UDG ci mette poco di suo
Così l'articolo fornisce informazione
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Data: 18/10/2003
Pagina: 10
Autore: Umberto De Giovannageli
Titolo: Ora per Sharon esiliare Arafat non è una buona idea
De Giovannangeli riporta oggi le dichiarazioni principali fatte da Sharon nell’ambito dell’ ultima intervista concessa al Jerusalem Post.

E’ naturale che a colpire maggiormente Udg, cosa che si evince del resto anche dal titolo, sono le dichiarazioni del premier israeliano riguardo al "caso" Arafat.
Riguardo Arafat, Sharon sostiene


"La probabilità di espellerlo senza causargli danno è bassa, non solo per le sue guardie di sicurezza ma anche perchè sarebbe circondato da una catena umana di israeliani. L’opinione dei nostri servizi di sicurezza è che espellerlo non sarebbe una buona idea"



"Arafat è il Nemico numero uno della pace. Sono decenni che conduce una strategia di terrorismo"




Riguardo alla Barriera di Difesa (il cosiddetto "Muro")




Nell’intervista Sharon spiega che le ragioni sono certo di sicurezza- occorre ostacolare l’ingresso in Israele di terroristi palestinesi- ma anche di carattere demografico. La barriera includerà gli insediamenti ebraici più popolosi eretti in Cisgiordania a ridosso della linea armistiziale, e bloccherà il "flusso continuo" di palestinesi che dalla Cisgiordania si trasferiscono in Israele, anche sposandosi con arabi israeliani. La costruzione della barriera- assicura Sharon- andrà avanti nonostante la minaccia degli Stati Uniti di dedurne il costo dai 9 miliardi di dollari promessi in fideiussioni.
"Agli Americani dico, nonostante la cosa non mi farebbe felice, se volete togliere i soldi, fatelo. Noi dobbiamo costruire la barriera dove sappiamo che può essere parte integrante delle misure di sicurezza di Israele" taglia corto Sharon.

Il "taglia corto Sharon" è uno dei tanti spunti ironici attraverso cui Udg pretende di presentare il premier israeliano come uno che i nodi li taglia con la violenza, non essendo capace di scioglierli con la diplomazia... ma noi oggi decidiamo di riportare solamente le dichiarazioni di Sharon, il quale non manca di parlare del fronte siriano

Il regime siriano di Bashar el-Assad "è molto più antisemita" di quanto non lo fosse negli anni pure non facili in cui la Siria era guidata dal Leone di Damasco, Hafez-el-Assad. Damasco -avverte Sharon- è divenuta un crocevia di trame anti-israeliane. Siriani ed Iraniani finanziano ed elargiscono continui aiuti militari ai guerriglieri libanesi Hezbollah e ai gruppi radicali palestinesi nei Territori. Nelle parole del premier c’è un avvertimento, una minaccia velata: "Israele -ribadisce- non può accettare questo stato di cose"

Riguardo "all’accordo ipotetico di pace fra le colombe israeliane e palestinesi" (così come lo definisce Udg)

Chiacchiere e promesse ne abbiamo sentite tante. Vogliamo vedere fatti"

Alla domanda "Signor premier, dove ci sta conducendo?" fatta dal giornalista israeliano, Sharon risponde

"E’ la stessa domanda che si facevano i nostri nonni. E’ da 120 anni che dobbiamo cimentarci con il terrorismo arabo. Dobbiamo tenere salda la spada. Questo è l’unico posto al mondo dove gli ebrei hanno il diritto e la capacità di difendersi. Se Israele si indebolisce, gli ebrei di tutto il mondo saranno indeboliti"
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