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La Nazione Rassegna Stampa
23.08.2017 Islam, quando l'integrazione è impossibile
Souad Sbai intervistata da Pierfrancesco De Robertis

Testata: La Nazione
Data: 23 agosto 2017
Pagina: 11
Autore: Pierfrancesco De Robertis
Titolo: «L'Islam resiste alle leggi dello Stato: così l'integrazione è impossibile»

Riprendiamo da NAZIONE-GIORNO-RESTO DEL CARLINO di oggi, 23/08/2017, a pag.11, con il titolo "L'Islam resiste alle leggi dello Stato: così l'integrazione è impossibile " l'intervista a Souad Sbai di Pierfrancesco De Robertis.

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Pierfrancesco De Robertis                Souad Sbai

«L'Occidente si aspetta una reazione collettiva del mondo musulmano ai ripetuti fatti di terrorismo, ma si tratta di una attesa in qualche modo vana. La comunità arabo-islamica sotto questo aspetto è quasi laica, distratta e crede che tutto quello che accade sia altro dall'Islam che è abituata a conoscere e praticare». Souad Sbai è una delle poche voci che esce fuori dal coro. Di origine marocchina, è stata in Parlamento con i partiti di centrodestra e da sempre si batte per i diritti delle donne musulmane in Italia. «L'immigrato musulmano nella maggior parte dei casi vive con un certo distacco le notizie sull'Isis o sul terrorismo islamico. Magari sono angosciati a livello personale, ma non scendono certo in piazza per manifestare. Si preoccupano di essere loro dentro le regole, e al massimo dicono io non c'entro niente'». E riescono a stare dentro le regole? «Diciamo che il mondo arabo-islamico, quello che compone il grosso del milione e mezzo e più dei musulmani che sono in Italia, è molto composito e non è facile una lettura unica dei comportamenti». Per molti di loro è difficile integrarsi.«L Occidente non li ha aiutati». Come doveva aiutarli? «Per prima cosa stabilendo il principio fermo e sacrosanto che chi arriva in Italia deve uniformarsi alla cultura italiana. E invece con questo buonismo dilagante siamo sempre a cedere sui nostri valori, pensando che i loro siano migliori». I risultati di questa integrazione quali sono? «Guardi, le dico solo che quest'anno il 60 per cento delle bambine magrebine in Italia non ha frequentato la scuola dell'obbligo, mi pare un dato inquietante. Ma il punto vero è un altro». Quale? «Che quasi mai i servizi sociali dei comuni sono intervenuti. Se lei non manda suo figlio adolescente a scuola dopo pochi giorni arrivano, giustamente, gli assistenti sociali; se la stessa cosa accade con una famiglia marocchina, o tunisina o immigrata nessuno alza un dito». Perché? «E sempre il discorso sul solito buonismo culturale che abbiamo in Italia e in generale nell'Occidente». Perché i genitori magrebini non mandano le figlie piccole á scuola? «E una forma di violenza e di controllo. Prima si faceva sulle donne adulte, e in qualche caso si fa sempre, adesso ci si concentra soprattutto sulle bambine. Non vogliono che si aprano ai costumi occidentali, hanno paura che vengano in qualche maniera contaminate. Ma l'Occidente fa finta di nord vedere, si gira dall'altra parte. E in atto una grande operazione di islamizzazione dell'Europa, pagata con dollari sonanti. Svegliamoci». Chi ci mette soldi? «Il Qatar è uno degli stati più attivi. E in mano a un gruppo estremista che sogna di riconquistare l'Europa. Ma non solo il Qatar, c'è l'Arabia Saudita e ci sono altri stati o gruppi di influenza». Come fanno a far arrivare soldi in Occidente? «Finanziando centri culturali, moschee, persone che possono orientare le opinioni. Hanno offerto soldi anche a me, per farmi star zitta. So che li hanno offerti a tanti altri, in varie forme. Io ho rifiutato, e infatti sono qui a parlare con lei, ma altri hanno accettato». Che cosa pensa dello lus soli? «Sono asso itamente contraria. La cittadinanza si dà perché una persona ha studiato qui, ha imparato la lingua, ha assimilato la nostra cultura. Non solo perché è nato nel nostro Paese».

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