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Il Foglio Rassegna Stampa
02.01.2017 L'antisemitismo cambia veste ma sopravvive ai mutamenti della storia
L'opinione di Michael Gove

Testata: Il Foglio
Data: 02 gennaio 2017
Pagina: 4
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «L'odio per Israele unisce le forze oscure»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 02/01/2017, a pag. IV, il commento "L'odio per Israele unisce le forze oscure" tratto dal Times.

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Michael Gove

Come si fa a sapere se uno è antisemita?”. Inizia così la column dell’ex ministro dell’Istruzione inglese, Michael Gove, uno dei leader della Brexit. “Ma l’antisemitismo non è un pregiudizio limitato a Richard Spencer, Hassan Nasrallah e l’ayatollah Ali Khamenei. Come si addice all’odio più antico e più durevole del mondo, esso ha molti più aderenti e assume molte forme diverse”. In epoca medievale, quando gli individui avevano un senso del loro mondo attraverso il prisma della fede, l’antisemitismo era un pregiudizio religioso. Nel XIX e XX secolo – l’età del darwinismo – l’antisemitismo ha vestito il camice bianco dello scienziato. Le metafore biologiche sono state impiegate per modernizzare l’odio. Gli ebrei erano portatori di “contaminazione razziale”, che doveva essere eliminato come una minaccia patologica per il futuro dell’umanità.

“Questa convinzione ha portato al più grande crimine della storia. L’antisemitismo sarebbe dovuto morire nei forni della Shoah. Ma l’odio è sopravvissuto. E, come un virus, ha mutato”. L’antisemitismo è passato da essere odio verso gli ebrei per motivi religiosi o razziali a ostilità verso la più orgogliosa espressione dell’identità ebraica: Israele. “Il boicottaggio è una forza crescente nelle nostre strade e campus. I suoi sostenitori dicono che dovremmo ignorare le idee di pensatori ebrei se quei pensatori provengono da Israele e trattare il commercio ebraico come una impresa criminale se tale attività è svolta in Israele. Si tratta di antisemitismo. E’ l’ultima recrudescenza della questione secolare secondo cui l’ebreo può vivere solo a condizioni stabilite da altri. Una volta gli ebrei dovevano vivere nel ghetto, ora non possono vivere nella loro patria storica”.

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Una scritta antisemita

Gove continua raccontando di Israele. “Circondato da nemici che hanno cercato di strangolarlo dalla nascita, continuamente minacciato dalla guerra e costantemente sotto attacco terroristico, una nazione a malapena delle dimensioni del Galles, senza risorse naturali, la cui metà del territorio è desertica, è diventata una democrazia fiorente, un centro di innovazione scientifica, uno dei principali fornitori al mondo di aiuti umanitari internazionali e l’unico stato da Casablanca a Kabul con una stampa libera, una magistratura libera, una fiorente economia, una libera impresa e la libertà per le persone di ogni orientamento sessuale a vivere e amare come vogliono. E questo è il motivo per cui attrae tale ostilità. Non a causa di ciò che fa Israele. Ma a causa di quello che è. E come funziona l’antisemitismo oggi? “Mantenendo vivi i pregiudizi, sbarazzandosi dei fatti, riducendo il sostegno a Israele, facendone l’unico paese al mondo il cui diritto di esistere è continuamente in discussione, denunciando l’università britannica di essere un ‘avamposto sionista’”. Conclude Gove: “Le forze più oscure del nostro tempo sono unite da una cosa prima di tutto: il loro odio per il popolo ebraico e la loro patria”.

Per inviare la propria opinione al Foglio, telefonare 06/589090, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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