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Le Chiese Cristiane delegittimano Israele
Naim Ateek
"Spesso migranti, soggetti a innumerevoli martiri nonviolenti, [gli ebrei], comunità senza patria, hanno mantenuto la propria identità senza suolo né spada. Hanno perciò dimostrato la pratica degli insegnamenti dell’etica di Geremia e di Gesù. Gli ebrei della Diaspora sono stati per oltre un millennio quanto ci sia di più vicino all’etica di Gesù all’infuori della Cristianità”. (A. E. Weaver, “On Exile: Yoder, Said, and a Politics of Land and Return,” in “The New Yoder,” edito da Peter Dula and Chris K. Huebner, Wipf and Stock Publishers, 2010, pag. 149-150).Yoder opera una comparazione tra cristianesimo ed ebraismo: gli ebrei si sono mantenuti puri nella condizione subalterna diasporica, mentre i cristiani si sono corrotto divenendo un impero. E per questo Yoder conclude dicendo: Esseri nati in Israele rende meno ebrei, nel più profondo senso storico del termine, che non essere nati in un ghetto.Questa idealizzazione del ghetto deriva dall’idealizzazione della condizione di impotenza e privazione del potere, che è un’idea principalmente cristiana secondo cui la mancanza di autorità permette di criticare il potere, eliminando i dilemmi morali dell’autorità. Questa posizione non tiene conto della condizione degli ebrei in esilio, cioè dei massacri, delle conversioni forzate, delle espulsioni, del genocidio e della Shoah. In una prospettiva ebraica, e in particolare dopo la Shoah, è immorale rimanere indifesi di fronte alla persecuzione, mentre è morale raggiungere una posizione di potere per difendersi. E questo è quanto offre il sionismo. La teologia della liberazione parla anche degli africani, per esempio. C’è una posizione simile? Gli ebrei sono l’unico popolo al mondo che è oggetto di una simile analisi. Con una parafrasi delle parole di Yoder, posso allora dire: “essere nati in uno Stato africano, rende meno africani, nel più profondo senso del termine, che non essere nati in una piantagione”. Chiunque faccia una simile dichiarazione sarebbe considerato un razzista, un suprematista bianco, ma un cristiano che si esprime in eguali termini sugli ebrei apparentemente non va incontro a simili accuse, e anzi sembra ricevere il plauso dei “progressisti”. E facendo un paragone i cristiani sono per gli ebrei, quello che gli europei sono per gli africani. Chi sono gli attori principali tra le Chiese cristiane che promuovono il BDS? Il caso più recente è la Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti, che ha adottato il BDS, tuttavia sembra essere un fenomeno comune a tutte le denominazioni cristiane. Negli Stati Uniti c’è la Chiesa Presbiteriana ma anche le Chiese Metodiste hanno al proprio interno attivisti che avanzano l’agenda del boicottaggio. Sono attivisti che ricoprono ruoli amministrativi e direttivi all’interno delle Chiese protestanti, che non hanno uan gerarchia, e sono spesso lontani dal sentire comune dei membri delle comunità. Come al solito, un piccolo gruppo di persone ha il potere di raggiungere degli obiettivi facendo molti danni, mentre la maggioranza silenziosa si adatta. I Quaccheri, i Mennoniti, una branca scissionista degli Amish, sono anche molto attivi nelle campagne BDS. La Chiesa Luterana, che non ha ancora adottato il BDS, e la Chiesa Episcopale sta andando nella stessa direzione. La Chiesa Riunita del Canada, la Chiesa Metodista Britannica, la Chiesa di Scozia sono anche sempre più vicine al BDS. Infine ci sono le organizzazioni per la cooperazione legate alle Chiese, che danno fondi alle ONG umanitarie, ma nel Medio Oriente finanziano associazioni che promuovono il BDS. Tra queste: Kerkenactie (Olanda), Diakonia (Svezia), Christian Aid (Gran Bretagna), Trócaire (Iralanda), World Vision, Pax Christi (organizzazione cattolica) e Papa Giovanni XXIII (Italia). Perché secondo lei le Chiese cristiane si concentrano su Israele mentre gli sviluppi del Medio Oriente e la sempre più feroce persecuzione dei cristiani dovrebbe attirare l’attenzione dei cristiani nel mondo? Credo vi siano due ragioni. Anzitutto, questa è la Terra Santa, parte della storia cristiana, dove la cristianità è nata, quindi è naturale l’attaccamento alla regione. Israele è un Paese libero dove le Chiese possono agire senza restrizioni di libertà. In secondo luogo, specialmente per i cristiani europei, concentrarsi solo su Israele e chiudere un occhio sugli orrori commessi dai musulmani contro i cristiani nella regione è un modo per alleviare il senso di colpa della Shoah. Ma guardando anche al ruolo delle Chiese nel colonialismo del XIX e XX secolo, si nota un loro ruolo di giustificazione e appoggio alle imprese coloniali, che proiettano sul sionismo e sugli ebrei. Dipingendo i sionisti come colonialisti e razzisti vogliono liberarsi del loro senso di colpa per la Shoah e per il colonialismo, elaborando argomentazioni molto complesse, che compredono assunti teologici, post-coloniali e anche vecchio antisemitismo. La strategia BDS è stata elaborata da ONG palestinesi e ora è diventata anche una questione