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Il Giornale Rassegna Stampa
07.10.2014 Svezia: odiare Israele e ignorare l'antisemitismo nel cuore dell'Europa
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 07 ottobre 2014
Pagina: 13
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Sulla Palestina il passo falso di Stoccolma»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 07/10/2014, a pag. 13, con il titolo "Sulla Palestina il passo falso di Stoccolma", il commento di Fiamma Nirenstein.


Fiamma Nirenstein     Stefan Lofven


Marzo 2014, scritte antisemite sulla sinagoga di Stoccolma

Il premier socialdemocratico svedese appena eletto Stefan Lofven, nel suo discorso di inaugurazione venerdì, ha stabilito un record immediato: ha annunciato che il suo Paese riconoscerà, primo dell'Unione Europea, lo Stato Palestinese. Poi l'ambasciatore in Israele Carl Nesser ha cercato di addolcire il linguaggio, ma la sostanza resta uguale.
Il gesto ignora la necessità di trattative fra Israele e i Palestinesi, spinge questi ultimi al solito rifiuto del compromesso, esalta la tendenza a accettare la versione che sia Israele a ostacolare la pace. Lofven, così interessato al Medio Oriente, non dice niente sul caos in Siria e in Iraq e sugli svedesi che partono per unirsi all'Isis. Solo i palestinesi sono importanti per la rileccatissima super-democrazia ecologica e disinfettata. La sua migliore strada per dimostrare dedizione ai diritti umani e ai suoi immigrati è prendersela con Israele, come fa dai tempi di Olaf Palme.
Così quel civilissimo Paese è oggi fra i più antisemiti del mondo, secondo l'European Jewish Congress: le aggressioni si ripetono, si attaccano sinagoghe e cimiteri, si picchiano gli ebrei con la kippà, 30 famiglie di Malmö sono scappate, l'86enne Judith Papinsky, sopravvissuta della Shoah, non insegna più perchè viene minacciata, sulle magliette la scritta alla moda è «Burn Israel Burn». La paura e il politically correct sono una mistura micidiale. Gli immigrati musulmani sono quasi un milione in un Paese di poco più di 9 milioni e mezzo di abitanti; nessuno ne discute, il diktat «antirazzista» funziona come in Urss, se i vicini ti vedono leggere il giornale sbagliato non trovi lavoro, non ti invitano a cena.
L'antisemitismo-antisraele è un «must» sociale. Il giornale critico Dispatch International ha visto la sua direttrice fuggire all'estero, un giornalista, Lars Herdegaard è stato assalito con intenti omicidi. Il primo ministro Lofven ha dunque compiaciuto subito la sua constituency, ma è nella tradizione. Il giornale Aftonbladet scrisse che i soldati israeliani rubano gli organi ai palestinesi per venderli. La sottoscritta chiese all'allora ministro degli esteri Carl Bildt cosa pensava di fare contro l'antisemitismo. «Antisemitismo? - chiese - E quale? Non ne ho notato affatto». Il museo di Stoccolma esibì nel 2004 un monumento a una terrorista suicida palestinese. Meno male che Zvi Mazel, l'allora ambasciatore d'Israele, lo distrusse con le sue mani.

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