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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/07/2017, a pag. 12, con il titolo "I leader alla corte di Macron, Parigi riscopre la Grandeur", la cronaca di Paolo Levi.
Ecco l'articolo:
Continua il pressing diplomatico di Emmanuel Macron per restituire alla Francia la sua Grandeur. A chiudere un’altra settimana di colloqui con i leader mondiali è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, invitato ieri a Parigi per i 75 anni della deportazione di massa di migliaia di ebrei francesi al Vel d’Hiv. Subito Macron ha riconosciuto le responsabilità storiche della nazione: «Fu la Francia a organizzarla. Neanche un tedesco fu coinvolto, fu la polizia francese a collaborare con i nazisti», ha detto il presidente bollando come «comoda ma falsa» la tesi sostenuta dalla candidata sconfitta dell’Eliseo, Marine Le Pen (Front National) - ma anche, a suo tempo, dal generale De Gaulle - secondo cui il regime collaborazionista di Vichy non rappresentava lo Stato francese.
Il 16 e 17 luglio del 1942 oltre 13.000 ebrei furono arrestati e portati nel velodromo d’inverno alle porte di Parigi (il cosiddetto Vel d’Hiv) per poi essere trasferiti ad Auschwitz ed in altri campi di sterminio. Un’ennesima occasione per spingere sulle sue ambizioni europeiste. Tanto che lei, per la prima volta, ha aperto alla creazione di un ministro delle Finanze europeo: «Se ne può parlare». Poche ore dopo, per il capo dell’Eliseo era già il momento di ricevere Donald Trump e consorte, a cui è stata riservata un’accoglienza da Re, in occasione della Festa Nazionale del 14 luglio. Mentre sugli Champs-Elysées sfilavano i militari dei due Paesi in nome dell’antica alleanza franco-americana, all’Eliseo giungeva il messaggio di congratulazioni di Vladimir Putin, ricevuto anch’egli in pompa magna qualche settimana prima a Versailles. Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante direttore@lastampa.it |
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