Qualche riflessione su Avvenire
con una certa preoccupazione
Testata:
Data: 29/09/2003
Pagina: 1
Autore: La redazione
Titolo: Qualche rifllessione su Avvenire
Abbiamo sempre letto le corrispondenze da Gerusalemme di Graziano Motta con un profondo senso di apprezzamento. Primo, per il suo equilibrio e la serietà professionale. Secondo, perchè leggere articoli così corretti come i suoi su un giornale cattolico non può che far piacere. Soprattutto se pensiamo alle ambiguità dell'Osservatore Romano e alla decisa ostilità di Famiglia Cristiana. Il nostro compito non essendo solo quello di criticare ma anche di prendere atto, e con soddisfazione, degli aspetti positivi quando ci sono.
Ma da un po'di tempo notiamo che Motta viene in un certo modo messo da parte. Articoli brevi e non di apertura di pagina, commenti su argomenti particolari, ma più che commenti, cronaca. Uno spazio maggiore spetta sempre più sovente a Barbara Schiavulli, che non ha nulla da invidiare alle cronache di Famiglia Cristiana in quanto a pregiudizi. I suoi articoli pendono da una sola parte, così come il linguaggio che usa. Non vorremmo sembrare nè troppo preoccupati nè vedere complotti dove forse non ci sono. Ma la riduzione di Motta rispetto a Schiavulli è un fatto, non un'impressione.
L'edizione di ieri domenica 28 settembre 2003 ne è un esempio significativo. L'articolo di apertura è della Schiavulli ed è, acriticamente, una esposizione di propaganda palestinese. Motta, relegato in basso a destra, affonta temi delicati per Israele (i piloti obiettori di coscienza), ma lo fa con ben altro stile e, vorremmo dire, partecipazione.
Chiediamo ai nostri lettori di inviare e-mail al direttore di Avvenire, Dino Boffo, per esprimergli il timore che l'informazione da Israele possa subire una sterzata da quella posizione equilibrata da sempre rappresentata da Graziano Motta.

mailto:lettere@avvenire.it