drammatica situazione?



Una condizione di sofferenza che la costruzione del muro rischia di aggravare ulteriormente

L´esercito israeliano ha distrutto in cisgiordania e Gaza circa 2100 abitazioni, danneggiando 17mila
Premesso che questi dati andrebbero sicuramente rivisti e rivalutati (in che situazioni sono state danneggiate queste abitazioni? Che responsabilità effettiva c´è da parte palestinese per queste incursioni dell´esercito?), troviamo assurdo e di cattivo gusto che Udg incolpi gli israeliani della situazione materiale drammatica in cui versano i palestinesi.

La popolazione palestinese vive sotto la giurisdizione palestinese, la quale ha preferito sfruttare i tanti aiuti internazionali per foraggiare il terrorismo e non sfamare il proprio popolo.

La popolazione vive in eterni campi profughi poiché non vi è l´interesse da parte della dirigenza palestinese di farli uscire da lì, preferendo farne uno scudo umano e un capro espiatorio costante.

La popolazione palestinese si trova lì perchè tutti gli altri stati mussulmani hanno fatto in modo che questa situazione non si sblocchi. Non li accolgono nelle loro terre, non li aiutano in nessun modo: devono essere e rimanere carne da macello pronta a farsi esplodere ed una piaga creata ad arte da mostrare davanti alle compassionevoli telecamere occidentali.

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