3/6/02 I passi falsi dell'OLP: una interpretazione islamica
I passi falsi dell'OLP: una interpretazione islamica
Testata: L'Opinione
Data: 01/06/2002
Pagina: 1
Autore: Shaykh Abdul Hadi Palazzi
Titolo: I PASSI FALSI DELL'OLP
Riceviamo dall' "Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana" il seguente articolo pubblicato sul quotidiano romano "L'Opinione" che riteniamo di sicuro interesse per i lettori di informazionecorretta. Chi volesse, può comunicare con l'Istituto al seguente indirizzo: islam.inst@flashnet.it



L'OPINIONE
delle Libertà

quotidiano diretto da Arturo Diaconale

Sabato 1 Giugno 2002 Anno VII, n. 123

Prima Pagina

Fallito il tentativo di mettere il governo italiano in imbarazzo
I PASSI FALSI DELL'OLP

Il "Trio Kalashnikov" palestinese oggi più vicino a Pianosa che agli inviti da Santoro

di Shaykh Abdul Hadi Palazzi*

I segni di nervosismo in seno all'autorità palestinese sono ormai molteplici ed in aumento. Da quando Marwan Barghouti è in carcere in Israele, le diverse componenti dell'OLP antevedono che un eventuale accordo diretto fra Usa e Arabia Saudita in preparazione dell'attacco all'Iraq potrebbe significare la fine dei copiosi fondi wahhabiti che per tanto tempo sono stati a loro disposizione.

Questa paura induce diversi privilegiati militanti e miliziani del terrore a fare in pochi giorni più d'un passo falso. Come quelli di ingiuriare la democrazia americana sul quotidiano ufficiale di Ramallah, o di trattare - come ha fatto l'artificiere dei Tanzim Khaled Abu Nijmeh su "Repubblica - gli ufficiali delle forze italiane di sicurezza come gregari cui si può chiedere di "non marcare troppo stretto", cui si può tranquillamente dire "Lasciateci un minimo di spazio vitale, di autonomia, se no rischiamo di esplodere". Insomma, stiamo in Italia in vacanza-premio. Perché mai volete rovinarcela?

Il 28 maggio il quotidiano dell'Olp "Al-Hayat al-Jadida" ha attaccato il Congresso degli Stati Uniti con un editoriale anonimo. Vi si cita un inesistente "esperto di questioni mediorientali", Munzer Suleiman. A questa personalità fittizia vengono attribuite le seguenti pesanti dichiarazioni antiamericane e antisemite:

"Il Congresso degli Stati Uniti è il più saldo bastione del Sionismo, molto più di quanto non lo sia la stessa Knesset. Ciò avviene in quanto Israele controlla i media, ed è in grado di denunciare i misfatti di qualsiasi personalità americana di rilievo, costringendo così l'America a mettere subito a tacere e a chiudere immediatamente ogni genere d'indagini. Gli Stati Uniti non amano i conflitti, ma la riservatezza."

Ormai l'OLP non spera più di tanto nei fondi dei principi sauditi già dirottati verso Hamas, o nel Parlamento americano che oggi comprende e difende a sufficienza le ragioni d'Israele. Agli arafatiani resta ormai da sperare soltanto nella traballante sinistra europea (da Veltroni e relativo associazionismo bifronte sino agli amici del cuore di Rifondazione) e nelle entrature di Cappucci e Sabbah in seno alla Curia romana. La nuova proposta del "doppio binario", (USA che mediano direttamente con Sharon, centro-destra dell'UE che interloquisce coi Sauditi tramite il Cavaliere) è anzi attiva a partire da Pratica di Mare, e rischia di mettere l'OLP di fronte al fatto compiuto del pensionamento forzato del suo attuale boss.

Ed è forse proprio questa la ragione per cui a quel progetto per il dopo-Arafat l'OLP ha invano tentato di mettere i bastoni fra le ruote.

Se Nemer Hammad ha regalato uno scoop al corrispondente della stampa araba di "Repubblica" e fatto sognare quei settori terzomondisti della sinistra italiana che vorrebbero portare i terroristi del "Trio Kalashnikov" sino da Santoro, con quell'intervista ha però indirettamente fatto un pesante sgarbo al presidente Berlusconi e al governo italiano, per giunta alla vigilia dell'arrivo di Bush in Italia.

La prima blanda e non molto efficace contromisura (già testata su "Porta a Porta", poi sparata in prima pagina su "il Giornale" il 27 maggio) è stata quella di chiudere in fretta con quanto accaduto nella "cena dei gsm" con Mohammed Said Atollah Salem, Khaled Abu Nijmeh e Ibrahim Mohammed Salem Abayat, e di affrettarsi a gridare "al lupo!, al lupo!" in tutt'altra direzione. Cioè per un evento tragicomico e folcloristico che col terrorismo mediorientale c'entra davvero poco, mentre c'entra pesantemente con la psichiatria e con l'estrema destra britannica di Ian Dallas, un attore scozzese neonazista che da anni tenta di far proseliti fra gli immigrati musulmani.

E' bastato che qualcuno suggerisse a due pregiudicati, l'italo-scozzese Adel Smith (con precedenti per lesioni personali, e un passato di contrabbando automezzi rubati fra l'Italia e il Montenegro) e il romano Massimo Zucchi (ex militante dell'estrema sinistra, già condannato al carcere per concorso in banda armata), di mandare un fax all'Ansa per dichiarare "la loro intenzione di presentarsi alla elezioni politiche", per giunta con un "partito" o una "unione" inventati in tutta fretta, quindi far circolare la fola che dietro quegli improponibili "leader" ci fossero ben "cinquemila seguaci". Che è quel che lo Smith sogna per megalomania parlando al microfono di Vespa, ma che non trova riscontro alcuno nella realtà. Si tratta dunque di quel che l'Ansa ha attribuito alle sole dichiarazioni dell'interessato, e che il Giornale ha riferito quasi fosse un dato accertato.

In realtà di Smith e Zucchi (due persone, non cinquemila) si era già occupata, il 9 novembre scorso, l'agenzia Adnknonos, che riferiva della loro espulsione dalla Moschea di Roma, con relativo divieto di vendervi i loro patetici libercoli.

Una presa di distanza dalla "coppia stravagante dei crociati anticattolici" che ha coinvolto non solo l'Associazione Musulmani Italiani (Sunniti e Sufi moderati e liberali, con base nel centro-sud), ma anche i fondamentalisti dei "fratelli musulmani" che hanno a Milano, Imperia e Bologna le loro roccheforti.

Questa pagliacciata del preteso "partito islamico" è oltretutto già vecchia di qualche anno. Il primo a inventarla, nel 1995, è stato il segretario del centro dei "fratelli musulmani" di Segrate, quel Rosario Pasquini che per mesi aveva girato Milano con la bandiera azzurra con la mezzaluna, annunciando imminenti e improbabili vittorie elettorali.

E' invece molto più prosaicamente finito per candidarsi da indipendente coi DS alle amministrative, racimolando però consensi del tutto trascurabili. Ed è stata la prima volta in cui il partito di Fassino ha presentato a Milano un candidato istriano noto per aver ripetutamente dichiarato che "la questione palestinese può soltanto essere risolta con la distruzione d'Israele".


* Shaykh Abdul Hadi Palazzi è Segretario Generale dell'Associazione Musulmani Italiani http://shell.spqr.net/islam/
islam@spqr.net