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La Stampa Rassegna Stampa
04.04.2017 Berlino e Svezia: antisemitismo violento islamista e di estrema destra
Cronache di Alessandro Alviani, Monica Perosino

Testata: La Stampa
Data: 04 aprile 2017
Pagina: 7
Autore: Alessandro Alviani - Monica Perosino
Titolo: «Botte e insulti al ragazzo ebreo: incubo antisemitismo a Berlino - Paura neonazisti in Svezia»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/04/2017, a pag. 7, con il titolo "Botte e insulti al ragazzo ebreo: incubo antisemitismo a Berlino", la cronaca di Alessandro Alviani; con il titolo "Paura neonazisti in Svezia", la cronaca di Monica Perosino.

Alessandro Alviani: "Botte e insulti al ragazzo ebreo: incubo antisemitismo a Berlino"

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Alessandro Alviani

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L'antisemitismo nazista risorge con l'aiuto dell'islamismo

Un 14enne viene infastidito per mesi dai suoi compagni di scuola, emarginato, insultato, finché, dopo l’ennesima aggressione, stavolta non più solo verbale, ma fisica, i genitori non decidono di ritirarlo dall’istituto. Suona come una deplorevole storia di ordinario bullismo tra teenager, se non fosse per un dettaglio: il giovane è stato denigrato perché ebreo.

Il tutto si svolge a Berlino, città in cui negli ultimissimi anni gli episodi di antisemitismo sono stati tutt’altro che isolati. Teatro della vicenda è un istituto del quartiere di Friedenau che fa parte di un network chiamato «Scuola contro il razzismo»: per aderirvi è necessario che almeno il 70% degli insegnanti e degli studenti si impegnino per iscritto a combattere ogni forma di discriminazione. I genitori del 14enne, che si sono trasferiti a Berlino dalla Gran Bretagna, l’hanno scelta perché attratti dal suo multiculturalismo: molti degli alunni hanno origini turche o arabe. All’inizio funziona tutto bene, finché il giovane non rivela ai compagni di classe di essere ebreo, come ha raccontato sua madre al «The Jewish Chronicle». È a quel punto che il clima cambia: «sei un tipo cool, ma non posso essere tuo amico, gli ebrei sono tutti assassini», gli spiega uno studente. Le denigrazioni vanno avanti per quattro mesi. La direzione scolastica sostiene di aver preso subito provvedimenti, invitando i nonni del ragazzo, sopravvissuti all’Olocausto, a parlare a scuola di antisemitismo. I genitori accusano invece la scuola di non aver affatto reagito. La svolta un paio di settimane fa, quando, presso una fermata dell’autobus proprio davanti la scuola, il 14enne viene preso al collo da due studenti, uno dei quali gli punta contro una pistola giocattolo molto simile a una vera, mentre un gruppo di alunni osserva sorridendo la scena. «È stato terribile, ma in quel momento non ho avuto tempo di rifletterci su, ora penso: “o mio Dio”», ha detto il giovane.

La direzione scolastica ha denunciato i responsabili e si sta impegnando per espellerli. Circa tre quarti degli iscritti all’istituto non parla tedesco come prima lingua, molti hanno origini arabe o turche; ciò vale anche per i ragazzi sospettati delle aggressioni, ha rivelato al «Tagesspiegel» il direttore dell’istituto, Uwe Renkel. Nel frattempo il Comitato centrale degli ebrei in Germania ha chiesto di fare piena luce sulla vicenda, seguita da vicino anche dal governo della città-Stato.

Non si tratta di un episodio isolato. Il caso più noto è quello del rabbino Daniel Alter, che nel 2012, proprio a Friedenau, era stato insultato e picchiato per strada sotto gli occhi di sua figlia di sette anni (minacciata a sua volta) da un gruppo di ragazzi arabi dopo aver risposto di sì alla loro domanda «Sei ebreo?».

Secondo l’organizzazione Rias nel 2016 a Berlino gli episodi di antisemitismo sono stati 470, cioè 65 in più del 2015. Nella maggior parte dei casi si tratta di propaganda, insulti o minacce via Internet, ma ci sono state anche 17 aggressioni fisiche. Il direttore del liceo ebraico Moses Mendelssohn di Berlino ha spiegato alla Jewish Chronicle che ogni anno il suo istituto riceve tra le 6 e le 10 richieste di genitori che vorrebbero trasferire lì i loro figli, in quanto in altre scuole sono stati vittime di insulti antisemiti pronunciati soprattutto da ragazzi arabi o turchi.

Monica Perosino: "Paura neonazisti in Svezia"

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Monica Perosino

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Neonazisti in Svezia

L’Associazione ebraica (Judisk Föreningen) di Umeå, nel Nord della Svezia, ha deciso di chiudere dopo le ennesime minacce di matrice neonazista. Fermate le attività, chiusa la scuola, interrotti gli incontri culturali che andavano avanti da 7 anni. Il centro è stato tappezzato di svastiche e imbrattato con messaggi di minaccia - «Sappiamo dove vivete» - così che molti genitori hanno ritirato i bimbi da scuola e i membri dell’associazione hanno iniziato a disertare gli incontri per paura. Secondo i responsabili della Judisk Föreningen dietro gli attacchi ci sarebbe il gruppo neonazista Nordfront, ma la situazione di Umeå «rispecchia quella di molte altre città svedesi, dove l’aumento dei gruppi neonazisti è tangibile e sempre più ebrei definiscono “difficile” e “preoccupante” l’atmosfera». Le città più colpite dall’estremismo dell’ultradestra antisemita sono Umeå, Göteborg e Malmö: l’anno scorso la star della serie tv dano-svedese «The Bridge», Kim Bodnia, ha deciso di lasciare la fortunatissima produzione per «in picco di sentimento anti-ebraico a Malmö», dove si giravano molte delle scene.

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