...DIMITRI BUFFA
plauso
Testata: L'Opinione
Data: 15/12/2001
Pagina: 1
Autore: DIMITRI BUFFA
Titolo: Una luce per Betlemme
Il seguente articolo è uscito sul quotidiano "L'opinione" il 15.12.2001



"Poveri bambini palestinesi della città di Betlemme, ridotti a vivere senza acqua e senza luce dai cattivi israeliani!"
"Una luce per Betlemme".


Si intitolava così la più tragicomica (e immotivata, come vedremo) delle raccolte di fondi promossa da Canale 5 tramite il "Maurizio Costanzo Show". Adesso è stata sospesa, per pudore e carità di patria.
E questo dopo che lo stesso Maurizio Costanzo ha potuto visionare un filmato da candid camera confezionato dal ministero degli Esteri israeliano con una micro telecamera e constatare di persona come l'assunto da cui la raccolta fondi era partita fosse in realtà una bufala grossa come una casa.
Si vedevano infatti nel video "pirata" bambini che giocavano in negozi illuminati, alberi addobbati con palline luminose, l'acqua potabile c'era in tutte le case e negli esercizi pubblici, e in nessuna abitazione di Betlemme sembrava mancare alcunchè, tanto meno la luce.
Più precisamente la bufala era stata confezionata dal rappresentante diplomatico dell'Autorità nazionale palestinese a Roma, l'ormai celebre (almeno in Tv) Nemer Hammad, che era andato al Costanzo show lo scorso 16 novembre a strappare un po' di lacrime di circostanza a congiuntive sempre disposte a versarne quando c'è di mezzo qualche bambino palestinese.
Di questa cosa aveva parlato mercoledì sera a "Vox Populi", nella puntata dedicata (guarda caso) alla "corretta informazione sullo stato d'Israele" il portavoce della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, specificando altri particolari comici, come quello che l'Enel dall'Italia aveva già spedito un bel po' di pali per tralicci della alta tensione, tuttora fermi alla dogana israeliana.

Naturalmente Maurizio Costanzo, con un'onestà intellettuale davvero encomiabile (dato che altri anchor man ci avrebbero pensato due volte ad ammettere l'errore), tre giorni fà ha anche mandato in onda il video verità degli israeliani, dopo averlo visionato lunedì scorso privatamente all'ambasciata di Roma. E ha esordito la puntata di martedì 11 dicembre annunciando che "una luce per Betlemme" era finita, che chiedeva scusa a Israele e che "sarebbero stati restituiti i soldi a tutti i comuni italiani" che ne avevano già spediti a bizzeffe.

Insomma un caso di solidarietà male intesa con risvolti comici tipici di un paese che ha fatto del "politically correct" anti israeliano e anti sionista una propria bandiera. Quello che però non si riesce a mandare giù di questa storia non è tanto la leggerezza di chi ha cominciato una campagna stampa e una raccolta di soldi semplicemente fidandosi della parola non veritiera di Nemer Hammad, peraltro confermata sempre da Costanzo, una settimana dopo la trasmissione del 19 novembre, anche da quelle altrettanto bugiarde del sindaco di Betlemme Nasser Hanna (altro campione della malafede), quanto il silenzio della stampa italiana su questo episodio che dovrebbe invece fare vergognare tutta la categoria giornalistica e in special modo quella dei giornalisti televisivi.

Mercoledì l'ambasciata di Israele aveva fatto visionare la cassetta alle tre principali agenzie di stampa italiane (Agi, Ansa, Adn kronos) e ovviamente erano usciti dei ricchi lanci di agenzia dove tutto veniva spiegato per filo e per segno. Ieri nei giornali quotidiani italiani mancavano quasi del tutto i riscontri a questa che pure è senz'altro una notizia, visto che quando si carpisce la buona fede di chi mette mano al portafoglio molto spesso i giornali scrivono paginate intere.

Ma in questo caso l'anima sporca e la cattiva coscienza di un'informazione cha odia Israele al limite dell'antisemitismo hanno fatto da freno a mano per la risonanza, strozzandola invece di amplificarla.

C'è da giurarci invece che se un video avesse dimostrato che veramente i poveri abitanti di Betlemme rischiavano di passare il Natale senza le luci dell'albero e l'acqua potabile, i titoli di riprovazione anti Sharon si sarebbero sprecati e moltiplicati.

Due pesi e due misure quindi. E anche questo episodio contribuisce a convincerci che la battaglia iniziata dall'"Opinione" (in beata solitudine almeno per ora, se si eccettua la costante presenza di Radio radicale) per la corretta informazione su Israele era di quelle che andavano combattute a tutti i costi.

DIMITRI BUFFA