Il premier d'Israele è sempre Sharon
ma all'Unità sembra che non parli per la maggioranza degli israeliani
Testata:
Data: 03/11/2003
Pagina: 4
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Sondaggio Ue contro Israele, Sharon protesta
Oggi è il 3 novembre eppure è come se fosse Natale per l’instancabile De Giovannangeli: "vedi, caro lettore" sembra occhieggiare malizioso dalla sua pagina di giornale "alla fine tutti ci danno ragione".
Indignazione. Rabbia. Sconcerto. Così Israele reagisce ai risultati di un sondaggio condotto per la Commissione Europea nei 15 Stati dell’Ue nel quale, in risposta a una domanda, Israele è indicato dalla maggioranza dei circa 7.500 europei intervistati come lo Stato più pericoloso per la pace nel mondo. Stando ad anticipazioni dei risultati del sondaggio apparse, con grande evidenza, sulle prime pagine dei maggiori quotidiani israeliani, il 59% degli interpellati posti davanti a una lista di 15 Stati, tra i quali l’Iran, la Corea del Nord, l’Afghanistan. l’Iraq, il Pakistan e l’India, , hanno indicato Israele come lo Stato a loro parere più pericoloso per la pace nel mondo.
Prima di tentare un bilancio dei risultati del famigerato sondaggio, c’è da fare una notazione "giornalistica". Nella versione cartacea dell’Unità il titolone recita "Sondaggio Ue contro Israele, Sharon protesta", nella versione online il titolo diviene addirittura "Sharon insorge: è antisemitismo". Ad un lettore poco attento parrebbe quasi che solo Sharon si è lamentato dei risultati del sondaggio (la cui serietà va sinceramente ancora misurata) oppure potrebbe addirittura credere che il sondaggio sia "contro Sharon", non contro Israele o gli Israeliani.
Ovviamente nulla di più errato. L’opinione di questi circa 7500 europei è chiara: Israele è uno stato pericoloso, Israele è la causa principale della tensione che pervade questo nostro bel globo. Con o senza Sharon.
E di certo non è stato solo il premier israeliano a scandalizzarsi per un risultato che in realtà butta giù, spietatamente nero su bianco, ciò che era nell’aria già da molto tempo.
L’Europa, presa nella sua totalità, è sostanzialmente avversa ad Israele.
E tra i poveri ebrei, posti ancora una volta dalla Storia Cristiana sul banco degli imputati, ci sono sostanzialmente due scuole di pensiero.
C’è chi pensa che il risultato del sondaggio sia il frutto della capillare disinformazione e demonizzazione che ormai da tempo imperversa sulla stampa europea.Durissimo è anche il commento del portavoce del governo Sharon, Avi Pazner, già ambasciatore israelaino a Roma e Parigi. Secondo Pazner, il risultato del sondaggio è da imputare alla copertura giornalistica negativa degli ultimi tre anni, quelli della seconda Intifada. «Io penso - sottolinea il portavoce del premier Sharon - che la copertura giornalistica degli ultimi tre anni sia stata scorretta e sbilanciata, e ha fornito un quadro generalmente distorto del conflitto israelo-palestinese».
E chi invece più pessimisticamente dice "niente di nuovo sotto il sole".
Più esplicito su questa linea è il fondatore del Centro «Simon Wiesenthal» di Los Angeles, il rabbino Marvin Hier, il quale chiede che, se i risultati del sondaggio anticipati dalla stampa saranno confermati, Israele escluda l’Ue da qualsiasi negoziato di pace. «Questi risultati scioccanti che mostrano come Israele rappresenti la più grande minaccia alla pace mondiale, più che Corea del Nord e Iran, sono una sfida alla logica e una fantasia razzista», deplora il rabbino Hier
Di certo entrambe le chiavi di lettura sono valide. Di fondo c’è un’antica vocazione antisemita (Begin diceva "Sai cosa accade quando un goy combatte contro un altro goy? Accade che è colpa degli ebrei"), rinforzata ogni giorno da una robusta propaganda anti-israeliana a mezzo stampa.
Eppure ci sarebbe da aggiungere un’ulteriore postilla.
Odiare o semplicemente parlare male degli ebrei è una strategia vincente, poiché improvvisamente ti ritrovi con un sacco di amici attorno.
Spesso l’antisemitismo non è una sincera convinzione, ma una strategia. E va considerata anche in quanto tale.
Una strategia politica (come sanno bene in Francia) o semplicemente una strategia di unità: come farebbe il mondo arabo senza il sionismo? Languirebbe lacerato da conflitti interni, da aspirazioni individuali, da lotte etniche: ma per fortuna ci sono gli ebrei ed essere contro di loro, è l’unico momento in cui tutti sono d’accordo, e si parla addirittura di Lega Araba.
E come farebbe L’Europa, divisa tra "staterelli-prime donne" che per un secondo di celebrità si venderebbero l’anima?
Per fortuna c’è Israele, lo Stato più pericoloso per la pace nel mondo.Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
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