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La Stampa Rassegna Stampa
21.03.2017 Israele, ecco gli hotel per neo-mamme
Analisi di Rossella Tercatin

Testata: La Stampa
Data: 21 marzo 2017
Pagina: 36
Autore: Rossella Tercatin
Titolo: «Israele, maternità a cinque stelle con i boutique hotel per bebè»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/03/2017, a pag. 36, con il titolo "Israele, maternità a cinque stelle con i boutique hotel per bebè", l'analisi di Rossella Tercatin.

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Rossella Tercatin

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Grande andirivieni e un lieve profumo di borotalco. Sono queste le sensazioni che accolgono il visitatore alla reception del Baby Lis Hotel di Tel Aviv. Ci sono medici, infermiere, amici e parenti che si aggirano con palloncini rosa o azzurri. Ma soprattutto ci sono loro, mamme e papà che trasportano i bebè nelle culline di plastica per andare a bere un caffè al bar, incontrare il dottore nella nursery o partecipare al corso per imparare a fare il bagnetto.

Ventisei camere a cinque stelle, pasti e pensione completa, più una serie di extra speciali. «Il nostro obiettivo è trasformare la maternità in un’esperienza da principessa» sottolinea Natalie Hurwits, energica quarantenne madre di tre figli e direttrice dell’albergo.

Oltre a quello gestito da lei, in Israele, che è il Paese con il più alto numero di figli per donna dell’area Ocse (3,1), esistono altri tre baby hotel, Baby Assaf e Sheba Baby nei dintorni di Tel Aviv, e Hadassa Baby a Gerusalemme. A renderli unici è il fatto di essere parte degli ospedali cui sono associati, garantendo alle clienti la loro assistenza medica. Il Baby Lis, il solo completamente privato, si trova nello stesso complesso dell’Ichilov, eccellenza nel cuore della città. Le future mamme possono prenotare 60 giorni prima del parto. Quando arrivano in ospedale con le doglie, avvertono anche l’hotel, che rimane in costante contatto con i medici. Il trasferimento può avvenire già otto/dieci ore dopo la nascita.

Nursery sempre aperta
Hurwits spiega che l’impossibilità di programmare con precisione accettazione e partenza dei clienti è una grande sfida. La preoccupazione principale è però quella di garantire benessere totale. «Come madre so quanto le prime ore siano difficili, i dolori, le ansie, le emozioni. Per questo tutto deve essere perfetto».

Così Baby Lis offre alle ospiti una nursery sempre operativa per lasciarle riposare e organizza lezioni di allattamento al seno e di trucchi fondamentali per prendersi cura di un neonato, mentre lo staff è a disposizione per ogni evenienza, come conferma Miry, ventiseienne italiana da qualche anno in Israele, in albergo con il marito David e la nuova arrivata Libby. «Abbiamo scelto l’ospedale Ichilov apposta per venire qui» spiega ricevendoci nella sua stanza, in cui si notano una poltrona con cuscini per rendere confortevole l’allattamento, un pulsante per le emergenze sopra il letto, e un fasciatoio ricoperto di piccoli omaggi, pannolini, ciuccio, biberon, salviette. «Dopo aver partorito ho passato una notte in ospedale, eravamo in quattro nella stessa camera, riposarsi era davvero difficile. Qui invece è fantastico. Abbiamo fatto tutti i corsi possibili e finalmente sono riuscita a dormire».

Costi e assicurazione
Certo, se il servizio è a cinque stelle, anche i prezzi non scherzano: una camera costa circa quattrocento euro al giorno, 450 se si aggiunge il papà. A coprirli è però spesso l’assicurazione sanitaria: in Israele l’assistenza di base è gratuita, e molti scelgono di pagare un extra tra i 10 e i 30 euro al mese per accedere a ulteriori servizi, tra cui i baby hotel.

Dall’Asia all’Europa
Popolari in Asia e soprattutto in Cina, dove la tradizione vorrebbe che dopo il parto la donna si ritirasse a riposare per un mese, gli alberghi di lusso per neomamme sono invece poco diffusi in Europa. «Ogni tanto vengono a chiedermi consigli su come riprodurre il business e sono sempre felice di darli - conclude Hurwits -. Per me questo posto è un po’ come un quarto bambino, ci metto tutta la passione che ho. Vedere i genitori che escono da qui sereni e pronti per affrontare la loro nuova vita è una soddisfazione senza pari».

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direttore@lastampa.it

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