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La Stampa Rassegna Stampa
29.08.2016 Si intensifica la guerra di Erdogan contro i kurdi
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 29 agosto 2016
Pagina: 13
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Raid turchi contro i kurdi: è strage di civili»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/08/2016, a pag.13, con il titolo "Raid turchi contro i kurdi: è strage di civili", la cronaca di Giordano Stabile.

La guerra di Erdogan contro i kurdi continua e aumenta di intesità, senza che nessuna voce che conti si levi a difesa dellle popolazioni kurde. La resa dell'Occidente di fronte al terrorismo islamico si vede anche dai silenzi e dalle omissioni, oltre che dalle iniziative che non arrivano.

Ecco l'articolo:

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Giordano Stabile

Agguati con missili anti-tank, bombardamenti con artiglieria e aviazione, colonne di carri armati che si dirigono sempre più a Sud. L’operazione Scudo sull’Eufrate entra nella sua fase cruciale e lo scontro è ora fra i ribelli arabi sostenuti dalle forze armate turche e i guerriglieri curdi dello Ypg. Il fronte nel Nord della Siria assomiglia sempre più a quello nel Sud della Turchia, dove l’esercito di Ankara fronteggia la guerriglia del Pkk curdo. Che i due conflitti siano intrecciati lo spiega lo stesso Recep Tayyip Erdogan. A Gaziantep, straziata una settimana fa da un kamikaze dell’Isis, il presidente turco dichiara solennemente che combatterà «con la medesima determinazione» lo Stato islamico e le milizie curde dello Ypg. «Noi - ha spiegato - non accetteremo alcuna attività terroristica alla nostra frontiera o vicino a essa». Per questo colonne di carri M60 e di blindati anfibi Acv-15 si sono spinti a una quindicina di chilometri a Sud del posto di frontiera di Jarabulus, conquistato senza combattere quattro giorni fa. Gli jihadisti si sono infatti ritirati molto più a Sud-Ovest, attorno alla città di Al-Bab. Ma nei villaggi vicino alla frontiera e lungo la riva destra dell’Eufrate ci sono i guerriglieri dello Ypg, che non intendono retrocedere. Sabato pomeriggio hanno preso di mira i tank che avanzavano sul terreno collinoso vicino ad Al-Amarneh. Due missili teleguidati hanno centrato almeno un mezzo blindato, ucciso un soldato, ferito altri due. La reazione è arrivata ieri mattina. Colpi di artiglieria e, secondo attivisti dell’opposizione siriana, anche raid aerei hanno colpito duramente i villaggi di Jeb al-Koussa e Al-Amarneh. L’esercito turco sostiene di aver ucciso «25 miliziani curdi», ma l’Osservatorio siriano per i diritti umani parla di «almeno 40 morti e 75 feriti fra i civili». L’ennesimo massacro di innocenti in un nuovo fronte della guerra civile siriana, che però vede per la prima volta le forze armate ufficiali di un Paese straniero impegnate sul terreno senza essere invitate. Un precedente che potrebbe fare scuola. Dopo i raid, i ribelli della formazione Faylaq al-Sham, la Legione siriana di ispirazione salafita, hanno catturato «nove villaggi» a Sud di Jarabulus e fatto decine di prigionieri fra i guerriglieri dello Ypg. Gli insorti li hanno mostrati, presi a calci e umiliati, in video e fotografie.

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direttore@lastampa.it

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