E' finita l'intifada?
No, anche se i nostri media non ci informano. E nulla cambia nello scenario politico della regione.
Testata:
Data: 29/10/2003
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: E' finita l'intifada?
Sembra che quando non vi sono attentati terroristici il problema del conflitto israelo - palestinese si riduca alla innata malvagità di Sharon, alla quale i media amano dedicare sempre ampio spazio. Ma non è così, purtroppo.
Proviamo solamente a scorrere alcuni articoli pubblicati di recente sul quotidiano ufficiale dell'Autorità Palestinese Al Hayat Al Jadida, ed alcuni avvenimenti completamente ignorati da chi dovrebbe fornire sempre informazioni obiettive e complete. Il monitoraggio è fatto dal noto commentatore politico Itamar Marcus e dal Palestinian Media Watch.
Poco più di un mese fa, alla fine di settembre, un torneo di calcio che ha
coinvolto 24 squadre palestinesi è stato sponsorizzato ufficialmente da
Yasser Arafat e da 13 fra i suoi più stretti collaboratori di governo.
Bene, finalmente pensano a qualcosa che non siano le bombe, potrà pensare
qualcuno. Ma non è così, purtroppo. Ognuna delle 24 squadre partecipanti era
stata denominata con il nome di un terrorista o di uno shahid: Yechia Ayash,
l'"ingegnere" di Hamas che ha avviato la strategia delle cinture esplosive;
Dalal Mughrabi, che nel 1978 ha assassinato 38 civili; Abu Ali Mustafa, capo
del Fronte Popolare; Az Adin Al Kassam, al quale si richiama anche l'ala
terrorista di Hamas; Raid Carmi, capo dei terroristi suicidi del Fatah a Tulkarem; Hassan Salame, esponente di quel Settembre Nero che commise il massacro alle Olimpiadi di Monaco; Abu Jihad, leader dell'OLP; ThabitThabit, capo dei Tanzim a Tulkarem; Jamal Mansour di Hamas; Salah Khalif dell'OLP; Salah Drowza di Hamas; Kamal Adwan dell'OLP.
Non si è trattato di un episodio isolato. Già in passato avevamo segnalato
analoghi accostamenti dei nomi di terroristi ad esperienze giovanili e
scolastiche, e nello scorso gennaio l'Autorità Palestinese aveva
organizzato un altro torneo di calcio destinato ai bambini di 12 anni e che era stato intitolato al nome di Abd Al Baset Odeh, il terrorista che aveva
assassinato 30 persone riunite per la cena pasquale nell'aprile del 2002.
Filmati che mostrano con compiacimento i militari americani uccisi in Iraq o gli israeliani uccisi negli attentati, collegando queste immagini alla lettura di brani od a canzoni che esaltano la violenza e l'uccisione dei nemici sono pratica pressoché quotidiana della emittente televisiva ufficiale palestinese.
Infatti, l'odio per gli Stati Uniti e quello per Israele non inscindibili nella propaganda politica e nel linguaggio mediatico palestinesi.
Lo scorso 25 ottobre, ad esempio, il quotidiano palestinese Al Hayat Al Jadida, portavoce ufficiale, ha pubblicato un ampio commento dal quale estrapoliamo alcuni passaggi:In questi momenti della storia è estremamente importante adottare una
posizione diretta e decisa riguardo all'imperialismo, e specialmente riguardo all'entità sionista.
da notare: perfino il nome dello stato d'Israele non viene pronunciato, in segno di disprezzo e di rifiuto della sua esistenza!Non vi è altra opzione che la resistenza all'imperialismo...Vi è la necessità di cristallizzare una posizione nei confronti del progetto imperialista -sionista nella regione araba. La resistenza - e con ciò si intende l'espulsione degli occupanti americani dall'Iraq - dovrebbe essere sostenuta con ogni mezzo. Lo stesso vale per la lotta contro l'entità sionista fino a quando il progetto sionista sia stato sconfitto, la sua entità eliminata,
da notare: si chiede formalmente l'annientamento di Israeleed una Palestina araba libera sia stata costituita come primo passo verso l'unità della patria araba...Non vi sono altre soluzioni sostanziali al problema arabo all'infuori di questa...La soluzione di due stati, uno stato binazionale, o perfino uno stato democratico al di fuori della dimensione araba non potranno eliminare il contrasto fra le masse arabe ed il progetto sionista-imperialista nella regione araba... Non esistono "israeliani progressisti". Ogni singola persona che sia parte del progetto sionista-imperialista, anche se è un "oppositore" della politica sionista, è parte della struttura di "Israele"
nota: le virgolette sono del testo originale...Una persona non può essere simultaneamente progressista e parte dell'entità sionista...Israele è uno stato illegittimo. Questa definizione vale per le organizzazioni e gli individui che rappresentano o riconoscono questo stato...la normalizzazione con i sionisti dovrebbe essere contrastata a livello mondiale, non solo nella patria araba...Non vi è altra opzione che l'eliminazione del progetto imperialista-sionista...".
Non molto diverso è il messaggio che viene proclamato dalle moschee. Una
omelia del venerdì trasmessa dalla televisione ufficiale palestinese affermava che:Maometto è stato assediato da due potenze, la Persia ad est e Roma ad ovest. La Persia rappresenta la Russia, l'America si è sostituita a Roma. La Persia cadde per prima, come la Russia è crollata per prima ad est.
E l'America cadrà, per volere di Allah, proprio come è crollata Roma.
Lo scorso 10 ottobre Sheikh Ibrahim Madiras, nel suo sermone del venerdì trasmesso dalla televisione palestinese, ha affermato:Noi sentiamo affermazioni del piccolo presidente americano, affermazioni oppressive. Egli dice che Israele ha il diritto di difendersi. Queste affermazioni porteranno alla distruzione della stessa America...Noi ammoniamo il popolo americano che il loro presidente li trascina nell'abisso. Allah porterà la vendetta sui vostri nemici, sui nostri nemici, i nemici della religione".
Tutti i media palestinesi presentano la guerra contro Israele in termini di
scontro globale, nel quale gli Stati Uniti guidano una coalizione che richiede una opposizione panislamica.
Nel corso della guerra contro l'Iraq Al Hayat Al Jadida si è schierato con
forza con Saddam Hussein, auspicando che l'Iraq potesse divenire il cimitero degli americani, e quando un terrorista suicida uccise 4 militari americani l'Autorità Palestinese modificò il nome di una piazza del campo profughi di Jenin rinominandola Ali Jafar Al-Na'amani, in onore appunto del
terrorista.
Un recente sondaggio ha constatato che l'87 % dei palestinesi ritiene che o
gli Stati Uniti o Israele siano la peggiore minaccia per la pace nel mondo (il 51% ha risposto Israele, il 36% ha risposto Stati Uniti).
Ci sembra utile ricordare che i territori dell'Autonomia Palestinese sono
governati - come si è evidenziato nella sorte travagliata dei due governi
presieduti da Abu Mazen ed Abu Ala - con pugno di ferro e controllo assoluto
da Arafat, e che questa constatazione pone seri e legittimi interrogativi
sulla serietà delle intenzioni pacifiche che lo stesso Arafat, ma solo in
lingua inglese, ammannisce da dieci anni ad un Occidente che vorrebbe poter
credere alla sua sincerità e spesso chiude gli occhi dinanzi alle prove
della sua cinica doppiezza.