politica cristiana. Quali sono le relazioni tra le Chiese occidentali, le associazioni che promuovono il BDS e le associazioni palestinesi? Ci sono molti gruppi palestinesi che diffondono una teologia anti-israeliana, compresi il centro Sabeel e il centro Holy Land Trust. Sabeel è il primo centro che è stato fondato e funge da modello per tutti gli altri. Naim Ateek, un prete episcopale, ha creato la “teologia della liberazione palestinese”, che rielabora la teologia della liberazione in prospettiva palestinese, parlando ai cristiani della causa palestinese con un linguaggio religioso cristiano. Naim Ateek ha studiato al Presbyterian Theological Seminar a San Fransico negli anni in cui la teologia della liberazione si stava diffondendo nelle Chiese cristiane e così ha creato la teologia della liberazione palestinese. Ha avuto una certa influenza da Mark Ellis, un teologo della liberazione ebreo, con una posizione marginale nel mondo ebraico che ha invece un certo peso nel mondo cristiano. Dopo la Shoah il dialogo ebraico-cristiano si è sviluppato anche nel senso di appoggio allo Stato ebraico, come si può vedere tra i cristiani sionisti in particolare. Le campagne BDS cristiane fanno uso anche di assunti anti-giudaici e anti-semiti che il dialogo ebraico-cristiano tenta di superare? L’immagine antisemita più forte che è usata dipinge gli ebrei come deicidi, che è contenuta anche nella teologia della liberazione palestinese. L’immagine di Ponzio Pilato che si lava le mani, e gli ebrei che urlano “crocifiggetelo!” sono particolarmente forti. Definendosi come cristiani, i palestinesi si dipingono come Gesù crocifisso dai sionisti. Naim Ateek fa ampio uso di quest’immagine; ha scritto: “Nella stagione di Quaresima ci sembra che Gesù sia ancora sulla croce con migliaia di palestinesi crocifissi attorno a lui. Persone dalla profonda comprensione possono vedere le centinaia di migliaia di croci in tutto il Paese, uomini, donne e bambini palestinesi crocifissi. La Palestina è diventata un grande Golgota. Il sistema di crocifissione del governo israeliano agisce quotidianamente. La Palestina è diventata il luogo del Calvario”. Ateek, Naim, “An Easter Message from Sabeel,” consultabile sul sito: www.sabeel.org/old/reports/easter01.htmIn costa consiste il progetto “BDS in the Pews” (BDS tra i banchi di chiesa) di NGO Monitor? Nella nostra ricerca sulle attività e i fondi destinati alle ONG abbiamo notato uno schema ricorrente per cui un numero di ONG erano finanziate dalle Chiese cristiane e dalle organizzazioni di cooperazione internazionale a loro legate e che sono spesso legate anche ai governi. Questi fondi dovrebbero essere in teoria usati a scopi umanitari, ma nel Medio Oriente sono destinati alle ONG che fann odelegittimazione contro Israele e promuovono il boicottaggio di Israele. “BDS in the Pews” studia questo fenomeno complesso, che richiede conoscenza della teologia, e del dialogo ebraico-cristiano e la volontà di preservare e continuare sulla strada di questo dialogo che ha finora creato punti di contatto. Il nostro mesaggio ai governi è che ciò che stanno facendo è sbagliato, perché le ONG che ricevono finanziamenti pubblici stanno in realtà alimentando il conflitto. Il nostro messaggio ai cristiani è che se vogliono essere dei portatori di pace non possono demonizzare una delle due parti, e dovrebbero costruirsi la fiducia di entrambi. Non possono pretendere di avere un rapporto do fiducia e rispetto con gli israeliani quando promuovono il BDS, perché perdono la loro credibilità come portatori di pace. Avete avuto contatti anche col mondo cattolico? Abbiamo stilato un rapporto sui finanziamenti cattolici a ONG politiche e lo abbiamo portato al Nunzio Apostolico a Gerusalemme, che lo ha considerato con attenzione. Vogliamo che la Chiesa cattolica capisca che le organizzazioni che promuovono la delegittimazione di Israele sono in aperto contrasto con il messaggio di Papa Francesco che recandosi al Monte Herzl e portando omaggio alla tomba di Teodor Herzl, durante la sua visita in Israele, ha riconosciuto inequivocabilmente il sionismo e il diritto del popolo ebraico alla sovranità statale. Organizzazioni come Caritas, quindi, contraddicono il messaggio del Papa, avanzando l’antisionismo e la visione politica di uno Stato unico che nega i diritti degli ebrei, fomentando tensioni e rendendo più difficili la pace e il dialogo. Cosa possono fare i cristiani? Abbiamo amici in molte Chiese, che riconoscono che le attività anti-israeliane esprimono anche posizioni anti-giudaiche, e sono consci del fatto che è pericoloso per le Chiese e per la cristianità, mettendo in pericolo la stessa struttura delle comunità ecclesiastiche. Molti membri delle Chiese presbiteriane si sono allontanati, le Chiese stanno perdendo fedeli che si rivolgono ad altre Chiese. In sostanza è una posizione auto-distruttiva oltre che distruggere la comprensione e il dialogo tra le fedi e ricreare un clima di intolleranza religiosa. Per questo i nostri alleati dovrebbero combattere il BDS. |
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