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Il Foglio-Libero Rassegna Stampa
30.04.2016 Londra: i due candidati, l'antisemitismo e Israele al centro del confronto
Commenti di Paola Peduzzi, Gabriele Carrer

Testata:Il Foglio-Libero
Autore: Paola Peduzzi-Gabriele Carrer
Titolo: «Imbarazzo Labour-Ebreo contro islamico a Londra per la poltrona di sindaco»

Riprendiamo dal FOGLIO  a pag. 1/4e da LIBERO  a pag.15, di oggi, 30/04/2016, due servizi sulle imminenti elezioni che coinvolgono il partito laburista inglese e i due candidati laburista e conservatore a Londra.

Il Foglio-Paola Peduzzi: "Imbarazzo Labour "

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Jeremy Corbyn                                                                   Paola Peduzzi

Milano. “Ho tenuto molti incontri a Londra e in alcuni casi l’unica domanda che mi è stata posta è stata: cosa farai per contrastare l’antisemitismo? C’è un senso di paura e di ansia, è assolutamente sbagliato il fatto che il Labour tolleri l’antisemitismo. Deve affrontare la questione in modo più serio e mostrare che sta facendo qualcosa”. Così Zac Goldsmith, candidato sindaco di Londra dei conservatori alle elezioni di giovedì prossimo, ha commentato la “guerra civile” dentro al Labour sull’antisemitismo, dopo che è stato sospeso l’ex sindaco di Londra laburista Ken Livingstone, che due giorni fa ha dichiarato che Hitler “prima di impazzire sosteneva il sionismo”. Dopo una campagna elettorale senza troppi guizzi, con i sondaggi che lo danno in svantaggio (ma si basano su stime di affluenza poco realistiche, dicono gli esperti), Goldsmith si è ritrovato tra le mani un tema rilevante per rilanciarsi in vista del voto. L’imbarazzo è tutto nel campo del Labour, con il suo leader Jeremy Corbyn che, pur avendo sospeso Livingstone, ne condivide il pensiero (stanno uscendo sue dichiarazioni passate senza appello, con testimonianze video), e con il rivale di Goldsmith, Sadiq Khan, di orgini pachistane e musulmano, che rischia di pagare da solo il prezzo di tale imbarazzo. E infatti Khan è stato il primo a chiedere la testa di Livingstone Di recente Goldsmith ha detto che Kahn è “unfit” a fare il sindaco perché non saprebbe difendere la città da un attacco islamista, avendo “dato visibilità, ossigeno, copertura e scuse” agli estremisti. Il Telegraph, che fa una campagna serrata contro l’islamico Kahn, aveva messo in fila gli incontri “pericolosi” del candidato laburista – tra gli altri, i dibattiti con un sostenitore di Hamas e con un predicatore filo Stato islamico – e le frasi malinterpretabili (come quella sulla “morte onorevole” di Osama bin Laden), fornendo molti argomenti a Goldsmith. Kahn dice di non aver mai negato i suoi contatti con un certo mondo quando faceva l’attivista per i diritti umani, ma “gli dispiace” che non sia risultato chiaro che non ha “mai condiviso le opinioni di questi personaggi”, e che anzi le trova “orrende”. La risposta non è sembrata molto convincente, ma nelle ultime ore Kahn è stato deciso nel condannare un partito che “non ha affrontato” la questione dell’antisemitismo “in modo sufficientemente robusto”. Nel frattempo si sono inseriti nel dibattito gli araldi di questo laburismo di nuova specie a dare una mano al loro candidato londinese. Owen Jones, che scrive sul Guardian e ha idee molto chiare, ieri ha detto: va bene, il Labour deve reagire contro l’antisemitismo, ma i Tory facciano lo stesso con l’islamofobia. Nel numero dell’Economist in edicola ieri, si spiegava che nella campagna elettorale londinese non ci sono stati grandi guizzi perché sui temi che di solito dividono la destra dalla sinistra i due candidati non hanno mostrato differenze enormi. In quest’ultima settimana tutto può cambiare.

Libero-Gabriele Carrer: "Ebreo contro islamico a Londra per la poltrona di sindaco"

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Zac Goldsmith                Sadiq Khan                           Gabriele Carrer

■ L’uscita antisemita dell’ex sindaco di Londra Ken Livingstone ha spaccato il Partito Laburista quasi quanto non abbia fatto la decisione del leader Jeremy Corbyn di sospendere «Red Ken». Tutti i laburisti presi a negare qualsiasi tipo di crisi interna anche se la mossa di Corbyn è suonata a tutti come una trovata elettorale, non tanto come una svolta nella lotta all’antisemitismo dilagante nel Labour. Uno dei primi laburisti a scagliarsi contro Livingstone è stato Sadiq Khan, candidato per succedere al conservatore ribelle Boris Johnson alla guida di Londra. Khan ha immediatamente preso le distanze e stigmatizzato le parole dell’ex sindaco. Tuttavia, il primo a rischiare qualcosa è proprio il candidato alla City,musulmano di origini pakistane, in un passato neanche troppo lontano assai vicino a Livingstone. A tal punto che l’uscente Boris Johnson èi ntervenuto sulla questione avvertendo che tra i dueci sarebbe un «continuum ideologico» che coinvolge anche il leader laburista Corbyn. E se la corsa verso il municipio di Londra è sempre più una questione tra un conservatore di origini ebraiche ed un laburista musulmano il tema dell’antisemitismo non può che essere al centro del dibattito nella City. Tra i dodici candidati in lizza perl a successione a Boris Johnson, i sondaggi danno in vantaggio l’avvocato laburista Sadiq Khan sul giornalista conservatore Zac Goldsmith.Ma i passati silenzi del candidato laburista sulle sparate antisemita di «Red Ken» e soprattutto i suoi rapporti con l’estremismo islamico rischiano di minacciare la solidità del suo vantaggio.
Nel 2003 l’attualefavorito per la città di Londra, era tra i relatori di una conferenza a Londra in difesa dei diritti dei detenuti di Guantanamo. Assieme a lui, al tempo presidente del gruppo peri diritti umani Liberty, il terrorista Yasser al-Siri e Sajeel Shahid, un militante ritenuto essere tra gli addestratori del commando che attaccò la metropolitana della City il 7 luglio 2005 causando 52 morti. «Cose da disperati» è stato il commento di Khan dopo la rivelazione del Sunday Times. Ma una nuova bomba è scoppiata poco dopo: come raccontato dal London Evening Standard, Khan nel 2004 partecipò al Tooting Islamic Centre a una conferenza organizzatada un gruppo pro-Palestina,salendo sul palco assieme a sostenitori di Hamas e successivamente dell’Isis.

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