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La Stampa - Il Foglio Rassegna Stampa
20.07.2017 Le parole giuste di Netanyahu sull'Europa
Non c'è futuro per la Ue se proseguirà la demonizzazione di Israele e l'islamizzazione

Testata:La Stampa - Il Foglio
Autore: Le redazioni di Stampa e Foglio
Titolo: «Netanyahu attacca l’Unione: 'Politica folle verso Israele' - Bibileaks»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/07/2017, a pag. 7, la breve "Netanyahu attacca l’Unione: 'Politica folle verso Israele' "; dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale "Bibileaks".

Ottime le dichiarazioni di Netanyahu, che esprimono quello che è l'Europa oggi e l'inevitabile futuro se non verrà posto freno all'odio "politicamente corretto" per Israele e all'islamizzazione.

Ecco gli articoli:

LA STAMPA: "Netanyahu attacca l’Unione: 'Politica folle verso Israele' "

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Benjamin Netanyahu

Una dura critica ai Paesi europei che «minano alla base Israele con pressioni politiche». Benjamin Netanyahu ha attaccato la «folle» politica dell’Ue in un discorso a porte chiuse a Budapest davanti ai leader del gruppo di Visegrad. Il primo ministro israeliano non si è reso conto che l’audio era rimasto acceso per sbaglio e che i giornalisti all’esterno hanno sentito ogni parola, riportandola sui siti israeliani. «Penso che l’Europa debba decidere se vivere e prosperare o se vuole appassire e scomparire», ha detto davanti ai leader di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. «L’Unione europea - ha affermato - è l’unica al mondo che ponga condizioni politiche ai suoi rapporti con Israele, che produce tecnologia in ogni settore». «È folle, è completamente folle», ha proseguito Netanyahu, dicendo di parlare «nell’interesse dell’Europa» e invitando i quattro Paesi a chiudere le porte ai migranti.

IL FOGLIO: "Bibileaks"

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Non c’è alcuna logica. Logorando i suoi rapporti con Israele, l’Ue mina la sua stessa sicurezza. Sta minacciando il proprio progresso compromettendo i legami con il più grande polo di innovazione al mondo per colpa di un tentativo folle di creare precondizioni politiche. L’Ue è l’unica organizzazione di stati a stabilire le sue relazioni con Israele, che fornisce loro la tecnologia, su condizioni politiche. Nessun altro lo fa. E’ una cosa da pazzi. Ed è contro i suoi stessi interessi. Persino i paesi arabi parlano con noi di tecnologia e di tutto quello di cui stiamo discutendo qui”. Il fuorionda del premier israeliano Benjamin Netanyahu, in visita in Ungheria, è iniziato così: pensava che il microfono fosse spento, ma tutti i giornalisti presenti hanno sentito in cuffia le sue parole. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán interrompe con una risata: “L’Unione europea è ancora più singolare. Pone condizioni anche agli stati al suo interno, non solo ai partner esterni”.

Netanyahu riprende: “Penso che l’Europa debba scegliere se vuole vivere e prosperare o se vuole avvizzire e scomparire. Io non sono molto politicamente corretto. So che è uno choc per alcuni di voi. Ma la verità è la verità. Sia la sicurezza dell’Europa sia il futuro economico dell’Europa necessitano di una politica diversa nei confronti di Israele. Noi siamo parte della cultura europea. A est di Israele, non c’è più Europa. Prima di tutto vi suggerisco di aiutarci ad accelerare la formazione di accordi tra Europa e Israele, e che passiate un messaggio ai vostri colleghi su come aiutare l’Europa stessa. Tutto (ciò che Israele può offrire, ndr) è a vostra disposizione, in qualsiasi campo. Dunque smettetela di attaccare Israele. Sostenetelo, invece, come gli americani, i cinesi e gli indiani stanno già facendo”. E ancora il premier israeliano: “Abbiamo avuto un grosso problema con gli Stati Uniti. E’ diverso ora. C’è una presenza americana rinnovata nella regione (la Siria e il medio oriente in generale, ndr) ed è positivo. (Con l’Ammini - strazione di Donald Trump, ndr) siamo d’accordo sullo Stato islamico, non sull’Iran. Ho detto anche a Putin che se vediamo l’Iran che passa armi a Hezbollah sul nostro confine, intraprenderemo azioni militari, come abbiamo fatto (già in passato, ndr) una dozzina di volte, senza avere problemi con la Russia. Abbiamo bloccato la frontiera non solo in Egitto, ma sulle alture del Golan. Abbiamo costruito il muro perché c’era un problema con lo Stato islamico e l’Iran cerca di costruire là un fronte terrorista. Credo nella libera circolazione delle merci e delle idee, ma non delle persone. Proteggete i vostri confini”.

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