A proposito ancora di Siria
Da non crederci: le democrazie vogliono la guerra, le dittature la pace.
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Data: 08/10/2003
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Le democrazie sono per la guerra,le dittature per la pace. Da non crederci.
Dopo la strage al ristorante Maxim di Haifa ed il raid degli F15 e F16 di Israele in Siria, oggi molti giornali dedicano le loro colonne all'argomento. Ma invece di trovare -salvo le debite eccezioni, poche,pochissime- analisi approfondite sul regime di Assad e la sua partecipazione al terrorismo internazionale,è Israele che rispunta quale colpevole dagli articoli che i diversi quotidiani pubblicano.
"La Siria nel centro del mirino" titola EUROPA a pagina tre, e l'occhiello è ancora più chiaro " Il regime di Damasco alza la voce contro Israele ma si sente vulnerabile". Nel testo poi si parla delle "difficoltà del giovane Assad" che sono evidenti dopo l'attacco di Israele. Il "giovane Assad", non il dittatore figlio di dittatore, che regna dispoticamente sulla Siria e sul Libano. No, è il giovane Assad alle prese con il "vecchio" Sharon, che oltre ad essere israeliano ha evidentemente anche la colpa di essere pure vecchio.
Non da meno sul MESSAGGERO Eric Salerno, da sempre trombettiere della causa palestinese. "Sharon è tornato a minacciare" scrive Salerno, e il campo dove venivano addestrati que bravi figlioli e quelle brave ragazze che poi andavano a farsi saltare in aria in Israele, Salerno lo chiama "base palestinese in Siria". Base di che ? E' raffinata l'arte dei trombettieri nell'annacquare le parole che non desiderano comunicare, ce n'è sempre una pronta che sostituisce quella giusta. Nella categoria ci sono dei maestri, che godono la fama di avere tantissimi allievi. Data l'età, con Salerno siamo in dubbio se ascriverlo ai primi o ai secondi.
Chi supera tutti è sempre LA REPUBBLICA, la cannoniera dell'Ing.Carlo De Benedetti, esperta nel cannoneggiare Israele quant'altri mai. Sul problema Siria lo fa traducendo un'intervista che Assad ha dato al quotidiano inglese in lingua araba al-Hayat. E' sempre utile conoscere le diverse posizioni in campo, ma l'evidenza con la quale Repubblica titola e pubblica le opinioni di Assad c'è qualcosa in più della semplice esposizione delle posizioni del "giovane" Assad. C'è, e salta agli occhi, una non velata adesione alle sue tesi. D'altra parte l'occhiello recita: "parla il presidente siriano: con Sharon la pace è impossibile". Per Repubblica invece, con dei "presidenti" come Assad la pace è più che possible. Chiedere al Libano per convincersi.
Ci chiediamo, certi di non avere risposta, come ai nostri giornali, che celebrano la democrazia un giorno si e l'altro pure, riescano sempre così simpatici i dittatori e odiose le democrazie. Come Israele. Noi la risposta la conosciamo, ma ce la teniamo nella penna, anzi nel tasto.