L'equidistanza dell'Unità:
sarebbe bello se ci fosse
Testata:
Data: 26/10/2003
Pagina: 10
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Sharon sfida l´Onu e allunga il Muro
Dal titolo di questo articolo pare che la bizzosa Israele abbia deciso di costruire la "barriera difensiva" per il solo ed unico scopo di "sfidare L´Onu".

Ma no, De Giovannangeli si corregge e dando la parola ai soliti presunti ministri palestinesi (chi li ha eletti? Secondo quale sistema elettorale degno di questo nome?) confida al suo lettore che lo Stato Ebraico ha almeno un´altra ragione per costruire "il muro"

«Questo muro creerà un fatto compiuto sul terreno, che renderà impossibile il raggiungimento di qualsiasi soluzione politica», ha subito denunciato il portavoce del premier palestinese Abu Ala, Hassan Abu Libdeh. «Il progetto di costruzione di un muro di segregazione nella Valle del Giordano non ha nulla a che vedere con la sicurezza d´Israele, ma mira a trasformare le nostre città e villaggi in una grande prigione», gli fa eco il ministro e negoziatore capo Saeb Erekat
Affermazioni che De Giovannangeli correda con un´opinione personale
Per costruire il «Muro» in Cisgiordania, l´esercito israeliano, oltre ad espropriare un ulteriore 2,9% di terra palestinese, ha anche sradicato finora 102.320 ulivi.
Rileggiamo "l´esercito israeliano oltre ad espropriare un´ulteriore 2,9 % di terra palestinese". Se è "un ulteriore" pezzo, significa che per Udg Israele ne ha espropriata proprio tanta di terra palestinese... ma chissà secondo quale parametro...

Inizia poi la triste favola di quanto i Palestinesi siano economicamente compromessi dalle spregiudicate azioni israeliane

Per i palestinesi l´ulivo non è solo un simbolo della loro terra ma anche un mezzo di sostentamento: il 60% dell´economia della Cisgiordania si basa sugli uliveti. L´organizzazione non governativa «Osservatorio palestinese» calcola che in tre anni di Intifada gli ulivi sradicati per motivi di sicurezza o per costruire nuove strade per i coloni, per mano dei coloni stessi e, ultimamente, per edificare il Muro, sono stati circa 200mila.
A rischio di risultare ripetitivi ci richiediamo che fine abbiano fatto i fondi UE per la costruzione di nuove infrastrutture, anche a livello economico.

Ci chiediamo inoltre se Udg non voglia proprio tenere conto del fatto che le imprese israeliane continuano a fornire, nel limite della sicurezza, posti di lavoro ai palestinesi

E pur essendo consapevoli che certe misure estreme di sicurezza che Israele deve suo malgrado prendere per la propria sicurezza possano andare a ledere gli interessi palestinesi, facciamo notare ad Udg che anche le azioni palestinesi hanno compromesso la già precaria economia israeliana. Qualche esempio: il terrorismo palestinese e il crollo del turismo, voce fondamentale nel bilancio israeliano, oppure terrorismo palestinese ed esorbitanti spese patite da Israele per garantirsi un minimo di sicurezza, giovani costretti ad un servizio di leva per anni invece di essere introdotti nel mondo del lavoro, ecc...

Come al solito, quella di Udg è una falsa equidistanza, in realtà si vuol vedere solo le difficoltà di una parte senza nemmeno domandarsi l´origine vera di tali difficoltà.

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


lettere@unita.it