Deboli o forti
gli americani provocano solo disastri. Così la pensa l'Espresso (che,per carità, non è antiamericano ...)
Testata:
Data: 12/09/2003
Pagina: 39
Autore: Lucio Caracciolo
Titolo: La pax americana non funziona
Si tratta di un’analisi attenta ma con la presenza di alcuni concetti criticabili. L’articolo di Caracciolo vuole analizzare l’intervento Usa nell’ambito del conflitto mediorientale ed in Iraq, raggiungendo le seguenti conclusioni.

1) Gli Usa non hanno vinto il conflitto in Iraq e quindi hanno dato prova di debolezza
2) La rilevata debolezza degli Usa leva ogni residua forza alla Road Map
3) Israeliani e Palestinesi traducono la debolezza degli Usa come incapacità di portare a termine gli impegni presi anche nei loro confronti
4) Il fallimento della politica mediorientale Usa determina una forte destabilizzazione nell’area i cui negativi effetti si ribaltano esclusivamente su noi europei ed in particolare sulla politica energetica.

In particolare Caracciolo spiega che

Le difficoltà americane in Iraq sono interpretate sia dai palestinesi che dagli israeliani come il segno della relativa impotenza di Bush, incapace di arbitrare il loro conflitto. Si resta dunque al mors tua vita mea.
I nostri lettori sanno bene che Israele non ha mai adottato la politica del "mors tua vita mea" anche se spesso i mezzi di informazione hanno cercato di invertire l’ordine degli eventi (attentato contro civili – reazione mirata contro terroristi) per invertire le responsabilità. Inoltre Israele non ha mai voluto eliminare la presenza palestinese dalla regione, mentre è chiaro a tutti (ed anche a Caracciolo) che da parte palestinese (ed in particolare delle frange estremiste) si intende combattere con ogni mezzo per l’eliminazione dello stato si Israele e della presenza ebraica.
La ragione di fondo del fallimento è semplice: la Road Map era un prodotto americano, approvato da russi, europei e Onu (per quel che vale), ma non davvero dai diretti interessati. Né Sharon né tantomeno Arafat - peraltro nemmeno interpellato - avevano dimostrato entusiasmo per un piano comunque preliminare e vago, volutamente ambiguo e non dettagliato.
Caracciolo ha ragione, la Road Map è un percorso da seguire che segna linee guida senza essere eccessivamente dettagliata (allo scopo di lasciare maggiore libertà alle parti nella scelta degli strumenti). Ma riteniamo eccessivo definirla vaga ed ambigua.
Basta solo pensare alle linee guida (volutamente non dettagliate) che sono state indicate ai palestinesi che sinteticamente sono la fine di ogni violenza, il perfezionamento di atti volti al riconoscimento di Israele, l’arresto di terroristi, la confisca di armi, lo smantellamento delle infrastrutture delle organizzazioni terroristiche, la fine di ogni forma di incitamento alla violenza e all’odio, l’arresto di ogni supporto al terrorismo da parte dei Paesi Arabi, la creazione ed il consolidamento delle forze di sicurezza palestinesi, l’istituzione di riforme democratiche.. Già così sono state completamente disattese, figuriamoci se fossero state più dettagliate!

Caracciolo evidenzia inoltre alcuni concetti che riteniamo di segnalare ai nostri lettori.

Finché il vecchio presidente manterrà il controllo delle forze di sicurezza e della cassa - a disporre dei fondi sauditi, europei e di altri finanziatori più o meno occulti - nessun primo ministro, nemmeno il pragmatico Abu Ala, potrà disporre degli strumenti per fare la pace. … L´obiettivo finale resta la liquidazione di Israele e la cacciata delle truppe occidentali dall´intera regione. Di fronte hanno un Occidente diviso, in cui alcune potenze non sembrano particolarmente preoccupate delle difficoltà americane. Anzi, per quanto riguarda la Francia, parrebbe che il suo scopo sia quello di vedere Bush definitivamente impantanato in Iraq e incapace di sciogliere il nodo israelo-palestinese….
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